Procuratore, dirigente di Polizia, ambasciatore presso la Santa sede. E poi: dirigente delle ferrovie, capo della Polfer di Bologna. Sono tutte le identità di Omero Matteo Simone, anche detto “il Trasformista” che ieri ha posto fine alla sua corsa di gabbamondo dopo essere stato arrestato dal nucleo investigativo dei Carabinieri di Piacenza.

Le imprese di Simone “millefacce” sono note dal nord al sud dell’Italia vista la classe e lo stile dei raggiri che metteva a segno facendosi passare, di volta in volta, come un magistrato o dirigente delle forze dell’ordine. Ma proprio l’altro giorno i Carabinieri di Piacenza hanno messo fine alla sua carriera di trasformista e condotto alla casa circondariale delle Novate.

Sul re della truffa, Omero Matteo Simone, 59 anni e originario di Foggia ma per anni residente a Piacenza, gravava infatti un ordine di carcerazione spiccato dal tribunale di Messina per una pena definitiva di due anni perché riconosciuto colpevole di false dichiarazioni a pubblico ufficiale sulla propria identità e calunnia.

Una storia singolare, quella di Simone, che per anni è riuscito a farsi passare ora comeprocuratore di Piacenza, sostituto procuratore di diverse città, ora come ex agente segreto del Sisde in pensione o ispettore della Polizia di Stato. Ma queste sono solo alcune delle innumerevoli identità del “Trasformista” la cui storia personale ricorda molto i film neorealisti del dopoguerra: come ex dirigente generale delle Ferrovie o come capo della Polizia ferroviaria di Bologna, Simone aveva infatti viaggiato gratis sui treni che lo portavano in giro per l’Italia o, in qualità di magistrato o ambasciatore presso la Santa sede, era riuscito a farsi ricevere con tutti gli omaggi del caso in esclusivi alberghi e ristoranti della penisola per mangiare e dormire a sbafo senza infine saldare il conto.

E se tante personalità aveva cambiato, altrettante denunce gli erano piovute addosso. Come quelle per usurpazione di titoli e sostituzione di persona con provvedimenti emessi da questure e comandi dei Carabinieri di mezza Italia: da Modica (Ragusa), a Firenze, Prato, Bologna, Alberobello (Bari), Castellana Grotte (Bari), sino a Pavia e Voghera.

Ma l’ultimo treno Omero l’ha preso l’altro giorno per fare visita ad alcuni parenti residenti proprio a Piacenza. Ad attenderlo all’arrivo alla stazione centrale, però, non c’erano i suoi familiari, bensì gli uomini dell’Arma che da tempo lo tenevano sott’occhio.

“Ma io sono un dirigente delle ferrovie, vi state sbagliando” ha obiettato il “Trasformista” tentando l’ultimo colpaccio davanti agli agenti. Niente da fare. Per lui sono scattate le manette e un biglietto di sola andata per il carcere delle Novate.

A questo punto si cercherà di verificare se in questa inchiesta possa rientrare o meno un episodio che sarebbe avvenuto a Bologna alcuni mesi fa. Raccontato da più persone come realmente accaduto, a lungo è rimasto ai limiti della leggenda a causa della mancanza di conferme ufficiali. Ma in base a quanto è stato detto, l’estate scorsa nel capoluogo emiliano si sarebbe presentato un uomo che, spacciandosi per un colonnello di carabinieri e riprendendo agenti di polizia che secondo lui non avrebbero avuto la divisa in ordine, aveva chiesto auto senza colori d’istituto per compiere alcuni accertamenti investigativi. Quali fossero questi accertamenti non sarebbe stato detto e altrettanto nebulosa l’identità del finto ufficiale dell’Arma.

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