A poco più di un mese dalle urne, partiti e movimenti depositano al Viminale i simboli coi quali intendono presentarsi agli elettori e sulle schede. Nei giorni prima della consegna, erano accampati davanti al ministero decine di attivisti dei movimenti, pronti a battere sul tempo chi eventualmente volesse ‘scippare’ i loro loghi depositandoli prima. In tutto, ne sono stati presentati 219. Di questi, 169 sono stati ammessi e 34 sono stati bocciati e potranno essere sostituiti entro 48 ore. Altri 16, invece non hanno i requisiti necessari per partecipare alla competizione elettorale per carenza di documentazione.

Bocciati – Tra i bocciati anche il simbolo della Lega Nord. Ma Gianni Fava, deputato del Carroccio, ha spiegato che il problema sarebbe “la emme maiuscola nel nome di Tremonti” inserito nel contrassegno. Dunque, “basta correggere il carattere”. Si tratta, dice, “di un’osservazione del Viminale, ma eravamo già in attesa di notifica e siamo pronti ad apportare la correzione. Domani – conclude – verrò a Roma a consegnare il contrassegno corretto”. Ricusato anche il “simbolo civetta” clone di quello del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, che era stato depositato dall’ex grillino Danilo Foti, così come quelli che copiavano quelli del premier uscente Mario Monti (“Monti presidente per l’Europa“) e del magistrato Antonio Ingroia (“Rivoluzione Civile“), depositati rispettivamente da Massimiliano Loda e Samuele Monti. Stessa sorte anche per ‘Liberi da Equitalia’, lista coalizzata con il Pdl sia alla Camera sia al Senato, il simbolo simile a ‘Grande Sud’ di Pippo Fallica, e i tre loghi identici della Democrazia Cristiana, presentati da Francesco Mortellaro, Gianni Fontana e Alessandro Duce. Per le politiche l’unico ‘scudocrociato’ con la scritta ‘Libertas’ in campo sarà quello dell’Udc di Casini.

“Non ho ricevuto alcuna notifica dal Viminale“, spiega Samuele Monti che afferma di avere presentato il simbolo prima del presidente del Consiglio. E prosegue: “Non conosco le motivazioni della decisione, ma in punta di diritto sono perplesso”. Quanto alla sostituzione del logo non chiarisce se intende farlo o ricorrere in Cassazione, ma precisa che consulterà i suoi legali. Tra i ‘rimandati’ c’è anche il contrassegno del Partito Pirata, di cui è portavoce Marco Manuel Marsili. “Dobbiamo fare delle modifiche anche se ancora non so quali – dice – dal momento che non è ancora arrivata la notifica dal ministero. Non ci sono comunque problemi, si tratterà certamente di una piccola modifica grafica che già ci aspettavamo di dover fare. Non ricorreremo all’Ufficio centrale nazionale”.

Promossi – Il ministero dell’Interno ha però ammesso numerosi simboli dal nome curioso. Tra questi, spicca ‘Dimezziamo lo stipendio ai politici’, o quello del ‘Movimento Bunga Bunga‘. Tra gli altri, c’è il contrassegno del ‘Movimento mamme del mondo‘, il ‘Fuoritutti‘, il ‘Movimento Eudonna‘, il ‘Recupero maltolto‘, il ‘Partito internettiano‘ e persino il simbolo della lista civica nazionale ‘Io non voto‘.

Lega Nord – Sulla querelle del simbolo interviene anche Roberto Calderoli che, come Fava, ritiene che “l’unico problema” sia “la ‘M’ maiuscola di Tremonti che potrebbe confondersi con quella di Monti”. Poi attacca il presidente del Consiglio. “Monti – aggiunge – gode di una tutela particolare e mi piacerebbe che lo stesso trattamento venga attuato per tutte le liste di Lega patacca. Abbiamo apportato le dovute modifiche al simbolo e lo ripresenteremo corretto”.

L’omonimo di Monti e il logo ‘bocciato’ – ”Non ho ancora parlato con il mio legale e ignoro quali siano le valutazioni fatte, ma a caldo mi sembra una decisione che va contro il diritto”. Così Samuele Monti commenta la ricusazione di ‘Monti presidente per l’Europa’. “Abbiamo depositato il simbolo per primi – aggiunge – e non abbiamo copiato. L’unico cosa in comune è il nome, ma perchè ricusare il nostro simbolo e non gli altri due?”.

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