Una famiglia sterminata a colpi di pistola a Sannicandro di Bari: morti il padre, la madre e una figlia. Il figlio ventiquatrenne, ricoverato all’ospedale di Bari in coma irreversibile, è stato dichiarato ufficialmente morto dai medici della struttura sanitaria. I corpi sono stati ritrovati nella villa dove la famiglia abitava, nella periferia della cittadina che si trova a una ventina di chilometri dal capoluogo pugliese. La prima ipotesi degli investigatori è che a sparare sia stato il padre, Michele Piccolo, 55 anni, farmacista, trovato annegato nella piscina della villa. Ma la Procura ha aperto un fascicolo per omicidio plurimo a carico di ignoti.

Secondo una ricostruzione ancora tutta da comprovare, durante la notte Piccolo avrebbe sparato prima alla moglie, Maria Chimenti, imprenditrice cinquantenne e vicesindaco della cittadina, poi alla figlia diciannovenne Letizia, affetta dalla sindrome di down. L’altro figlio, Claudio, 24 anni, sarebbe stato colpito al suo rientro a casa. Dopo alcune ore di ricovero in coma irreversibile al Policlinico del capoluogo pugliese è stato dichiarato morto dai sanitari. I parenti hanno chiesto l’espianto degli organi per la donazione, ma al momento è impossibile procedere perchè il pm che indaga sulla vicenda non lo ha autorizzato. L’arma della strage, comunque, non è ancora stata trovata. Piccolo deteneva regolarmente una pistola. A dare l’allarme sarebbe stata la fidanzata del giovane che aveva concordato una telefonata e un appuntamento per le 23. Non riuscendo a mettersi in contatto con il giovane si è preoccupata. Secondo Donato Chimenti, fratello di Maria, sarebbero scomparsi mille euro che suo nipote Claudio aveva preso dalla cassa della farmacia prima di rientrare in casa.

Dalle ricostruzioni, Piccolo però non si sarebbe ucciso subito. In paese, tra le le 21 e le 22, ha incontrato un suo amico che la mattina gli aveva chiesto di procurargli dalla farmacia un farmaco. “Era calmo come al solito, come se niente fosse – ha raccontato ai carabinieri Francesco Perniola – ci siamo incontrati per strada ciascuno nella sua auto. Mi ha passato la busta con il farmaco e ci siamo salutati”.

E, mentre si cerca ancora la pistola, emergono nuovi particolari della vicenda. I due coniugi nel pomeriggio hanno fatto visita a un noto neurochirurgo barese. Un testimone ha visto la coppia rientrare a Sannicandro alle 17,30. Questo orario fa spostare l’orario dell’omicidio di Maria e della figlia, che, secondo le ipotesi, era avvenuto nel primo pomeriggio. La procura di Bari ha disposto l’autopsia sui corpi delle vittime. Il padre verrà sottoposto anche a esami tossicologici e allo stub, un’analisi volta a scoprire presenza di polvere di sparo sul suo corpo. Questo avvalorerebbe la tesi che a sparare, prima di suicidarsi, sia stato proprio l’uomo. 

Maria Chimenti era entrata in consiglio comunale con una lista civica alle elezioni amministrative del giugno 2012, ed era stata nominata vicesindaco e assessore all’Istruzione. Anche il marito era noto per la sua attività politica in città, ed era stato a sua volta assessore nella legislatura precedente.

In Paese c’è grande stupore e commozione. Il sindaco della cittadina, Vito Novielli, non riesce a spiegarsi quanto è accaduto. “Sono esterrefatto, li conosco da quando erano all’università, nulla lasciava trapelare che si potesse verificare una tragedia simile”. Con la famiglia condivideva molto: anche lui è un farmacista come i coniugi Piccolo e che con Maria Chimienti, sua vice, condivideva anche l’esperienza nell’amministrazione comunale. “Ieri ho sentito Maria varie volte – racconta – lei ha celebrato un matrimonio. Visti da fuori erano una famiglia normale, tranquilla, benestante”. “Faccio fatica a crederci, aspetto che gli investigatori – conclude il sindaco – capiscano cosa è successo”.

Anche Giovanni Cianciotta, lontano parente e amico di famiglia di Michele Piccolo,vorrebbe comprendere i motivi di questo gesto: “Siamo sconvolti. Una famiglia tranquilla. Bravissima gente“. “Ogni mattina – dice il signor Cianciotta – Michele, suo padre e il cognato facevano colazione insieme in un bar nel centro della città, prima di andare in farmacia”.

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