Nichi Vendola parte all’attacco nella sua campagna per le primarie del centrosinistra. Matteo Renzi? Da rottamare anche lui per “l’atteggiamento di subalternità alla cultura del liberismo”. Il leader di Sel ha commentato così, durante un’intervista a SkyTg24, i “modelli culturali a cui aderisce” il suo sfidante. “Rottamare la subalternità culturale di certa sinistra al modello liberista che sta scorticando l’Europa. Quando parlo dei mercati – ha aggiunto –  non intendo una prospettiva di abrogazione. Non sto inseguendo una nuvola ideologica, sto dicendo che la vita delle persone, le organizzazioni sociali e  la politica dovrebbero regolamentare i mercati. Quello che non è possibile è che i mercati pretendano di regolamentare l’attività del Parlamento, la vita delle persone”. 

Per Vendola con “la crisi i mercati ordinano che a pagare siano quelli del ceto medio, il popolo delle partite Iva che deve andare a morire ammazzato, i lavoratori che devono impoverirsi. Invece il mondo delle banche, degli hedge fund, della finanza taroccata deve essere difeso, perché così ha detto il mercato. Ma chi è il mercato?”. Il governatore Puglia ha aggiunto: “Le grandi banche con i soldi del contribuente trasferiti dalla Bce si arricchiscono e non provano a salvare il tessuto delle piccole imprese e le famiglie che hanno bisogno come dell’ossigeno di un prestito. Abbiamo bisogno di mettere al centro di chi stabilisce le regole del gioco gli interessi del mondo del lavoro e delle giovani generazioni”. 

Il presidente della Regione Puglia ha parlato anche dei suoi avversari: “Ho costruito il mio cammino con molti dei protagonisti dell’attuale Partito democratico”, ”tanto Bersani quanto Renzi oggi sono miei competitori ma spero che la competizione non scalfisca i rapporti umani e non precipiti nella violenza verbale. Io ho costruito un pezzo del mio cammino con alcuni dei protagonisti del Pd – ha sottolineato – e in alcuni casi li ho contrastati. Ma non tanto per l’età quanto per le posizioni politiche”. 

Sulle spese per la campagna delle primarie, Vendola ha chiarito: per la manifestazione di lancio a Ercolano “abbiamo speso 8mila euro. La mia campagna si avvicinerà al costo di zero euro. Non abbiamo l’appoggio degli investitori privati, ci reggiamo soltanto sul volontariato”. E sulla moralizzazione della politica a partire dalla riduzione degli emolumenti: “Quest’anno ho ridotto il mio stipendi di altri 50 mila euro. Ci voleva un segno di assoluta sobrietà, perché chi fa politica deve sentire il dolore del paese. Non è un modo strumentale di affrontare la questione e mi pare di avere molti critici e pochi emulatori”. E su Casini e commenti a possibili alleanze ha replicato: “Beh, l’Udc in Puglia sta all’opposizione ma spesso vota a favore dei nostri provvedimenti, come capita anche al Pdl. E’ che io, il più estremista dei governatori, governo in un clima di dialogo e di comprensione basato su una larga concertazione e sul confronto con l’opposizione”.

LA REAZIONE DI RENZI – Il sindaco di Firenze risponde da Matera alle critiche di Vendola: “Io le cose di sinistra non le dico, le ho fatte. Sono il primo sindaco di una grande città che ha avuto la forza di fare il piano strutturale a volume zero, cioè senza consumo di suolo; mi sono messo contro gli interessi e ho difeso l’ambiente; sono il primo sindaco di Firenze ad avere messo in giunta più donne che uomini; ho investito sul welfare mentre tutti stavano tagliando; ho ridotto l’addizionale Irpef per quelli che La Pira chiamava povera gente, ho investito sull’innovazione tecnologica per allargare la partecipazione. C’è chi ha bisogno di dire cose di sinistra per rifarsi una verginità – ha concluso – io le ho fatte. Io voglio una sinistra che vinca, invece troppo spesso in Parlamento c’è una sinistra che si accontenta di partecipare”. 

“Vedo che dopo la serenità di ieri qualche candidato alle primarie immagina di alimentare la polemica attaccando gli altri – scrive poi su facebook – In modo gratuito peraltro. Va bene così. Ognuno risponde per se stesso. Io non parlo male degli altri, noi vogliamo parlare bene dell’Italia. Per cui invito tutti i miei amici a non cadere nelle provocazioni. Siamo pronti a confrontarci sulle idee ovunque. Ma agli attacchi gratuiti rispondiamo con l’arma più bella, il sorriso”.

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