Mamma con bebèUna mamma mi porta a visita il suo ultimo nato, affetto da una forte immunodeficienza, ed io, come sono solito, le chiedo di parlarmi di come è andata la gravidanza e di come è stato il bambino dalla nascita in poi, perché, le spiego, i fattori che possono alterare il sistema immunitario infantile sono molteplici, sia fisici che psichici e sia del bambino in oggetto che dei suoi genitori, pertanto è importante valutare la storia dell’intera famiglia. La signora mi parla a lungo e si sofferma in particolare su quanto è accaduto dopo il parto parlandomi anche di una lettera che ha inviato al primario del reparto di Patologia Neonatale della sua città e che nei giorni successivi mi ha inviato permettendomi di pubblicarla affinché, come mi ha detto, “possa almeno servire di riflessione ai Pediatri ospedalieri”.

“Egr. Dottore,

sono la mamma di P., un bambino che è stato ricoverato presso il Vostro reparto dopo la nascita. Vengo ora a Lei con questa mia lettera perché desidero ringraziare per le cure prestate al mio bambino e perché desidero farLe conoscere un punto di vista diverso all’interno del Vostro reparto: quello del genitore.

Pur a distanza di tempo, definisco quel periodo come l’esperienza più straziante della mia vita. Il ricordo che ho di quei giorni è di un lacerante distacco dal mio bambino.

Ho trovato molto difficile poter stare con il bambino solo un’ora nei pasti, dover passare delle ore in salottino in attesa del pasto successivo o restare a guardarlo piangere dal vetro esterno senza poterlo consolare soprattutto se non aveva mangiato nell’orario prestabilito. Certamente per Voi il problema è la patologia da risolvere, ma sono convinta che una maggiore presenza fisica e il contatto della mamma proprio nei neonati sia un aiuto basilare nel risolvere il problema che ha portato il bambino da Voi.

Non Le nascondo che questa distanza forzata dal piccolo ha generato in me una grande depressione e sono sicura che il bambino stesso ha sentito questo mio malessere e sicuramente non gli è giovato. I sensi di colpa si fanno strada in una situazione come questa, anche quando non hanno ragione di esserci. Tutto ciò ha avuto una forte ripercussione fisica, cosicché ho perduto la possibilità di allattare il bambino. Come sarebbe potuto essere diversamente, se quando stavo con il piccolo in braccio per addormentarlo mi sentivo dire che il tempo a mia disposizione per stare con lui era scaduto?

Mi rendo conto che il reparto ha delle regole da osservare anche per il rispetto degli altri pazienti, ma non credo che la mamma seduta affianco al lettino del bambino dia molto disturbo, se non addirittura un sgravio di lavoro per il personale. Nel mio caso in particolare, il bambino è rimasto quasi sempre nei lettini per i controlli della glicemia, quindi non presentava una situazione particolare che gli impedisse di avermi vicino. La mia impressione è stata quella che non sia stato debitamente tenuto conto dell’importanza di questo fattore soprattutto da parte del personale infermieristico. Probabilmente ci sono delle problematiche che non conosco, ma spero vivamente che Lei vorrà tenere in considerazione quanto Le scrivo.

Le porgo distinti saluti”.

Lascio al lettore ogni commento chiedendomi semplicemente:

– Siamo sicuri che oggi, con i mezzi di cui disponiamo, non si possa salvaguardare uno stretto contatto della madre con suo figlio appena nato, dato che conosciamo benissimo l’immensa importanza che questa relazione ha sia per la psiche che per lo sviluppo corporeo del bambino stesso?

– Perché non riusciamo a trasferire nella pratica le conoscenza che la Psico-Neuro-Endocrino-Immunologica moderna ci insegna?

– Pensiamo che il sistema immunitario neonatale non venga influenzato dallo stress che il neonato vive in un ambiente asettico come quello ospedaliero quando viene “violentemente” allontanato da sua madre?

– In questa situazione, una qualsiasi infezione, specie se virale, e/o una terapia farmacologica non potrebbero trovare terreno facile per manifestare con maggior facilità ulteriori squilibri e quindi anche dei potenziali danni?

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