Nessuna notizia. Nessun aggiornamento. Le condizioni di salute di Jules Bianchi, il 25enne pilota della Marussia in fin di vita dopo l’incidente al Gp di Formual 1 del Giappone, restano un argomento tutto interno al Mie General Hospital di Yokkaichi, l’ospedale dove il francese è stato operato al cervello per ridurre l’ematoma alla testa causato dallo schianto contro la ruspa che stava recuperando l’auto di Sutil. E dove oggi sono arrivati i genitori del pilota. Secondo quanto riporta ‘Nice Matin‘ si starebbe inoltre recando in Giappone anche il professor Gerard Saillant, luminare della chirurgia che è stato interpellato anche in seguito all’incidente sugli sci occorso a Michael Schumacher. Saillant, amico di Jean Todt e fondatore dell’Istituto del cervello e del midollo spinale (ICM), in passato ha anche operato in due occasioni l’ex attaccante brasiliano Ronaldo. L’unica certezza è che il 25 di Nizza (ricoverato in terapia intensiva) è ancora in gravi condizioni. La conferma è arrivata da una stringata dichiarazione della Fia: “Le sue condizioni sono gravi ma stabili” ha detto il portavoce della federazione”.

Dal centro medico giapponese, comunque, non filtrano commenti sul quadro clinico del pilota, né sono previsti bollettini medici in giornata. Il motivo del silenzio? Il portavoce dell’ospedale ha detto che “il circuito ha chiesto di aspettare per avere un quadro generale e per capire cosa sia avvenuto. In questo ospedale ci sono 100 specialisti, e non so dire quanti medici fossero presenti la scorsa notte durante l’intervento”. Niente novità, quindi, al pari dell’assoluta mancanza di immagini che possano far chiarezza sulla dinamica dello schianto. La Fom (Formula One Management) di Bernie Ecclestone, infatti, ha imposto a tutti di non trasmettere nessun fotogramma ‘forte’ dello scontro: né quelli delle televisioni, né tanto meno quelli della camera car montata sul casco del pilota. Attenzione, però: non è una novità. Succede così sin dal 1994, ovvero dall’incidente che costò la vita ad Ayrton Senna a Imola. Questioni di privacy e motivi legali. Dell’incidente di Bianchi, però, non sono state diffuse neanche le immagini dell’impatto con la ruspa: secondo il quotidiano la Repubblica questa mancanza sarebbe dipesa da un errore tecnico della regia giapponese.

A prescindere dalle polemiche su sicurezza e privacy, il giorno successivo all’incidente le uniche certezze sono due: che il 25enne francese è ancora gravissimo e che è ricoverato nel reparto di rianimazione. Solo questo, poi il buio. Secondo quanto scrive L’Equipe, “è impossibile sapere se Jules ha trascorso una buona notte, se sia stato operato una seconda volta o se sia in coma, artificiale o no, o se respira da solo o meno”. Il papà di Jules, Philippe Bianchi, e il suo agente, Nicolas Todt, sono in arrivo a Yokkaichi, una volta che il tifone Phanfone ha perso la sua pericolosità. Anche la Marussia, la scuderia per cui corre Bianchi, ha preferito non diffondere alcuna notizia sul suo pilota. “Rispettiamo e siamo guidati dalla volontà della famiglia Bianchi che, insieme alla salute di Jules, rimane la nostra priorità massima – si legge in una nota – per questo motivo chiediamo pazienza e comprensione”. E ancora: “Per quanto riguarda notizie sullo stato di salute di Jules – fanno sapere – saranno comunicati in maniera congiunta con il Mie Hospital di Yokkaichi, dove il pilota è ricoverato, a tempo debito“. I rappresentanti del team, così come quelli della Scuderia Ferrari, resteranno in ospedale a supportare Jules e la sua famiglia.





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