“Il fiasco delle staminali deve essere fermato. Il ministro della Salute italiano deve agire nell’interesse pubblico e fermare la crescente incertezza in merito al trial governativo su una terapia controversa”. È l’appello lanciato dalla rivista scientifica Nature in un duro editoriale pubblicato a pochi giorni dalla decisione del Tar del Lazio che ha sospeso il decreto di nomina della commissione ministeriale che ha bocciato il metodo Stamina. Secondo il periodico inglese “questa triste storia deve arrivare a una fine. Lorenzin deve trovare il coraggio di agire”. La rivista scientifica chiede alla titolare del dicastero della Salute, di rendere noto il metodo e “liberare i membri del comitato che hanno firmato il parere critico” nei confronti del metodo “dall’accordo di riservatezza“. È la quinta volta che la rivista scientifica attacca il metodo: la prima volta la rivista parlò di “scienziati inorriditi”, la seconda volta ci fu il parere negativo del premio Nobel per la medicina 2012 Yamanaka, la terza ci fu un attacco diretto al decreto Balduzzila quarta ci fu la denuncia della presentazione di dati “fallaci”.

Il “metodo” Stamina – In tutta questa vicenda che vede contrapposto da una parte il fondatore della Stamina Foundation, Davide Vannoni, e dall’altra gli esperti del ministero che hanno bollato come “non scientifico” il cosiddetto metodo Stamina manca un dato fondamentale: il protocollo è ancora segreto. Lo è per volere di Vannoni e del suo team che l’ha messo a punto. Nei giorni scorsi, dopo il pronunciamento di alcuni tribunali amministrativi (Tar dell’Aquila e Pesaro), Lorenzin aveva sollecitato Vannoni a rendere pubbliche le informazioni mancanti: “Io non posso, perché il ministero è vincolato, ma credo che sarebbe opportuno da parte di Stamina rendere pubblico il metodo”.

Davide Vannoni –  “La rivista ‘Nature’ non fa una bella figura entrando a gamba tesa in questioni di altri Paesi, con editoriali politici che sono assai diversi da articoli scientifici”, commenta Davide Vannoni, presidente di Stamina, dopo la pubblicazione di un nuovo intervento contro il discusso metodo a base di cellule staminali proposto dallo psicologo. “E’ il solito editoriale – dichiara Vannoni – Non capisco, tra l’altro, perché visto che lo vogliono fermare, chiedano la pubblicazione del metodo. Lo fermino e basta”, aggiunge il fondatore di Stamina, secondo il quale “la politica della sanità italiana non può essere dettata da Nature”. Per Vannoni “Nature gioca sul prestigio acquisito con le pubblicazioni di qualità per dare indicazioni politiche. Sarebbe meglio distinguere tra la scienza e tutto il resto”.

Gli esperti del ministero – Dopo la sentenza del Tar del Lazio, il ministro della Salute ha dichiarato di volere nominare in tempi rapidi una nuova commissione. A quanto apprende l’Adnkronos Salute sarebbe diffusa la sensazione, da parte dei ricercatori della “prima commissione”, di essere stati i meno protetti in questa vicenda, che ha visto un tribunale mettere in dubbio la loro buona fede. Se circa la metà dei componenti si era già espressa sul metodo a base di staminali prima di entrare a far parte del gruppo chiamato ad avviare il trial, l’altra metà non lo aveva fatto. Poi il giudizio del comitato è arrivato all’unanimità. Insomma, questa dovrebbe essere una prova della buona fede del gruppo. 

Il ministro della Salute riferirà sul metodo Stamina durante la prossima riunione del Consiglio dei ministri, fissata per martedì. “Lorenzin – si legge in un comunicato – aveva chiesto di relazionare al governo secondo un calendario già fissato. Inoltre oggi una delegazione dei rappresentanti delle associazioni dei malati che chiedono di potere accedere al cosiddetto metodo Stamina, è stata ricevuta in presidenza del Consiglio da una delegazione guidata dal vicesegretario generale, Elisa Grande e dal prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro”.

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