Sono tutti concordi: il Pd crolla, il Movimento Cinque Stelle rallenta ma contende ai dem il primo posto nei sondaggi e il centrodestra risorge. Mentre Matteo Renzi ripete il suo mantra (“Non è tempo di alleanze”), i sondaggi dicono l’esatto contrario. Cioè, che anche se il Partito Democratico si alleasse – guardando al centro o virando a sinistra – oggi avrebbe difficoltà a trovare una sponda in grado di portarlo a formare una maggioranza. Mentre dall’altra parte, l’ennesima resurrezione di Silvio Berlusconi e il boom della Lega Nord, garantiscono al centrodestra unito – lo stesso che ha vinto a Genova, tanto per intenderci – la possibilità di governare. La fotografia scattata venerdì dall’Istituto Ixè rilevando le intenzioni di voto per la trasmissione di Raitre, Agorà, è quasi sovrapponibile a quanto raccontano Ipsos e Demos per La Repubblica e Corriere della Sera.

Demos: Pd e M5s appaiati, la destra unita al 32,9%
Anzi, nel caso del sondaggio pubblicato dal quotidiano romano, la situazione del Partito Democratico è ancora più difficile. Non è mai sceso così in basso negli ultimi tre anni. L’effetto Renzi, insomma, è finito. Di più: il segretario perde anche 7 punti nel gradimento tra i leader, scivolando alle spalle di Matteo Salvini. Il 40 per cento delle Europee? Un ricordo sbiadito. Di quel 40,8% i dem hanno lasciato per strada 14,5 punti percentuali. Oggi raccoglierebbero il 26,3% dei voti. Il 2,2 per cento in meno rispetto a un mese fa. Il calo esiste anche per il Movimento Cinque Stelle che si fermerebbe al 26%, un punto e mezzo in meno rispetto a fine maggio, ma ormai praticamente incollato. Chi rimonta è il centrodestra. Tutto. Forza Italia passa dal 13,3 al 14,4% e come raccontava Berlusconi negli scorsi giorni commentando i ballottaggi, di certo il suo ritorno in tv qualcosa ha contato. Ma a gioire è anche la Lega Nord che secondo Demos arriva al 13,8%, praticamente un punto in più rispetto a 30 giorni fa. Oltre il doppio rispetto alle Europee 2014 e mai così in alto negli ultimi tre anni. Guadagnando terreno anche Fratelli d’Italia (da 4 a 4,7%) il centrodestra unito in questo momento raccoglierebbe il 32,9% dei voti. L’unica coalizione (possibile) in grado di superarlo? Pd, Mdp e altri soggetti di sinistra che – sostiene Demos – arriverebbero al 34 per cento. Ma Renzi ripete: “Non è tempo di alleanze”. Eppure, proprio tra gli elettori del Pd, l’alleanza a sinistra è quella che più scalda i cuori.

Ipsos: M5s primo partito, Lega al 15%
Le rilevazioni di Ipsos per il Corsera concordano in toto. E anche se la percentuale del Pd (27,8) è più alta, la situazione non migliora. Un punto e mezzo in meno rispetto al 7 giugno e M5s ancora avanti, grazie al 28,3% dei voti (anche se, in questo caso, il passo indietro è più netto: -2,2%). La governabilità? Difficile con l’Italicum, anche secondo l’istituto guidato da Nando Pagnoncelli. L’unica possibilità di trovarla – afferma Ipsos – è mettere insieme Grillo, Salvini e Meloni. Aggregando i voti, indipendentemente dalla legge elettorale, invece, il centrodestra unito resta la coalizione ‘possibile’ più forte. Anche perché Fi e Lega schizzano: 14,3% per il partito di Berlusconi, 15% per quello di Salvini. Con Fratelli d’Italia al 4,2%, la somma è presto fatta: 33,5 per cento. Una crescita dovuta all’incremento chiaro di Forza Italia (+0,8) e al boom della Lega (+2,6). E anche gli italiani intervistati da Ipsos lanciano un messaggio a Renzi: il 54% degli italiani – dice Pagnoncelli – ritiene che allearsi con la sinistra sia la mossa giusta.

Ixè: -1,9 per il Pd. E la Lega guida il centrodestra
Ieri Ixè aveva certificano che nell’ultimo mese il Pd è passato dal 29,3% al 27,4%. Una discesa secca, come hanno dimostrato le urne. Più contenuto il calo dei Cinque Stelle, ora al 26,8. In crescita tutti gli altri partiti. Il balzo più importante è quello della Lega di Matteo Salvini, schizzata al 14 per cento (era al 12,6). Subito dietro gli incrementi di Forza Italia e Articolo Uno-Mdp, che rispetto al 26 maggio hanno guadagnato lo 0,7%. Mentre Fratelli d’Italia è ferma al 4,4 e, in un centrodestra unito, sarebbe decisivo per staccare nettamente il Pd che in questo momento faticherebbe anche in coppia con Mdp. Il partito di Silvio Berlusconi è infatti al 13,7%, mentre il nuovo soggetto politico di Bersani e D’Alema passa dal 2,7% al 3,4%. La somma? L’aggregazione dei voti di Lega Nord, Forza Italia e Fdi-An è 32,1% con Salvini a giocare un ruolo chiave nella lotta per la leadership. Al Pd non basterebbe far pace con gli scissionisti (30,8) per mettere la freccia.

 

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