“Lei era qui per un chiarimento, abbiamo litigato per l’ennesima volta e mi è partito un embolo”. La confessione è arrivata nella notte: Arturo Saraceno, l’operaio 33enne che nel pomeriggio del 17 maggio ha ucciso a coltellate l’ex fidanzata di 25 anni, Debora Fuso, a Magnago, nel Milanese, ha ammesso di avere ucciso la donna dopo un litigio. Poi si è sferrato diversi fendenti al petto, ma i medici dell’ospedale di Legnano sono riusciti a salvargli la vita.

La confessione è arrivata dopo una serata trascorsa in Procura a Legnano. Dove Saraceno ha risposto alle domande degli inquirenti subito dopo essere stato dimesso dall’ospedale, in cui era piantonato dai carabinieri. Il pubblico ministero Maria Cardellicchio dovrà ora valutare gli elementi raccolti dai carabinieri di Legnano guidati dal capitano Francesco Cantarella per modificare eventualmente il capo di accusa.

Inoltre la Procura e i carabinieri hanno richiesto di effettuare test alcolemici e tossicologici su Saraceno, nonostante non vi siano elementi per pensare che l’operaio fosse in stato di alterazione al momento dell’omicidio. La coppia si era lasciata ad aprile, per la quarta volta in sei anni. Le ultime settimane erano state un susseguirsi di accese discussioni, stando ai condomini della palazzina in via Cardinal Ferrari dove vivevano assieme. Mai nessuna segnalazione era arrivata alle forze dell’ordine. Poi l’omicidio.

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Milano, uccide la fidanzata a Magnago dopo lite per gelosia e tenta il suicidio. Arrestato operaio di 33 anni

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