Chuck Hagel è il nuovo segretario alla Difesa degli Stati Uniti. Dopo settimane di opposizione da parte di ampi settori del partito repubblicano – di cui Hagel ha fatto parte per decenni – il Senato ha dato il via libera alla sua nomina con 58 voti contro 41. Hanno votato a suo favore, oltre ai democratici, anche quattro repubblicani, tra cui Rand Paul, il potente senatore del Kentucky. Hagel sarà il primo soldato arruolato a guidare il Pentagono. La sua designazione arriva proprio in coincidenza con un importante mutamento di politica degli Stati Uniti in Siria. Casa Bianca, Pentagono e Dipartimento di Stato stanno infatti considerando l’ipotesi di fornire aiuto diretto ai ribelli siriani.

“Dal momento in cui si è arruolato come volontario per la guerra in Vietnam, Chuck ha dedicato la sua vita a garantire la sicurezza dell’America e la forza del nostro esercito – ha detto Barack Obama dopo il voto del Senato – Patriota che ha combattuto ed è stato ferito per il nostro Paese, egli comprende i sacri obblighi nei confronti dei nostri soldati, delle loro famiglie e dei veterani”. Obama ha del resto fortissimamente voluto che Hagel, di cui è amico personale, occupasse il posto più alto del Pentagono. Nonostante fosse annunciata e prevedibile l’opposizione dei repubblicani, che non hanno mai perdonato a Hagel di essere contrario alla guerra in Iraq, il presidente è andato diritto per la sua strada, affrontando giorni di ostruzionismo repubblicano al Senato e ripetute richieste di ritirare la nomina. 

Oltre al “tradimento” sull’Iraq, i repubblicani hanno contestato in queste settimane a Hagel soprattutto due cose: un atteggiamento eccessivamente tiepido nei confronti di Israele e una presunta sottovalutazione della minaccia iraniana. La sostanza delle riserve repubblicane è stata riassunta dal senatore dell’Oklahoma Jim Inhofe: “Pur avendo un’alta considerazione del senatore Hagel e del suo lavoro in Vietnam… qual è la sua filosofia? Hagel è stato uno dei due senatori che ha votato contro le sanzioni in Iran, uno dei quattro che si è opposto agli sforzi di etichettare la Guardia rivoluzionaria iraniana come un gruppo terroristico. E uno dei quattro che si è rifiutato di firmare una lettera di solidarietà a favore di Israele”.

Proprio l’ambasciatore di Israele a Washington, Michael Oren, in uno sforzo per attenuare la tensione e le eventuali ricadute sui legami politici e militari con gli Stati Uniti, ha detto che “Israele intende lavorare in modo stretto con il segretario alla difesa Hagel”. E’ comunque vero che, dopo settimane di opposizione repubblicane, Hagel arriva al Pentagono profondamente indebolito. Per la prima volta nella storia un segretario alla Difesa subisce un ostruzionismo parlamentare prolungato e un così consistente voto negativo. Il clima di divisione esasperata creato dalla sua nomina arriva tra l’altro in un momento particolarmente delicato per il Pentagono chenei prossimi mesi subirà uno dei più consistenti tagli al budget della sua storia e che deve sovrintendere al ritiro delle truppe dall’Afghanistan.

Ma è la notizia del possibile cambiamento della politica americana in Siria che occuperà con ogni probabilità i primi giorni di Hagel al Pentagono. A Washington si starebbe infatti considerando seriamente l’ipotesi di offrire aiuto all’opposizione a Bashar al-Assad. Non armi, ma qualcosa di comunque utile nei combattimenti: giubbotti antiproiettili, veicoli corazzati, probabilmente anche addestramento dei gruppi di ribelli. Gli Stati Uniti sarebbero anche pronti a inviare assistenza umanitaria diretta ai gruppi dell’opposizione. Le misure verranno discusse dal segretario di Stato John Kerry, in questi giorni in visita in Europa e Medio Oriente, che incontrerà il 28 febbraio proprio l’opposizione siriana, in occasione della conferenza di Roma sulla Siria.

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