L’Unione europea chiude le vie di fuga fiscali sfruttate dalle multinazionali per pagare meno tasse. I ministri dell’Economia e delle Finanze della Ue, riuniti venerdì in Lussemburgo, hanno infatti dato il via libera alla revisione della direttiva sulle sussidiarie, cioè le società controllate. L’obiettivo è impedire ai grandi gruppi di sfruttare disallineamenti tra le norme fiscali dei diversi Paesi in cui detengono filiali per eludere il fisco, trasferendo i profitti da una società all’altra ed evitando così di versare il dovuto su alcune tipologie di utili. 

L’attuale direttiva sul “regime fiscale comune applicabile alle società madri e figlie di Stati membri diversi”, varata nel 2011, prevede che gli Stati membri esentino dalla tassazione i profitti che la casa madre riceve dalle controllate aventi sede in un altro Paese. La ratio della legge era “assicurare che i profitti realizzati da gruppi multinazionali non fossero tassati due volte e che essi non fossero svantaggiati rispetto alle aziende nazionali”, ricorda il comunicato del consiglio Ecofin, in cui siedono appunto i 28 responsabili dei dicasteri economici della Ue. Ma alcune aziende ne hanno approfittato per “pianificare i propri pagamenti infragruppo in modo da godere di una doppia non tassazione”. Ovvero non pagare affatto. Ora questa lacuna viene colmata stabilendo che la società madre avrà diritto all’esenzione solo per quella parte di profitti che le società sussidiarie non possono dedurre dalle tasse nel Paese in cui fanno base. 

Le nuove regole saranno adottate durante una delle prossime sedute dell’Ecofin e dovranno essere adottate dagli Stati membri entro il 31 dicembre 2015. A portare sotto i riflettori l’urgenza di un aggiornamento della normativa è stata la recente apertura di un’indagine dell’antitrust di Bruxelles sui regimi fiscali agevolati che Olanda, Irlanda e Lussemburgo riconoscono ad alcuni colossi multinazionali. Nel mirino è finita, insieme ad Apple e Starbucks, anche Fiat Finance and trade, società anonima lussemburghese interamente controllata da Fiat spa. In Europa, secondo la Commissione, si registra ogni anno un’evasione di almeno 850 miliardi di euro, mentre l’elusione ammonta a circa 150 miliardi.

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