Il comune di Roma ha recentemente inaugurato un programma di e-bike sharing che sembra destinato a rimanere sulla bocca di molti.

Si tratta di una flotta di 90 biciclette a pedalata assistita, le e-bike 0, equipaggiate con il penultimo ritrovato della scienza e della tecnica, la Green Wheel, sviluppata congiuntamente da Ducati Energia e dal MIT e presentata in occasione del vertice ONU sul clima di Copenhagen del 2009.

Le 90 bici sono state distribuite all’interno dei principali parchi della Capitale e saranno messe a disposizione del pubblico per la modica cifra di 2,5 euro per due ore. Al di là delle considerazioni sull’opportunità o meno di realizzare un programma di bike sharing a pedalata assistita all’interno del parchi pubblici invece che per le strade di una città che proverbialmente si sviluppa su colli (fatta quindi di salite e discese), quello che maggiormente colpisce del provvedimento è la cifra esborsata.

Secondo le informazioni a disposizione, le 90 biciclette installate sono costate la bellezza di 650 mila euro, ovvero oltre settemiladuecento euro per ogni bicicletta. Certo, al costo delle biciclette bisogna aggiungere i costi di gestione, degli stalli, del software di gestione, del personale e della manutenzione, ma 7 mila euro sono pur sempre una bella cifra.

Forse vale la pena fare un paragone con quanto avviene nel resto del mondo. 
Cominciamo da New York, il progetto per distribuire su tutto il territorio della Grande Mela 10 mila biciclette con tanto di colonnine dotate di fotovoltaico è costato la bellezza di 41 milioni di dollari. In euro fanno 3.150 euro per ogni bicicletta istallata. 
A Los Angeles, invece, con 16 milioni di dollari hanno distribuito 4 mila biciclette in giro per la megalopoli californiana. Fanno 3.080 euro per bicicletta.
A Parigi, che ha lanciato Velib, il programma maggiormente di successo al mondo, Velib, il costo per bicicletta si aggira attorno ai 2.700 euro.
Il programma Bixi, implementato a Montreal e considerato una delle eccellenze, è costato 23 milioni di dollari per distribuire 5.000 biciclette in tutta la città. Il costo unitario è di 3.542 euro.

Sembra di capire, insomma, che pressoché ovunque nel mondo i programmi di bike sharing siano costati almeno la metà rispetto a quanto allocato per il programma romano, perché?

Qualcuno potrà far notare che nel resto del mondo si utilizzano biciclette convenzionali, mentre in questo caso le biciclette a pedalata assistita che necessitano anche di alimentazione e ricarica. Prendiamo per buono questo assunto e andiamo oltre.

Secondo le informazioni messe a disposizione da Rota Fixa su Paese Sera, il costo di 7 mila euro sarebbe da suddividere equamente tra il costo proprio della bicicletta e il sistema di gestione. Quindi la sola bicicletta a pedalata assistita varrebbe la bellezza di 3.500 euro. È una cifra plausibile?

Giusto per avere un riferimento, le biciclette del sistema di noleggio del BikeMi di Milano (qualitativamente ineccepibili, con sistema di trasmissione a cardano, coperture anti foratura, mozzo/dinamo shimano alla ruota anteriore) costano 930 euro l’una all’amministrazione comunale.

Per togliermi ogni dubbio, ho deciso di chiedere direttamente all’azienda produttrice, Ducati Energia.

L’ingegnere con cui ho parlato mi ha detto che la bici non è ancora in commercio, mi ha raccontato della sperimentazione attualmente in corso a Roma e che il prezzo della bicicletta fatta e finita si aggira attorno ai 2.500 €, mille euro in meno quindi rispetto a quanto ipotizzato. Sembrano bruscolini, ma moltiplicati per 90 biciclette fanno 90 mila euro.

Quindi, se il costo complessivo del progetto è di 7.200 euro a bicicletta e le sole biciclette costano 2.500 euro l’una, allora 4.700 euro è il costo di gestione, ovvero di gran lunga superiore all’intero costo (comprensivo delle biciclette) sostenuto dalle amministrazioni che hanno implementato un sistema di bike sharing nel resto del mondo.

Ora, uno dei costi generalmente più rilevanti dei sistemi di bike sharing di tutto il mondo è quello di logistica, ovvero il trasporto delle biciclette per distribuirle in modo omogeneo tra i diversi stalli di tutta la città. Nel caso romano, quale potrà mai essere il costo di logistica per trasportare 60 biciclette da un capo all’altro di Villa Borghese?

Mah, sono i misteri dell’amministrazione capitolina.

Un altro mistero, le biciclette acquistate sono state 100, quelle messe a disposizione sono 90. Ne mancano 10. Chissà dove sono finite…

Non so a voi, ma a me questa faccenda piace poco, non è che (così per dire) chi si è occupato del progetto ha suddiviso i costi facendo i conti “alla romana”? 

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