E’ innegabile che tanto clamore suscitato dai focolai di guerre in corso, tanto più se cruente ed estremiste, scatena la partecipazione di innumerevoli individui sparsi per il mondo, cittadini qualunque, vuoti di prospettiva che si scoprono motivati al peggio, nella promessa di una realizzazione che fa leva proprio sulla loro inconsistenza umana. Non è cosa “fuori dal mondo” il fatto che esista un nazismo all’ennesima potenza (stavolta documentato in tempo reale e che dovrebbe permetterci di dire che “sapevamo” e quindi di fare qualcosa per tempo) pronto ad esplodere se gli viene offerto un pretesto (magari avallato da stati dominanti che ne hanno sottovalutato il rischio prima e peggio ancora alimentato l’ascesa poi).

Al di là di come tentare un argine diplomatico o militare ad ogni deriva (riservato ad esperti del settore che non riveleranno mai ai comuni mortali come sia andata veramente) resta per la maggioranza della popolazione un interrogativo (la stessa maggioranza che in proporzione è quella che subisce gli effetti “collaterali” di ogni guerra): come se ne esce? Con la prevenzione, ma che sia prevenzione culturale e civile, iniziando dalla scuola (con l’auspicio che intanto la famiglia sopravviva).

Con rispetto parlando di Fenici, Assiro Babilonesi, Etruschi e quella gente lì che lascerei agli studiosi o a chi volesse approfondire nel tempo libero, vorrei tanto che nelle nostre scuole si stravolgesse ogni programma e si insegnasse sempre più il ‘900. E’ quello il secolo in cui è successo quasi tutto, dove abbiamo dato il meglio e il peggio, dove si son svolte le più grandi lotte per i diritti civili, dove sono stati fatti i maggiori passi avanti in termini sociali e dove abbiamo mostrato i nostri limiti umani nei paradossi che sappiamo essere. E’ lo stesso secolo dove, fra le altre cose, abbiamo realizzato la più bella Costituzione del mondo, la nostra!

Perché a scuola? Perché lì ci sono i nostri figli, i nostri bambini, il nostro futuro e il futuro è di tutti, ma se noi adulti non lo garantiamo ai nostri figli saranno sempre più compromessi, se non li cresciamo nei valori che ci distinguono solidamente da follie inumane come quelle che ci è dato assistere oggi nel mondo. E tutto questo, specie in periodi di crisi economiche, non può esismersi da maggiori sforzi di investimento economico su formazione, cultura, innovazione e tagli a tutti i privilegi. Tutte cose che, nel nostro piccolo, il nostro Governo ignora di fare.

Il secolo scorso è passato, ma solo in termini di tempo: i valori su cui si fondano i nostri diritti e doveri è nato lì e sono attuali. Molliamo il superfluo e insegnamo più ‘900 a scuola, diamo ai nostri figli una consapevolezza culturale e civile che gli impedisca la deriva. Prima che sia troppo tardi.

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