Torna libero dopo più di cinque mesi di detenzione Abdel Majid Touil, il 22enne marocchino arrestato a maggio su richiesta delle autorità tunisine perché ritenuto ingiustamente il fiancheggiatore dei terroristi islamici responsabili dell’attentato al museo del Bardo il 18 marzo scorso. Lo ha deciso il giudice di pace di Torino Giovanni Pomero accogliendo l’istanza dei difensori e della Procura di Torino contro il trattenimento al Centro di identificazione ed espulsione (Cie), un passaggio che preannunciava l’espulsione in Marocco del giovane. Nonostante la decisione del giudice di pace di non convalidare il trattenimento, rimane pendente il provvedimento di espulsione. Sono tre i possibili scenari: i legali di Touil potrebbero presentare un ricorso al giudice di pace di Milano contro l’espulsione, chiedere lo status di rifugiato politico per il giovane, oppure la Questura di Milano potrebbe revocare il provvedimento.

Se espulso dall’Italia Touil rischierebbe nuovamente l’estradizione in Tunisia, un’estradizione negata dall’Italia mercoledì 28 ottobre perché nello Stato arabo è ancora vigente la pena di morte. Su questo argomento ha fatto leva stamattina la difesa degli avvocati Silvia Fiorentino e Guido Savio a cui si è aggiunto l’intervento del sostituto procuratore Vincenzo Pacileo: “La procura della Repubblica di Torino ha ritenuto di presenziare all’udienza e ha aderito alla richiesta dell’avvocato Guido Savio, difensore del Touil, di non convalidare il trattenimento ritenendo, in adesione ai principi enunciati dalla Corte europea dei diritti umani, che l’espulsione del medesimo possa esporlo a gravi rischi personali”, ha spiegato il procuratore capo Armando Spataro in un comunicato.

Questo intervento, previsto dalle norme ma usato raramente, potrebbe lanciare un segnale alle istituzioni che affronteranno il caso in futuro. Giunto in Italia su un barcone dalla Libia, Touil è sbarcato a Porto Empedocle il 17 febbraio scorso e poco dopo aveva già in tasca il decreto di espulsione firmato dalla Questura di Agrigento, motivo per il quale è stato portato al Cie dopo la scarcerazione. “Penso che dopo la sentenza di oggi le autorità potrebbero annullarlo in autotutela”, afferma l’avvocato Savio.
Nel frattempo il legale ha chiesto ai funzionari della polizia torinese di non lasciare uscire dal Cie Touil prima dell’arrivo dei difensori e della madre Fatima: “Grazie a Dio è uscita fuori la verità”, ha dichiarato all’Ansa, partita in treno da Milano per raggiungere il figlio. “Stamattina ha parlato con la mediatrice marocchina che lo ha seguito nel carcere di Opera ed era ancora molto confuso”, spiega Savio. Nei giorni scorsi il giovane non riusciva a riconoscere la voce della madre al telefono né l’avvocatessa Fiorentino che lo ha seguito in tutti questi mesi.

Touil si trova nel Cie di Torino da mercoledì pomeriggio, cioè da quando è stato scarcerato per ordine dei giudici della Corte d’appello di Milano che hanno negato l’estradizione. Il giovane era finito nel carcere di Opera il 20 maggio scorso su richiesta delle autorità tunisine che volevano fosse estradato. Secondo i pm di Milano Maurizio Romanelli ed Enrico Pavone il ragazzo non aveva legami con gli attentatori che hanno provocato la morte di 24 persone tra cui quattro italiani.

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