Ventiquattro i corpi ritrovati dopo l’ennesimo naufragio nelle acque dell’Egeo tra Turchia e Grecia, stavolta al largo dell’isola di Samo. Lo riferisce la Guardia costiera di Atene. Tra i morti, secondo quanto riporta Al Jazeera, 18 sarebbero bambini, di cui 5 femmine e 13 maschi. Dieci sono invece le persone soccorse finora, 5 delle quali trovate sul relitto di un barcone in legno.

Alcuni dei superstiti sono stati tratti in salvo mentre erano aggrappati alla barca, altri quattro erano in acqua. E’ il secondo naufragio in meno di 24 ore: solo mercoledì mattina 7 persone tra cui 2 bambini sono morte vicino alla costa dell’isola di Kos, in Grecia, che insieme con Samo è tra le principali porte d’ingresso per i rifufiati verso l’Unione Europea.

Secondo gli ultimi dati dell’Organizzazione internazionale delle migrazioni (Oim), dal 1 gennaio 2016 sono arrivati in Grecia via mare oltre 45mila migranti e rifugiati, una cifra di 31 volte superiore se paragonata ai numeri del gennaio 2015. Per la Grecia questo è un momento molto delicato, reso ancora più fragile dai costanti arrivi che sfidano il freddo e continuano ad approdare sulle coste greche. L’avvertimento ricevuto dalla Commissione europea incrina i rapporti tra Bruxelles e Atene. Quest’ultima, accusata di soffrire del deficit nei controlli delle frontiere, ha avvertito che “non è costruttivo” optare come soluzione la sospensione dela libera circolazione prevista da Schengen e “provare a isolare la Grecia”.

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