Pochi giorni fa, secondo il Miur, si contavano già un milione di domande arrivate online per la formazione delle prime classi del prossimo anno scolastico. Si prevede che ne manchino ancora 700 mila, e c’è tempo solo fino al prossimo 28 febbraio per completare le operazioni. Intanto però lo stesso Miur ha comunicato alle organizzazioni sindacali il numero complessivo degli iscritti che da settembre siederanno sui banchi di scuola: ci saranno 27mila studenti in più rispetto agli attuali.

E l’Anief, una delle associazioni professionali più attive nem mondo della scuola, lancia l’allarme: “Sono dati davvero sconfortanti quelli che il Ministero ha fornito ai sindacati in vista del prossimo anno scolastico: gli alunni della scuola italiana previsti sono oltre 6 milioni e 858mila. Rispetto all’anno in corso aumenteranno di quasi 30mila unità, soprattutto alla primaria (con leggero calo alle medie), ma per effetto del blocco normativo approvato con la legge 111/2011 il numero di docenti rimarrà bloccato. L’organico sarà lo stesso di quest’anno: 600.839 posti di docente comuni e 63.348 di sostegno. Ciò comporterà un ulteriore innalzamento del numero di alunni per classe. E diventerà soprattutto sempre maggiore la distanza tra il numero di alunni disabili e i docenti di sostegno di ruolo”. “In molti casi la didattica non potrà essere garantita – sostiene Marcello Pacifico, presidente Anief – in particolare laddove le ore di sostegno che lo Stato concederà agli alunni portatori di handicap o con problemi di apprendimento saranno molte di meno rispetto a quelle che la legge prevede.

Questo avviene anche e soprattutto perché a oggi è stato stabilizzato solo il 65% dell’organico di docenti di sostegno. Almeno 35mila insegnanti specializzati attendono di essere assunti, malgrado i posti di lavoro siano vacanti e disponibili. E con un docente precario ogni tre, quello che si produce è un risultato di forti disagi per i ragazzi e per le loro famiglie”. “Non occorre essere esperti di formazione scolastica per capire che in questa situazione non si riesce a sviluppare un valido progetto didattico” continua Pacifico aggiungendo che così “a fare da garante per famiglie e studenti continuano ad essere i giudici”.

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