Telecom Italia esce dal settore dei media, dove è presente fra l’altro con l’emittente televisiva La7. Il consiglio di amministrazione dell’azienda ha deliberato l’avvio del processo di dismissione delle attività che fanno capo a Telecom Italia Media, controllata al 77% dal gruppo. Una decisione presa “nell’ambito del processo di focalizzazione sulle attività core ribadito nel piano industriale 2012-2014.  Tale dismissione contribuirà al conseguimento dei target di riduzione dell’indebitamento già annunciati”.

La decisione era stata preannunciata da rumors che davano per interessati all’acquisto, tra gli altri, il gruppo L’espresso di Carlo De Benedetti. ”Sono tranquillo, noi lavoriamo serenamente”, è il commento a caldo di Paolo Ruffini, direttore de La7, interpellato dall’Ansa all’inaugurazione della mostra “L’Italia di Ballarò”. Quanto a preferenze su eventuali acquirenti, aggiunge: “Stiamo a vedere. L’importante è avere un’editore che crede nella buona Tv”.

Si dice tranquillo anche Gad Lerner, conduttore di punta della rete: “E’ un progetto che da un paio d’anni viene perseguito riservatamente, oggi diventa ufficiale. Non sono preoccupato, perché sono convinto che La 7 ha conquistato un ruolo tale nel mercato televisivo, per consistenza e autorevolezza che può preludere solo ad uno sviluppo futuro”. Quanto al possibile compratore, “sono le classiche vicende in cui si fanno nomi quando non c’è nulla di consistente, le trattative si svolgono nella riservatezza, non è un’asta pubblica. I nomi che circolano lasciano il tempo che trovano, più si fanno nomi più sono lontane le decisioni”.

Quanto ai dati di bilanci, diffusi in una nota, Telecom Italia chiude il primo trimestre del 2012 con una crescita dell’utile del 10,4% a 606 milioni di euro e con ricavi per 7,39 miliardi (+4,5%).  Il presidente Franco Bernabè: si è detto soddisfatto del “decisivo miglioramento del trend dei ricavi domestici, nonostante il difficile contesto macroeconomico, unito al positivo apporto delle attività internazionali. Quanto all’obiettivo di riduzione del debito, alla base della decisione di dismettere Timedia, secondo Bernabè “la generazione di cassa attesa nei prossimi mesi ci permetterà di raggiungere il target di fine 2012 pari a circa 27,5 miliardi di euro”.

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