Cos’hanno in comune un trentenne di Grosseto e un assessore veneto della Lega Nord? In apparenza niente. In realtà, se si guarda bene, sono vittime – ognuno a suo modo – dell’escortmania. Un virus che ha colpito la penisola, dal nordest alla Toscana, dal profondo sud alle periferie delle metropoli. E che si sta manifestando in tutta la sua pericolosità in questa stagione estiva un po’ ballerina, che alterna piogge torrenziali a serate afose popolate dalle zanzare tigre.

Partiamo dal trentenne grossetano, che per comodità chiameremo Mario B., visto che nessuno ha avuto il coraggio di trascriverne il nome. Il nostro Mario fa il rappresentante in un centro commerciale, ogni mattina si alza presto, prende la macchina e in un quarto d’ora è al lavoro. La sera torna a casa, guarda la televisione, esce con gli amici. Un ragazzo tutto sommato normale. Vabbé, vive ancora con i genitori, ma chi non lo fa a trent’anni? Con quello che costano gli affitti, le bollette e tutto il resto.

Poi un giorno succede il patatrac: Mario arriva a casa disperato. Gli hanno rubato la macchina, dice. Con tutti i soldi che aveva nel portafoglio. 1.500 euro in contanti. Una cifra che oggi è normale portarsi in tasca, vatti a fidare delle banche. Scatta la denuncia alla polizia. Partono le ricerche in tutta la città. Alla fine la macchina viene trovata da un collega, parcheggiata in piena regola in una via del centro. Dall’abitacolo non manca niente e non si vedono segni di effrazione – riporta Il Tirreno il 15 agosto. Ci sono lo stereo e il computer portatile e c’è anche il portafoglio. Ma i 1.500 euro sono misteriosamente scomparsi.

Davanti alla macchina Mario scoppia in lacrime. “Sono stato io”, confessa. “Ho finto il furto per giustificare i soldi che ho speso con una escort”. 500 euro per una cena a base di aragoste e champagne in un ristorante esclusivo e 1.000 per una notte di passione. Come avrebbe potuto confessarlo ai genitori? Meglio fingere.

E il nostro eroe ha finto talmente bene che, dopo il furto simulato, ha rubato – stavolta sul serio – una bici per andare al lavoro. Ora è denunciato per simulazione di reato e furto di bicicletta. L’escortmania l’ha colpito in pieno, senza dargli la possibilità di reagire.

La storia dell’assessore leghista è più delicata. Alessandro Costa, 38 anni, delegato alla sicurezza pubblica del comune di Barbarano Vicentino, è stato iscritto questa settimana nel registro degli indagati “perché ritenuto il gestore di siti di annunci ove prostitute avevano la possibilità di offrire le loro prestazioni a internauti a caccia di sesso”, scrive l’agenzia Adnkronos. Siti internet specializzati nella gestione di appuntamenti con escort dall’est Europa e transessuali sudamericane. Il 19 agosto Costa si è dimesso, la Lega l’ha sospeso, i siti sono stati oscurati. “Mi limitavo a scatti artistici, a volte osé ma mai pornografici”, ha dichiarato l’ex assessore al Giornale di Vicenza. “Se poi, tra le modelle, ci fosse anche qualche squillo io non lo sapevo”. Di questo dovrà ora convincere la magistratura.

Intanto il virus dell’estate ha già trovato il suo cantore. Due giorni fa lo scrittore Stefano Benni ha presentato a una folla ammirata la sua “Escort song” (link: http://www.unita.it/news/102512/la_canzone_escort_song).

Non ti amo ma se paghi t’amo/Su fingiamo oui je suis l’escort (…). Mille duemila tremila in contanti e sempre tua sarò. In attesa di trovare il vaccino giusto per l’escortmania non ci resta che scaricare la canzone e ascoltarla sull’i-pod. Dicono che serva, almeno per alleviare i primi sintomi.

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