Stasera sarà superospite straniero Hozier, direttamente dall’Irlanda al palco dell’Ariston. Uno dice, ma chi è Hozier, e volendo potrebbe anche avere buoni motivi per chiederlo. Perché il nome Hozier, da solo, dice poco. Se però ci mettiamo di fianco il titolo del brano che porterà sul palco, brano che ha fatto quasi cento milioni di visualizzazioni su Youtube, e solo nel nostro paese ha vinto cinque dischi di platino, la faccenda cambia.

Il titolo è Take me to Church, una delle hit di questi anni, brano che più di ogni altra sembra incarnare alla perfezione lo spirito di questo strano Festival della Canzone Italiana. La canzone infatti, se siete tra i quasi cento milioni di visualizzatori del video ben lo sapete, è diventato un simbolo della lotta all’omofobia. Invitato a Sanremo quest’anno, tra polemiche sulle unioni civili legate a Elton John e lacci arcobaleno, sembra proprio la quadratura di un cerchio.

Sicuramente, visto come ieri Carlo Conti è riuscito a aggirare il pendaglio tricolore esibito da Eros Ramazzotti, anche stasera non si parlerà sul palco del ddl Cirinna‘, in una sorta di scollamento tra quel che succede nelle canzoni e quel che succede nel mondo, rovesciamento di quel che cantava un tempo Mietta. Ce ne faremo una ragione, contando sul fatto che il messaggio di Take me to Church arrivi lo stesso, perché la musica, a volte, arriva dove le parole non riescono.

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