Le tribù africane come interlocutore nel processo di pace in Libia e nel Corno d’Africa. A promuovere l’incontro è stato l’ex presidente del Consiglio ed ex della commissione Ue Romano Prodi che a Bologna ha ospitato sua maestà Mwenda Bantu Munongo Masula Godefroid dalla Repubblica Democratica del Congo, il sultano dei Tuareg Ag Hamatou Bajan dal Mali e sua maestà Fiti V Torgbui Ameya dalla Repubblica del Ghana.

L’obiettivo è quello di organizzare prossimamente una grande riunione dei responsabili delle maggiori tribù a Addis Abeba, a Bruxelles o in qualche capitale Europea. “Non era il primo incontro, ovviamente”, ha commentato Prodi. “Mi hanno sottolineato il ruolo possibile delle tribù per un processo di pacificazione in Libia e nel Corno d’Africa. Sono disponibili, anzi desiderosi di una grande riunione dei responsabili delle maggiori tribù per poter aiutare i processi di pace in queste due zone”. Per l’ex premier, quella delle tribù è “una disponibilità che è molto importante. Perché non dimentichiamo che il rappresentante Tuareg ha una grande influenza sulla zona più delicata del sud della Libia, la zona tra l’altro in cui sono depositate le maggiori quantità di armi dell’ex arsenale di Gheddafi. La zona in cui tuttora è necessario una grande azione di pacificazione, di grande passaggio di armi verso il sud e della droga verso il nord”.

Prodi dal 2008 è a capo del gruppo di lavoro Onu-Unione Africana sulle missioni di peacekeeping in Africa. A fine 2014 era emersa l’indiscrezione secondo cui Matteo Renzi avrebbe deciso di non sostenerlo come mediatore delle Nazioni unite nel difficile scenario: al suo posto è stato infatti nominato Bernardino Leon. La scelta del presidente del Consiglio ha di conseguenza raffreddato i suoi rapporti con Prodi stesso, che però ha continuato a mantenere contatti con i rappresentanti della zona.

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