Forse è un fake, anche se non sembrerebbe. Forse non sa neanche di essere iscritta (“a sua insaputa”, come a volte effettivamente capita su Facebook). E forse si è iscritta in buona fede, senza sapere quali fossero le intenzioni del gruppo (anche se la presentazione è chiarissima) e non potendo prevedere gli insulti alla madre di Federico Aldrovandi, Patrizia Moretti. Ospitati proprio dal gruppo Facebook “Prima difesa Due”. Che la vedeva, alle ore 13.30 del 25 giugno, come uno dei 2187 membri” (alle 15.15 gli iscritti erano scesi bruscamente a 1.424, ma la campionessa c’era ancora).

Valentina Vezzali risulta iscritta a “Prima difesa” da 10 mesi. Lo screenshot che qui pubblichiamo è chiaro. Il profilo in oggetto della Vezzali sembra quello reale e non un fake.
La Vezzali è in forza al gruppo sportivo Fiamme Oro della Polizia di Stato dal 1999. Non stupisce che possa essersi iscritta a un gruppo che si prefigge di difendere “a oltranza” le forze dell’ordine. Iscrizione che, qualora confermata, non costituirebbe reato. Ma un po’ (tanto) di imbarazzo lo metterebbe, ancor più considerando che la Vezzali – campionessa innegabile – sarà portabandiera alle prossime Olimpiadi di Londra.

La fondatrice di Prima Difesa, Simona Cenni, una delle tre persone querelate dalla signora Moretti (gli altri sono Sergio Bandoli e Paolo Forlani), nella presentazione scrive: “Prima Difesa nasce da un idea che coltivo da molto tempo. Ho solo aspettato di incontrare le persone giuste che appoggiassero questo mio sentire, negli ultimi anni lo slogan “10, 100, 1000” Nassirya, la morte dell’ispettore Raciti, il G8 di Genova, la violenza negli stadi, gli incidenti di percorso di ogni categoria, i militari in missione nelle zone piu critiche, la difesa del territorio per il contrabbando; Mi hanno fatto riflettere su quanto poco siano tutelati i “nostri ragazzi”. dietro ogni divisa si celano uomini e donne con sentimenti, sensazioni, pensieri e famiglie. Ognuno di loro è un mondo che racchiude a volte il disagio di un lavoro troppo rischioso e sottopagato. Prima Difesa tutela gratuitamente per cause di servizio tutti gli appartenenti alle Forze dell’Ordine e Forze Armate, Noi tuteliamo i primi difensori”.

Quello stesso gruppo, nei giorni scorsi, ha ospitato gli insulti alla famiglia Aldrovandi. Alcuni di quei post sono poi stati cancellati. Sergio Bandoli: “La “madre” se avesse saputo fare la madre, non avrebbe allevato un “cucciolo di maiale”, ma un uomo!”. E Paolo Forlani, uno dei poliziotti condannati per la morte di Aldrovandi: “Che faccia da culo che aveva sul tg (allude a una madre orfana del figlio su cui Bandoli e i suoi colleghi “avrebbero” rotto due manganelli, NdA)… una falsa e ipocrita… spero che i soldi che ha avuto ingiustamente (il risarcimento da parte dello Stato, ndr) possa non goderseli come vorrebbe… adesso non sto più zitto dico quello che penso e scarico la rabbia di sette anni di ingiustizie…”. E si potrebbe andare avanti a lungo. Molto a lungo.

Lasciando stare i precedenti mediatici non proprio edificanti della Vezzali (vedi alla voce “sketch con Berlusconi e dintorni”); e sempre premettendo la buona fede o l’eventualità di un fake; ciò detto e ribadito, è troppo auspicare che Valentina Vezzali prenda posizione e, qualora fosse effettivamente iscritta a Prima Difesa, si dissoci risolutamente da un simile consesso? 
E’ vero che in Italia siamo abituati a sportivi chiacchierati, ma una portabandiera iscritta a un gruppo simile sarebbe francamente inaccettabile.

P.S. Al momento, al gruppo “Prima Difesa Due” risulta iscritto, da 11 mesi, anche il profilo facebook di Renata Polverini

La replica su Facebook di Valentina Vezzali

Sono amareggiata e offesa da quanto leggo sul mio conto. Per questo è necessario fare chiarezza.

Il Fatto Quotidiano riporta che io risulterei iscritta da dieci mesi al gruppo Facebook Prima Difesa. Gruppo salito in questi giorni alle cronache per i pesanti insulti lanciati in direzione della famiglia Aldrovandi, e del giovane Federico morto in maniera orribile a 18 anni…

Dal giornale chiedono se mi dissocio, faccio di più, mi indigno. Che il mio nome sia stato tirato in ballo così mi amareggia profondamente. Alla madre di Federico – la cui sofferenza non mi permetto neppure di immaginare – posso portare solo il mio abbraccio, assieme a tutto il mio rispetto e al rispetto dovuto al suo dolore. 

In quanto alla mia presunta iscrizione al Gruppo Facebook, francamente non ne so nulla. Non è mia abitudine accettare le richieste d’iscrizione a gruppi. Non ho molto tempo a disposizione per navigare in Internet e dunque partecipo ben poco alla vita dei social network. Mi sono informata presso alcuni tecnici, mi hanno spiegato che il non rifiuto dell’iscrizione può portare ad una sorta di iscrizione automatica. Se questo è accaduto me ne rammarico profondamente, pur essendo incolpevole.

In quanto appartenente alle Fiamme Oro della Polizia di Stato, l’unica difesa che posso concepire è quella ai cittadini. Esistono questioni pesantissime, e la morte di Federico Aldrovandi è tra queste, in merito alle quali come personaggio pubblico, sportiva e donna, non ho mai pensato d’intervenire. Non perché non abbia le mie opinioni, ma perché credo profondamente nella giustizia e nelle istituzioni. E’ il loro compito fare chiarezza, non il mio…

Valentina Vezzali

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