Continuano le tensioni sui mercati finanziari del Vecchio Continente che, dopo il crollo di mercoledì, hanno aperto la giornata all’insegna del nervosismo e hanno viaggiato quasi tutte in profondo rosso. Ancora una volta Milano è stata tra le peggiori con una perdita che ha toccato un massimo al 3,6% e ha poi chiuso a -1,21 per cento. Peggio ancora è andata a Lisbona e Madrid, mentre Parigi, Francoforte e Londra hanno seguito Piazza Affari a ruota. E’ chiaro che gli investitori stanno facendo nuovamente pressione sulla Bce che, a fronte delle resistenze tedesche, non ha ancora messo in campo un piano di acquisto obbligazionario sul modello della Federal Reserve americana. Un film, insomma, come quello che si era visto nelle scorse settimane dopo il direttivo dell’Eurotower di Napoli.

Naturali le ripercussioni sul fronte del debito sovrano, dove nel caso italiano il differenziale di rendimento tra i Btp decennali e gli omologhi tedeschi, lo spread, è tornato a salire ed è arrivato a quota 176 punti dopo un picco a 200, un livello che non si vedeva dallo scorso febbraio trascinato dalla febbre dei tassi d’interesse pagati dai titoli di Stato italiani che hanno sfiorato il 2,7% per poi sgonfiarsi al 2,58 per cento. Non a caso, ad avere la peggio in Borsa è stato ancora una volta il Monte dei Paschi di Siena, legato a doppio filo con lo Stato, che ha perso quasi il 9 per cento. Hanno seguono a ruota la Popolare di Milano (-4,9%), Telecom Italia (-4%) e Ubi (-3%). La tendenza, però, non riguarda solo l’Italia: ad essere bersagliati dalle vendite sono stati tutti i titoli pubblici del Vecchio Continente esclusa la Germania. E la situazione peggiore è quella della Grecia i cui bond decennali sono volati sopra l’8 per cento.  

Il riposizionamento dei mercati finanziari dopo l’euforia dei mesi scorsi “era atteso da tempo”, ha commentato il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan parlando ai microfoni di Radio anch’io. “Da tempo – ha aggiunto – avevo chiesto cautela”. Non a caso nei mesi scorsi il ministero aveva approfittato dei bassi tassi di interesse per fare incetta di liquidità a basso costo e non farsi trovare impreparato davanti alle prevedibili tempeste autunnali

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