“Sono una che lavora, lavora e lavora”. “Pure quando sono a Roma lavoro dal mattino alla sera per contribuire ai conti economici dei miei giornali”, dice. E infatti: da quando s’è improvvisata editore, l’onorevole Daniela Santanché frequenta sempre meno il Parlamento. Nonostante le cure che dedica ai propri affari privati, però, i conti della sua “Visibilia” non vanno benissimo: sei mesi dopo aver rilevato Novella2000 e Visto ha deciso di mettere i suoi giornalisti in cassa integrazione, pena i licenziamenti. Al telefono ancora si stupisce di quanto costino i giornalisti, nonostante la storica relazione con Alessandro Sallusti cui ha preferito – in ultimo – il bel principe Dimitri d’Asburgo. Ora però gli stipendi sono diventati improvvisamente un problema. Chi non perde mai il gusto del gossip l’ha subito ribattezzato “l’effetto Dimitri”.

Aveva comprato le due testate al prezzo simbolico di 1 euro da Prs (che le aveva rilevate a sua volta dal gruppo Rcs) accollandosi però 700 mila euro di debiti pregressi. I dipendenti, una quindicina, sono così transitati da una scatola all’altra. Imbottire le pubblicazioni della pubblicità che Daniela vende a se stessa non è bastato a far quadrare i conti, e qualcosa bisogna pur fare. Ai 15 dipendenti la Santanché propone la cassa integrazione al 70%, prendere o lasciare. Loro non ci stanno, salgono sulle barricate. Si arriva al muro contro muro e lei non molla un centimetro. “Non ho licenziato nessuno e non vorrei farlo adesso”, minaccia. L’acquisizione è stata fatta con un patto di stabilità che la impegnava a non fare cambiamenti. “E’ scaduto il 30 giugno, dal primo luglio posso agire per mettere in equilibrio le testate e salvare i posti di giornalisti e grafici. Se collaborano e accettano la cassa integrazione. Meglio del licenziamento, no?”.

Il problema? “I miei dipendenti sono purtroppo troppi. Ma non è un problema solo mio, guardi quanti licenziamenti hanno fatto i grandi gruppi, da Rcs, Espresso. Io finora non ho licenziato nessuno ma non mi posso permettere di mantenere giornalisti con stipendi da 130-140mila euro l’anno, quando alcuni loro colleghi si accontentano di tre euro a pezzo, perché queste sono le tariffe del web che ha rivoluzionato tutto. Non dico di arrivare a tanto, ma ai giornalisti chiedo di riconoscere che le cose sono cambiate, che il loro mondo non c’è più e per sopravvivere bisogna fare delle rinunce. Per avere uno sbocco, per salvare dei posti. Siccome vedono che fuori da Visibilia non c’è l’America e si parla di tagli, esuberi e licenziamenti ovunque chiedo loro di essere ragionevoli. Tra un anno, poco più, saremo tutti contenti”.

Dall’altra parte la rappresentanza sindacale chiede chiarezza sui conti e insiste: il problema non può essere il costo del lavoro, visto che le buste paga al momento dell’acquisizione erano lì da vedere, se solo l’imprenditrice Santanché avesse voluto. Lamenta poi una serie di investimenti mancati: il piano per rilanciare Novella2000, l’idea di organizzare una mostra itinerante per l’Italia perché “è il costume di questo Paese”. Nessuno li ha visti, così come il progetto di uscita in formato ridotto a carta patinata. Roba che costa mentre qui si risparmia, puntando sul web dove non ci sono costi di stampa e di carta. “E’ lì che stiamo concentrando gli sforzi”, spiega l’imprenditrice parlamentare.

“Su Novella il Corriere non aveva mai fatto il web e lei sa quanto tira il gossip in rete, abbiamo debuttato il 9 febbraio su Internet e oggi abbiamo circa 3 milioni di pagine viste e un milione di utenti in esclusiva. Abbiamo fatto “Ciack Generation” per intercettare gli appassionati di serie. Insomma stiamo cercando di intercettare la domanda del mercato alle condizioni del mercato. Sono una che lavora, lavora e lavora. Lo riconoscono tutti, tolto quando sono a Roma e pure quando sono lì lavoro dal mattino alla sera per contribuire ai conti economici dei miei giornali”. Lo si vede dall’indice Openpolis sull’attività parlamentare: le sue presenze non vanno oltre il 27% e per produttività è in fondo alla classifica: 622esima su 630 deputati. In tre anni di legislatura,  per dire, la Santanché ha collezionato un solo disegno di legge, un’interrogazione, due emendamenti. Effetto Dimitri, a carico dei contribuenti.

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