Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria

L’Italia “ha già vissuto il suo decennio perduto” in termini di “minore competitività” e di “mancata crescita”. Ora “dobbiamo muoverci in fretta. Il tempo è un fattore discriminante”. Così il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, incalza il governo nella sua relazione all’assemblea annuale degli imprenditori e chiede “semplificazioni e liberalizzazioni subito, infrastrutture e riforma fiscale”. Un discorso che è “un forte richiamo al governo e al Paese”, secondo il presidente del Senato, Renato Schifani. Che ha anche annunciato la discussione in Aula del ddl anticorruzione il prossimo 7 giugno. L’Italia “è forte e sana, consapevole delle sue capacità – risponde prendendo la parola il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani -. La nostra economia ha retto”. Ma “accettiamo la vostra sfida e non è un percorso semplice”, aggiunge. Polemiche anche sul ruolo della Fiat, su cui Marcegaglia ha dichiarato: “Non pieghiamo le regole della maggioranza per le esigenze di un singolo”, ha dichiarato. Pronta la replica del presidente dell’azienda automobilistica, John Elkann, per cui un’uscita del Lingotto dall’associazione: “Non è un tema d’attualità”.

“Se il risultato elettorale finale – dice il presidente nel passaggio della relazione dedicato alla politica – convincerà governo e maggioranza di avere davanti a se ancora due anni di lavoro la loro agenda deve concentrarsi su un’unica priorità: la crescita. Temporeggiare o muoversi a piccoli passi è un lusso che non possiamo più permetterci. I concorrenti non stanno lì a guardare e le speranze dei giovani non aspettano”, aggiunge la leader di Confindustria, spiegando che la sua associazione ha “incessantemente incalzato la politica sulla priorità della crescita, ma ha poi dovuto prendere atto che le priorità della politica erano altre e diverse”. Il ministro Romani ammette “tanti punti critici, molte difficoltà e infinite necessità” nell’economia del Paese, ma rilancia: “Non siamo stati fermi”. Adesso – aggiunge – bisogna puntare a fattori che possono essere più competitivi per il Paese. Ad esempio, siamo rallentati dalla burocrazia, nonché dai tempi della giustizia”. Davanti al capo dello Stato Giorgio Napolitano, Marcegaglia ha chiesto “uno scatto d’orgoglio di tutta la classe dirigente del Paese”, e che “si abbassino i toni della polemica politica: che cessino attacchi e delegittimazioni reciproche”. La Marcegaglia lancia poi un “avviso finale” alla politica. “Attenti – aggiunge -, in un momento così noi saremo pronti a a batterci per l’Italia, anche fuori dalle nostre imprese, con tutta la nostra energia, con tutta la nostra passione, con tutto il nostro coraggio”.

“Non agiamo sotto la pressione di nessuno” ha poi continuato la presidente. Il riferimento è alla Fiat e il passaggio riguarda la parte della relazione sul tema dei contratti, al centro del confronto tra l’associazione degli industriali e l’azienda automobilistica. Staccandosi dal testo, Marcegaglia fa una digressione e specifica: “Sono finiti i tempi in cui poche aziende decidevano l’agenda di Confindustria, proseguiremo a modernizzare le regole sindacali senza strappi improvvisi che fanno male al sistema delle imprese e del Paese”. Il dovere che sente come guida dell’associazione, spiega, è quello di “rappresentare tutti: piccoli, medi e grandi”. “Non ci sono soci di serie A e di serie B”, conclude.

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