Nell’incontro che si è tenuto giorni fa a Modena, alla presenza, oltre che del presidente della provincia, dei ministri Delrio e Franceschini, si è data la conferma di alcune grandi opere che dovranno essere realizzate nella nostra regione.

Tra questa, è stata confermata la “bretella” che prolungherà l’autobrennero da Campogalliano fino a Sassuolo.

Questa opera, pensata ormai diversi decenni fa, è ora sostenuta fortemente a livello locale dalle stesse forze politiche che a Roma compongono la “strana maggioranza”, oltre che dalle organizzazioni imprenditoriali e sindacali.

Pd, Pdl, centristi, tutti d’accordo, anche se nello stesso partito di centrosinistra non mancano le voci di dissenso.

Ma cerchiamo di capire e di spiegare come stanno le cose.

Sassuolo rappresenta il più importante polo ceramico italiano; da lì partono prodotti finiti per tutta l’Europa e per tutto il mondo; nonostante la concorrenza di altri paesi, dalla Spagna alla Cina, abbia eroso consistenti fette di mercato, ogni giorno arrivano e partono da Sassuolo alcune migliaia  autocarri, mentre è marginale il trasporto merci su rotaia.

Diverse decine di anni fa, il notevole traffico commerciale aveva indotto le amministrazioni, a progettare una viabilità più scorrevole, rispetto alle vecchie e malandate strade allora presenti, per nulla adatte a raccogliere una così imponente mole di traffico.

Si era così pensato che un prolungamento dell’Autobrennero, che tra l’altro incrocia proprio a Modena l’Autostrada del Sole, fosse la soluzione migliore; ma, come ben si sa, in Italia le cose vanno per le lunghe e, nel frattempo, è stata costruita una ottima e gratuita superstrada che ora convoglia tutto il traffico, compreso quello pesante che, in pochi minuti può raggiungere il casello dell’ autostrada, senza spesa alcuna.

Nel frattempo, la crisi economica e la globalizzazione, insieme a costi dell’energia ed altri fattori, hanno ridotto notevolmente l’attività nel comprensorio e il traffico automobilistico e merci.

Risolto il problema?  Magari!

Il partito trasversale delle grandi opere si è messo al lavoro, ripescando il vecchio progetto del prolungamento autostradale.

Qualcuno sostiene che l’opera è indispensabile per garantire competitività alle aziende del settore con tempi più rapidi nei trasporti, ma il ragionamento non regge. Il guadagno di tempo infatti, tutto da dimostrare, potrebbe essere di qualche minuto (o secondo) nell’arrivare alle grandi direttrici,

Il costo dell’opera? Circa 500 milioni di euro, di cui quasi la metà messi da Pantalone/Stato ed altri da chi vincerà la gara, avendo poi in concessione la tratta per un certo numero di anni.

Ma che senso ha sprecare tanto denaro pubblico per un’opera così palesemente inutile?

Difficile capirlo, salvo entrare nella strana logica delle opere che  “favoriscono la crescita” offrendo occasioni di lavoro

Pur ammettendo, con molti dubbi, che il ragionamento tenga, risulta un tantino difficile capire perché si debbano privilegiare opere del tutto inutili.

Inoltre, è abbastanza difficile capire perché lo stato ci debba mettere una barcata di soldi, mentre per un lungo periodo saranno i privati a riscuotere gli utili; insomma, se dei privati vogliono costruire un’autostrada, sempre che ciò risponda ad un interesse collettivo, se la paghino; se poi la cosa è così vantaggiosa da stuzzicare gli appetiti dei privato, perché non se la costruisce direttamente lo stato tenendosene i benefici economici?

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