Il procuratore di Palermo Francesco Messineo è indagato dalla Procura di Caltanissetta per violazione di notizie riservate. Il capo dei pm è sotto inchiesta per una presunta fuga di notizie nell’ambito di un’indagine per usura bancaria a carico di Banca Nuova. Al centro delle verifiche della magistratura nissena un’intercettazione indiretta, in cui sarebbe rimasta impressa per caso la voce del procuratore.

Il capo dei pm è stato indirettamente intercettato il 12 giugno scorso dai suoi sostituti che indagavano su un presunto caso di usura bancaria, mentre parlava al telefono con l’ex direttore generale di Banca Nuova Francesco Maiolini. Quest’ultimo non sapeva di essere sotto controllo per un’altra indagine – di riciclaggio aggravato condotta dalla Dda – e chiese a Messineo spiegazioni su un avviso di identificazione ricevuto e relativo all’indagine sull’usura. 

Per cinque ore, interrotte solo da una breve pausa per un caffè, Messineo si è dovuto difendere, ieri, davanti ai colleghi di Caltanissetta che lo hanno interrogato. Sul contenuto del lungo interrogatorio c’è il massimo riserbo. Nessun commento dalla Procura di Caltanissetta, né dal legale che ha accompagnato Messineo. 

La trasferta nissena di ieri non chiude una partita che si gioca su più fronti: quello giudiziario, ancora tutto aperto, e quello interno all’ufficio inquirente del capoluogo che rischia di procurare a Messineo, almeno nel breve periodo, i fastidi maggiori. Per lunedì, infatti, è stata convocata l’assemblea generale della Procura. Inizialmente senza ordine del giorno, dopo le pressioni di un gruppo di sostituti, con la discussione dell’imbarazzante caso della fuga di notizie tra gli argomenti in discussione.

La vicenda risale a giugno scorso quando l’allora direttore generale di Banca Nuova, Francesco Maiolini, telefona a Messineo chiedendogli spiegazioni su un avviso di identificazione su un’indagine in corso che gli è stato appena notificato. L’inchiesta riguardava un’ipotesi di usura bancaria. Il telefono del manager è sotto controllo, ma nell’ambito di un’altra indagine, questa volta per riciclaggio aggravato, coordinata dall’allora aggiunto Antonio Ingroia. E la conversazione tra i due viene intercettata.

Dopo la telefonata Messineo e Maiolini si incontrano. Successivamente l’ex manager, sempre ignorando di essere intercettato, telefona al legale della sede centrale dell’istituto di credito mostrando di essere a conoscenza di particolari precisi sull’inchiesta di usura: dal tipo di fascicolo aperto – un procedimento a carico di ignoti, il cosiddetto modello 44 -, al periodo specifico al quale gli accertamenti si riferiscono, gli anni 2009-2010. Chi ha svelato a Maiolini notizie riservate tanto precise? Su questo indagano i pm di Caltanissetta ai quali a settembre, tre mesi dopo la telefonata, Ingroia ha mandato le carte. La Procura nissena ha sentito nelle scorse settimane i sostituti palermitani che coordinano l’indagine sull’usura: a uno di loro in particolare Messineo aveva chiesto lumi prima di parlare con Maiolini.

Al di là dei contorni giudiziari, la vicenda ha creato molti imbarazzi in Procura, un ufficio da tempo spaccato sulla gestione di indagini importanti come quella sulla trattativa tra lo Stato e la mafia. Lunedì per Messineo, che da mesi ha fatto domanda per la guida della Procura generale, sarà il giorno più lungo: non sarà solo l’assemblea dei suoi sostituti ad occuparsi di lui, ma anche la prima commissione del Csm, quella competente per i trasferimenti per incompatibilità ambientale, che sarebbe pronta ad aprire una pratica sul caso.

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