Il nuovo stadio della Juventus

Quella di ieri è stata una giornata particolarmente intensa per lo staff di casa Juventus. Due sono infatti le visite inattese che hanno interessato gli uffici della sede bianconera a Torino. Prima sono arrivati gli ufficiali della Polizia giudiziaria, che su ordine della Procura di Torino hanno raccolto la documentazione relativa alla costruzione del nuovo stadio della società bianconera. L’ipotesi di reato formulata non è di poco conto: pericolo di crollo colposo. Proprio così, si indaga sulla solidità e sulla sicurezza dello Juventus Stadium, il nuovo impianto inaugurato ad inizio stagione. L’inchiesta, che vede la società bianconera non come indagato, ma come parte lesa, è condotta dal pm Gabriella Viglione. Ma non è finita qui. Perché poco dopo, a bussare alla porta della sede di corso Galileo Ferraris, è stata la Guardia di Finanza che, su incarico della Consob (l’autorità indipendente che vigila sulle società che sono quotate in borsa), avrebbe chiesto di acquisire documenti finanziari di varia natura, quindi anche bilanci e delibere relative ad aumenti di capitale. Stando a quanto finora trapelato, le due inchieste seguirebbero binari paralleli e non avrebbero alcun punto di contatto.

La notizia dell’indagine in corso a proposito della solidità dello Juventus Stadium è arrivata anche al sindaco di Torino, Piero Fassino, che in una nota diffusa in serata ha fatto sapere che “Il Comune manterrà un’attività di monitoraggio fino al termine dell’inchiesta in corso”. Ma che, in ogni caso, le partite programmate allo stadio avranno regolare svolgimento. Fassino ha chiesto garanzie alla società bianconera. Che avrebbe fornito “documentazione certificata sulla sicurezza strutturale dello stadio e sulla realizzazione degli interventi integrativi prescritti in sede di collaudo”. Al vertice in Prefettura avrebbero partecipato lo stesso Fassino e il presidente Andrea Agnelli.

La Polizia giudiziaria non si è limitata a fare visita alla sede della Juventus. Pare che siano state fatte perquisizioni in alcune società della provincia di Torino, Udine e Padova. L’indagine riguarderebbe, nello specifico, l’utilizzo di acciaio non a norma. Gli indagati al momento sarebbero tre. Tra loro, anche un tecnico del comune di Torino che avrebbe seguito da vicino le varie fasi di costruzione dell’impianto.

Ancora tutta da definire invece l’indagine commissionata dalla Consob alla Guardia di Finanza. Tre giorni fa, nel corso dell’assemblea degli azionisti, la Juventus aveva approvato il bilancio di esercizio per la stagione 2010-11. Come indicato dalla Consob, la società bianconera avrebbe detto sì alla copertura delle ingenti perdite (meno 95,4 milioni di euro) senza azzeramento del capitale. I soci avrebbero dato il via libera alla proposta di copertura mediante l’utilizzo delle riserve di patrimonio netto (70,3 milioni), la riduzione del capitale sociale (20 milioni) e l’utilizzo parziale della riserva sovrapprezzo azioni (5,1 milioni). L’indicazione dell’autorità garante è arrivata il 12 ottobre ed è stata esaminata in seduta straordinaria dal consiglio di amministrazione della Juventus il giorno precedente all’assemblea degli azionisti. Secondo le informazioni al momento disponibili, la Guardia di Finanza tornerà stamane nella sede della società bianconera per continuare gli accertamenti.

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