Gli iscritti hanno già deciso, quindi il Movimento Cinque Stelle voterà il modello di legge elettorale frutto dell’intesa con il Pd e Forza Italia. Beppe Grillo stronca sul nascere i malumori all’interno del Movimento sulla riforma elettorale. “E’ un mega-Porcellum” aveva detto per esempio la senatrice Paola Taverna. Ma altre ricostruzioni parlavano anche dei dubbi di Roberto Fico. Ora il garante del M5s scrive sul blog che con questo sistema “vogliamo garantire agli italiani che potranno votare al più presto con una legge elettorale costituzionale“. Grillo assicura che ai Cinquestelle non interessa “garantire la rielezione di questo o quell’altro portavoce. Quello che conta è far rispettare il nostro metodo e garantire al Paese di avere una legge elettorale costituzionale, non il Verdinellum“.

D’altra parte, ricorda Grillo, il M5s “chiede di andare al voto dal 4 dicembre e sin da allora abbiamo proposto di approvare una legge elettorale costituzionale che permettesse di farlo. Prima era il Legalicum, ora è il modello tedesco, votato a stragrande maggioranza dai nostri iscritti con oltre il 95 per cento delle preferenze. I portavoce del Movimento 5 Stelle devono rispettare questo mandato perché il testo depositato in commissione mercoledì sera corrisponde al sistema votato dai nostri iscritti: proporzionale con 5% di sbarramento e divisione tra seggi proporzionali e collegi uninominali con predominanza dei primi per assegnare i seggi”.

Grillo continua a chiamarlo sistema tedesco ma dall’altra parte ammette che la riforma in discussione è diversa. Grillo risponde all’obiezione in questo modo: “Le differenze esistenti con il modello tedesco sono dovute alle diversità dell’assetto costituzionale esistenti tra la Germania e l’Italia. In Italia il numero dei parlamentari non può essere modificato perché è fissato dalla Costituzione. Il ‘tedesco’ non prevede preferenze, ma prevede liste talmente corte da renderle superflue, che sono proprio quelle raccomandate dalla Corte costituzionale nella sua sentenza ammazza-Porcellum perché in grado di far riconoscere gli eletti agli elettori, e in ogni caso il Movimento 5 Stelle indirà le parlamentarie online che si svolgeranno su Rousseau“.

Che ci sia più di un problema nel raffronto tra tedesco e sistema Pd-Fi-M5s lo conferma il fatto che Danilo Toninelli, deputato della commissione Affari costituzionali della Camera, annuncia altri emendamenti. I Cinquestelle non solo vuole introdurre il voto disgiunto (il Pd ha già detto no), ma ora spinge per eliminare le pluricandidature che sono un altro acceleratore di “candidati blindati”. “Quello tedesco è un modello costituzionale – dice Toninelli – stiamo cercando di renderlo ancora più democratico. Non ci piacciono le pluricandidature e cercheremo di dare anche un correttivo di governabilità. Se otterremo queste cose, il testo sarà quello votato dai nostri iscritti e nessun portavoce del Movimento potrà esimersi dallo schiacciare il pulsante verde in Parlamento”.

Se proseguono le proteste di Alternativa Popolare (“Fa sorridere che il M5S chiami il suo popolo a decidere sul tipo di legge elettorale, ma poi neghi a tutti gli elettori il potere di decidere i propri eletti”), ora sembra perdere pezzi anche il fronte dei favorevoli. Non solo proseguono i malumori dentro al Pd, ma Sinistra Italiana – che inizialmente aveva dato l’ok a Renzi – ora chiede che il sistema sia cambiato perché non è il tedesco che le era stato promesso: “La soglia di sbarramento per noi non è un problema – dice il segretario Nicola Fratoianni – Ma abbiamo anche detto che va bene un sistema elettorale proporzionale che abbia a cuore la ricostruzione della rappresentanza, principio troppo a lungo mortificato. Però una legge elettorale proporzionale deve senza trucchi o imbrogli, quello che abbiamo davanti non è finora un sistema elettorale tedesco. In commissione deve essere cambiato”.

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