Hanno decapitato i corpi delle loro vittime. Poi li hanno imbottiti di esplosivo. E non si sa il numero esatto di queste “nuove armi”. Secondo il rapporto di Handicap International, è l’ultimo orrore perpetuato a Kobane dai guerriglieri dell’Isis. I jihadisti riempiono i cadaveri con circa 20 chilogrammi di cariche esplosive, poi aggiungono più di 500 cuscinetti a sfera in acciaio. Il mix è pronto a saltare in aria al primo contatto, rappresentando una minaccia per i soccorritori e per i civili.

Frederick Maio, che gestisce le operazioni di sminamento di HI a Kobane, spiega che “quello che dobbiamo fare e quello che la popolazione ha accettato è trattare ogni corpo come sospetto – ha detto -. Anche se non sono una trappola esplosiva, ci sono stati così tanti incidenti che ora vengono toccati molto raramente”. Quello da fare quanto prima, aggiunge, è privilegiare la rimozione delle mine nelle zone residenziale, per permettere alla popolazione di riprendere le proprie attività”.

Secondo una ong che si occupa della sminamento, tra gennaio e l’inizio di maggio, 66 persone, in maggioranza civili, sono state uccise in 45 esplosioni a Kobane. La città siriana è a maggioranza curda e si trova al confine con la Turchia. I jihadisti l’avevano conquistata, poi hanno dovuto abbandonarla a gennaio dopo l’avanzata dei combattenti delle Unità di protezione del popolo curdo (Ypg) e dei peshmerga, sostenuti dai raid aerei della coalizione internazionale a guida Usa. Nei combattimenti comunque è stato danneggiato il 70 per cento della città, che è rimasta con una “densità e una varietà di residuati bellici” che non è “quasi mai” stata vista prima. A sostenerlo è proprio HI.

Isis rivendica gli attacchi in Arabia Saudita e Iraq
Secondo Site, il sito di intelligence che si occupa, tra le altre cose, di monitorare l’attività degli jihadisti sul web, l’Isis ha rivendicato l’attentato suicida davanti alla moschea sciita di Damman e quello nei due hotel di lusso a Baghdad, il Cristal Grand Ishtar (ex Sheraton) e il Babylon Warwick. Nel caso dei due alberghi, il cui bilancio è salito a 15 morti e 42 feriti, in un comunicato del gruppo pubblicato sui social network, si afferma che un attentatore suicida, di nome “Abu Qutaiba” ha parcheggiato un’auto carica di esplosivo davanti al Cristal. Poi ha portato un altro mezzo, con 230 kg di esplosivo a bordo, nei pressi del Babylon. Si è fatto quindi esplodere pochi secondi dopo la detonazione della prima autobomba.

La rivendicazione degli attacchi da parte dell’Isis è una prova di forza che, attualmente, si sviluppa su più direttrici che hanno come punti focali le capitali di Iraq e Siria. Da una parte i miliziani dello Stato Islamico, il 15 maggio, hanno sventolato la loro bandiera nera su Ramadi, città a 113 chilometri dalla capitale irachena poi parzialmente ripresa dalle forze governative. E adesso, con le due esplosioni a Baghdad, gli uomini del Califfo mostrano che sono in grado di agire all’interno della città.

E sembra che possano farlo anche in Arabia Saudita. L’autobomba esplosa vicino alla moschea di Damman ha provocato almeno 4 vittime, tra cui forse anche l’autista che sarebbe quindi un kamikaze. Le autorità saudite hanno spiegato che l’attacco mirava al luogo religioso nel giorno più importante della settimana islamica.

Baghdad e Arabia Saudita quindi, e con la conquista di Palmira, i jihadisti hanno mostrato di aver guadagnato terreno anche verso Damasco, capitale siriana vicina al confine libanese

In un nuovo video, un prigioniero si scava la fossa
Un prigioniero siriano, che si identifica con il nome di Ziad Abdel’al Abu Tarek viene costretto a scavarsi la fossa prima di essere decapitato da un jihadista. E’ il contenuto di un nuovo filmato dell’Isis riportato dal Daily Mail.

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