Dopo un avvio debole Piazza affari imbocca la strada del rialzo allineandosi alle altre borse europee. Ma poi vira in negativo, perché restano i timori per le prossime mosse della Federal Reserve, che si è detta pronta a interrompere gli stimoli all’economia. La Borsa di Milano ha chiuso in calo dell’1,89% a 15.254,82 punti. Poco mosso, dopo la forte corsa della vigilia, il differenziale fra Btp e Bund. Lo spread è arrivato a 282 punti contro i 288 della chiusura di ieri, con un rendimento al 4,5%.

Piazza Affari è stata inizialmente sostenuta dai bancari, con in testa le popolari (la Bper sale del 3,21%, la Bpm del 2,21% e il Banco dell’1,71%). Bene anche Mediaset (+1,41%), Telecom (+1,38%) e Fiat (+1,14%) mentre Mediobanca perde quasi il 4% per la presentazione del nuovo piano strategico.

Secondo e più pesante ribasso consecutivo a Wall Street, al termine di una giornata caratterizzata dalla reazione negativa degli operatori all’intento della Fed di ridurre gradualmente il proprio piano di stimoli per l’economia, fino a interromperlo del tutto fra un anno, se si registrerà una crescita sufficiente. In chiusura l’indice Dow Jones ha ceduto il 2,33%, precipitando a quota 14.760,16. Male anche il tecnologico Nasdaq, sceso a quota 3.364,64 dopo aver perso a sua volta 78,57 punti pari al 2,28%. Il tonfo peggiore è stato però quello dello Standard & Poor’s 500, crollato di 40,58 punti pari al 2,49% per attestarsi infine a quota 1.588,35, segnando il peggiore calo in un’unica seduta registrato dal novembre 2011. 

Le Borse asiatiche, intanto, non si allineano su una posizione unica. La piazza finanziaria di Tokyo chiude positiva, dopo la flessione registrata ieri. A fine seduta l’indice Nikkei avanza dell’1,66% a 13.230,13 punti. Chiusura in ribasso invece per HongKong. L’indice Hang Seng ha terminato a 20.263,31 punti, in ribasso dello 0,59%. In perdita anche la chiusura di Shanghai, con il Composite che retrocede dello 0,53% rispetto alla chiusura di ieri.

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