Ma tu guarda. Il nostro Presidente del Consiglio chiede di esser giudicato dal Tribunale dei ministri perché la notte del 27 maggio 2010 si stava occupando di alta diplomazia internazionale (e non di pararsi il curriculum). La nipotina di Mubarak, in evidente difficoltà tra concorsi di bellezza e amiche che esercitano l’antico mestiere, aveva bisogno di sostegno istituzionale ed ecco impeccabile la soluzione del premier: telefonata di Stato in Questura più affidamento della minorenne Ruby a un autorevole membro dell’assemblea lombarda, all’anagrafe Nicole Minetti, professione briffatrice notturna.

Insomma un lavoretto ben fatto in nome dei fondamentali rapporti Italia-Egitto. Ma in queste ore anche lo zio Mubarak avrebbe bisogno di una mano, visto che il Paese è in fiamme e a lui vogliono fare la pelle – come a tutti i dittatori quando il regime cade. Stranamente però l’amico Silvio stavolta latita, e il suo uomo degli esteri, Franco Frattini, è in montagna a sciare anche questo weekend (come lo scorso): pazienza per la rivoluzione al Cairo, c’è già tanto da fare tra piazze milanesi in ritirata e Parlamento romano in via di frantumazione.

E poi c’è l’episodio Cagliari, che dice più di tutto. L’ex presidente tunisino Ben Alì atterra col suo jet in fuga chiedendo ospitalità. Sarkozy gli ha già detto no, Berlusconi fa il bis. E se molla al suo destino l’uomo che ha coccolato per anni Bettino Craxi, amico fraterno e mito di Silvio, è chiaro che ormai non ce n’è più per nessuno. Frattini, porta la sciolina.

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