Siamo all’happening, alla seduta collettiva di coscienza, al comizio perenne, qui a Mirabello. Tutti in attesa dell’ora “X”. Di sentire Gianfranco Fini alle 19. Di vederlo arrivare per sciogliere le riserve. L’attesa. Da questa mattina alle undici i militanti si ritrovano per parlare, confrontarsi, scambiare opinioni. Così è normale vedere un capannello, sentire un timido applauso o una testa che annuisce. La parola d’ordine resta sempre la stessa: tornare a fare politica, non servire più il padrone. Lo vogliono, lo pretendono, nonostante molti leader appaiono molto più pragmatici e attenti a non scavare ulteriolmente il solco del distacco da Berlusconi & Co. Eppure il “Messia”, durante l’incontro con i suoi di Fli all’ora di pranzo, un’indicazione l’ha data immediatamente: “Mi raccomando, dobbiamo, dovete essere granitici: la scelta fatta non è semplice, ma dobbiamo andare avanti uniti”. Quindi basta divisione tra falchi e colombe, per una strategia comune.

Nel frattempo il paesino emiliano è invaso (si attendono circa 10mila persone) da piccoli amministratori locali giunti da ogni parte d’Italia, dal profondo sud alle più vicine provincie del nord est, che raccontano la loro esperienza politica, le loro vicissitudini e la mancanza di una guida certa e sì, anche qualificata. Ricordano i tempi di Alleanza nazionale, del contrasto alla Lega, e piangono la scelta troppo veloce di Fini di sciogliere il partito. Una scelta amara per lo stesso Presidente della Camera, come ha recentemente confidato a uno dei suoi colonnelli: “Ho sbagliato, gli ho regalato tutto senza valutare che ci avrebbe semplicemente annesso”, le sue parole.

Così per ricominciare è utile ritrovare anche le radici, e per questo è stato chiesto un immane sforzo a Mirko Tremaglia, presente alla Festa Tricolore, nonostante i tanti anni (classe 1926), e gli altrettanti acciacchi. Per lui un’ovazione. Con qualche braccio teso, ma soprattutto lacrime.

Certo non tutto è “liscio”. La voce prima, e la certezza poi, di Elisabetta Tulliani in prima fila ha fatto storcere naso e bocche: la preoccupazione è di distogliere l’attenzione rispetto al vero scopo di Mirabello. E magari di fomentare i contestatori poco convinto delle scarse risposte di Fini rispetto all’affare Montecarlo. Si vedrà, manca poco.

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