Dopo un’estate in cui gli sbarchi sono stati all’ordine del giorno, le coste dell’Italia meridionale continuano ad essere al centro dell’esodo dei migranti. All’interno dell’operazione Mare Nostrum, che continua il recupero degli immigrati principalmente nel Canale di Sicilia, quasi 900 immigranti sono stati portati mercoledì 9 settembre dalle navi della Marina militare nel porto di Napoli mentre 462 è il numero degli arrivi al posto di Messina. Tra loro, molte donne incinte e minori, anche non accompagnati. Sono profughi in fuga da Siria e Palestina, ma anche dai principali Stati africani, da Somalia e Gambia, ad Egitto e Nigeria. 

Napoli, sbarcate anche tre donne incinte e 117 minori 
Sono 877 i migranti sbarcati al porto di Napoli. Tra loro, almeno 149 minori, di cui 117 non accompagnati. Recuperati nel canale di Sicilia, la maggior parte proviene da Somalia, Gambia, Egitto, Eritrea, Nigeria, Sudan, Siria, Senegal ed Etiopia. A bordo c’erano “tre donne incinte“, spiega Marco Bagni, capitano al comando della Virginio Fasan, la nave della marina che li ha portati a Napoli. “Abbiamo chiacchierato con alcuni di loro – spiega Bagni – in particolare con dei siriani che parlano inglese e ci hanno raccontato della loro fuga dalla guerra civile“. A coordinare le operazioni di sbarco è stata la Prefettura del capoluogo campano, che ha spiegato la mancata identificazione degli scafisti, precisando che al momento non è possibile prevedere se e quando ci saranno altri sbarchi a Napoli. Al molo sono parcheggiati sette autobus che porteranno una parte degli immigrati in altre città: la Campania ne accoglierà 214 che verranno distribuiti nelle cinque province. Il resto si dirigerà a bordo degli autobus verso diverse regioni italiane. 

Palestinesi e siriani arrivano anche a Messina e nel Siracusano
Altri 462 immigrati sono sbarcati al porto di Messina, soccorsi nell’operazione Mare nostrum. Si tratta di egiziani, siriani e palestinesi, tra di loro anche minori e donne. Alcuni sono stati condotti nella tendopoli accanto al Pala Nebiolo e altri in un ex caserma nel rione Bisconte. Altri verranno trasferiti in alcuni centri della Sicilia. Sono invece 39 i migranti siriani, iracheni e afghani rintracciati nella tarda serata di martedì 9  settembre dagli uomini della Guardia costiera di Siracusa, nella riserva naturale di Vendicari, a pochi chilometri da Portopalo di Capo Passero. Rintracciata poco dopo una barca a vela con due persone a bordo che si ritiene sia l’imbarcazione utilizzata per trasportare i migranti.

Fermato presunto scafista nel Ragusano
Mentre non si fermano gli sbarchi nel sud Italia, continuano le ricerche degli scafisti responsabili degli arrivi. La squadra mobile di Ragusa ha fermato un tunisino di 38 anni, Ali Brabra, perché ritenuto lo scafista di un’imbarcazione in legno con a bordo 250 migranti – la maggior parte provenienti dall’Eritrea, molti dei quali minorenni – soccorsa mentre era scortata da due motovedette maltesi e da una motovedetta della Capitaneria del Porto di Pozzallo domenica scorsa, dove poi gli immigrati sono stati fatti sbarcare. Stando a quanto dichiarato dai testimoni, gli organizzatori hanno incassato 1.650 dollari a passeggero adulto, per un totale di 400mila dollari. Al tunisino sono stati trovati nella cucitura dei pantaloni 700 dollari, che sarebbe parte del compenso dato dai libici. Secondo gli investigatori, l’uomo era già stato a Lampedusa nel 1999. Da quell’anno, dopo aver commesso diversi reati come furto e ricettazione era stato espulso ma aveva tentato di rientrare in Italia ben sette volte, dove era stato sempre respinto. 

Stampa Usa: “L’Italia è il passaggio per entrare in Europa”
“I migranti vedono l’Italia come un passaggio verso l’Europa”. Così il Washington Post intitola un lungo servizio che dedica al viaggio degli immigrati che fuggono dai loro paesi intraprendendo viaggi di fortuna verso l’Europa, puntando in primo luogo sull’Italia. Un servizio che illustra e descrive l’operazione Mare Nostrum, “che attivisti ed agenzie per i rifugiati descrivono come una delle più avanzate politiche nei confronti dei migranti”. Un programma “che ha i suoi detrattori”, spiega citando quanti affermano che ad esso si deve almeno in parte attribuire la colpa di incoraggiare i pericolosi viaggi attraverso il Mediterraneo. Per non parlare del rischio che con i rifugiati riescano ad intrufolarsi in Italia anche criminali, o terroristi. Ma un programma che ha anche i suoi strenui sostenitori, gli operatori delle agenzie umanitarie che avvertono che “se Mare Nostrum avesse fine, sarebbe una catastrofe umana” e che chi fugge verso l’Italia “è gente disperata che cercherà di arrivare comunque”. A rischio di morire. Il quotidiano dà le cifre del dramma dei rifugiati nel mondo, i 51 milioni di persone che quest’anno hanno cercato di sfuggire a guerre e conflitti religiosi. L’Europa è in questo momento particolarmente interessata, e l’Italia prima degli altri paesi europei, con i 119.839 arrivi da gennaio, contro i 42 mila del 2013

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