Primo Nico Rosberg, secondo Lewis Hamilton. Ma non è stato il solito dominio Mercedes. Nel Gp d’Australia 2016 non è cambiato nulla ed è cambiato tutto: dei primi sei della classifica, cinque sono quelli dello scorso anno. Persino la falsa partenza al via della Red Bull di Kvyat è la stessa del 2015. Ma stavolta in pista è gara vera, e non solo perché i gradi nella scuderia tedesca si ribaltano. La Ferrari corre alla pari e il terzo posto di Vettel sta stretto al Cavallino per quanto visto sul tracciato: se deve accontentarsi di un podio che non migliora il risultato del passato, è solo per una questione di gomme e strategia. La stagione di Formula 1 2016 comincia col botto: compreso quello di Alonso, protagonista di uno spaventoso incidente senza conseguenze, che però condizionerà in maniera decisiva la gara di tutti i piloti. Il primo degli altri alla fine è Daniel Ricciardo sulla Red Bull (quarto), quinto il “vecchio” Felipe Massa. Mentre l’altra Ferrari di Raikkonen rompe il motore e abbandona al 24° giro: campanello d’allarme per una macchina rivoluzionata, forse unica nota stonata di una giornata comunque positiva, nonostante il risultato non del tutto soddisfacente.

La levataccia pretesa dal fuso orario di Melbourne (si parte alle ore 6 italiane) ha un senso per i tifosi della Rossa, che ritrovano una macchina competitiva fin dalla prima curva. Alla partenza si ripropone l’incubo di Daniel Kvyat, che si pianta in mezzo alla griglia durante il giro di ricognizione come l’anno scorso e non corre. Il secondo semaforo è quello buono. E quando si spegne le rosse si mangiano le grigie: Vettel brucia Hamilton e Rosberg, che quasi si toccano, anche Raikkonen si infila alle sue spalle. Mentre il campione del mondo dalla pole perde addirittura cinque posizioni, e si ritrova bloccato in mezzo al gruppo dal talentino Verstappen (classe ’97 della Toro Rosso, che monta motore Ferrari e fa un favore agli amici italiani). Così, volente o nolente, diventa lo scudiero Rosberg il cavallo su cui puntare per Toto Wolff e la Mercedes.

La corsa, però, cambia nelle retrovie al 19° giro. Fernando Alonso centra in fase di sorpasso Gutierrez ad oltre 200 km/h, cappottandosi sulla via di fuga. Per fortuna il pilota spagnolo esce illeso dalla monoposto distrutta, i giudici danno bandiera rossa per ripulire il tracciato. Quando si riparte dopo 20 minuti di stop, nulla sarà più lo stesso: i distacchi si sono azzerati, soprattutto la Mercedes sceglie di montare la gomma media anche sulla macchina di Rosberg (Hamilton lo aveva già fatto da qualche tornata), e di non fermarsi più fino alla fine. Un azzardo relativo (che la mescola avesse una gran tenuta lo si era già visto nei test ufficiali), una mossa che i tecnici Ferrari non riescono a leggere: Vettel resta per i due pit-stop e la strategia si rivelerà perdente. Discorso che comunque vale anche per gli altri piloti: tutta la classifica premierà quelli che puntano sulla sosta singola. Ad esempio le due Toro Rosso di Sainz e Verstappen sembrano valere molto più del nono e decimo posto finale (con tanto di duello e contatto fra compagni agli ultimi giri). Mentre la sesta posizione della debuttante Haas di Grosjean è un exploit tutto da confermare.

In testa il sorpasso delle due Mercedes a Vettel avviene ai box, e quando anche la Red Bull di Ricciardo si ferma, si ricompone la coppia tedesca. Ci si mette anche un problemino nella seconda sosta a rallentare il ferrarista: 2-3’’ di troppo per una ruota bloccata che avrebbero potuto cambiare le sorti almeno per il secondo posto. Con l’ultima gomma morbida Seb prova a rimontare nel finale: guadagna qualcosa, non a dismisura perché la media tiene più che dignitosamente (elemento da valutare anche per i prossimi Gp). Si riavvicina a Hamilton quando manca poco alla bandiera a scacchi, ma va lungo nel tentativo di forzare il sorpasso. Peccato e pazienza al contempo: magari l’appuntamento è solo rimandato fra due settimane in Bahrein. Quando le qualifiche torneranno al passato (il nuovo format ad eliminazione è stato un flop clamoroso ed è già stato bocciato), si spera lo spettacolo resterà lo stesso di questo inizio incoraggiante per la Ferrari. Battuta pesantemente ai box, non in pista. La sfida alla Mercedes riparte da qui.

ORDINE D’ARRIVO: 1) Rosberg (Mercedes); 2) Hamilton (Mercedes); 3) Vettel (Ferrari); 4) Ricciardo (Red Bull); 5) Massa (Williams); 6) Grosjean (Haas); 7) Hulkenberg (Force India); 8) Bottas (Williams); 9) Sainz (Toro Rosso); 10) Verstappen (Toro Rosso); 11) Palmer (Renault); 12) Magnussen (Renault); 13) Perez (Force India); 14) Button (McLaren); 15) Nasr (Sauber); 16) Wehrlein (Manor).
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