Dopo quelle sulla cricca, sulle tangenti e sulle “cene eleganti” di Arcore (vedi “Il Fatto” del 6 gennaio), ecco l’altra “metà” della piovra: dalle organizzazioni criminali (mafia e ‘ndrangheta) infiltrate in Parlamento e nelle altre istituzioni, per finire alle grandi aziende dedite sistematicamente a frodi e falsificazioni. E poi ancora i disastri ambientali ed edilizi: abusi, sprechi, traffici illegali. Infine i grandi scandali “civili”: dal rogo della Thyssen alla morte di Stefano Cucchi. Dal G8 di Genova alla sciagura ferroviaria di Viareggio. Per il 2012 un’agenda di udienze, processi e sentenze.

Boss e politica

Mori, Obinu, il 1992 e la pace dopo le bombe
Il processo ai due ex ufficiali del Ros, Mario Mori e Mauro Obinu, accusati della mancata cattura del boss Provenzano in cambio della cessazione della strategia stragista di Cosa nostra riprende il 20 gennaio con l’audizione in aula di Vincenzo Scotti, l’ex ministro dell’Interno che nel febbraio del ’ 92, prima della stagione delle bombe, lanciò inascoltato in Parlamento l’allarme su una strategia violenta messa in atto da ambienti eversivi. Prosegue in Procura l’inchiesta parallela sulla trattativa mafia-Stato: indagati i boss Riina, Provenza-no, ilmedicoAntonino Cinà, Marcello Dell’Utri, Massimo Ciancimino e alcuni esponenti dei Servizi per violenza e minaccia ad un corpo politico, amministrativo e giudiziario dello Stato.

Dell’Utri e i rapporti con Cosa Nostra: l’ultimo atto in Cassazione
Il 9 marzo è attesa la sentenza della Cassazione su Dell’Utri, condannato in primo grado a 9 anni e in appello a 7 per concorso esterno in associazione mafiosa. La Suprema Corte è chiamata a confermare il verdetto d’appello, oppure ad annullarlo senza rinvio, o ancora ad annullarlo con rinvio a un nuovo processo d’appello. In quest’ultimo caso potrebbe annullare l’intera sentenza o soltanto la parte assolutoria che ha escluso ogni responsabilità dell’imputato nei rapporti con Cosa Nostra dopo il 1992.

Romano, doppia accusa: mazzette e “a disposizione”
Il 18 gennaio il gup di Palermo Fernando Sestito renderà probabilmente nota la sua decisione sulla richiesta di rinvio a giudizio dell’ex ministro delle Politiche Agricole Saverio Romano, il primo ministro in carica accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Contro Romano intercettazioni imbarazzanti tra esponenti mafiosi e le parole di sei pentiti che lo indicano “a disposizione” di Cosa Nostra. Intanto sempre nei confronti di Romano – dopo il sì della Camera all’uso delle intercettazioni del 21 dicembre – prosegue l’inchiesta che lo vede indagato per corruzione nell’inchiesta sulle tangenti della società del Gas del professore Gianni Lapisedi Cianciminojr. Romano è sospettato di avere promosso un emendamento vantaggioso per la società in cambio di 300 mila euro.

“Abbiamo l’amico e socio di mio padre Renato Schifani”
Le dichiarazioni di Spatuzza, quelle di altri due collaboratori di Giustizia, tra cui Stefano Lo Verso, e alcune intercettazioni telefoniche tra boss, oltre a vecchie accuse archiviate e adesso riaperte, sono contenute nel fascicolo aperto dalla procura nei confronti della seconda carica dello Stato per concorso in associazione mafiosa. Per LoVerso, la mafia poteva contare su Schifani e Romano, come gli aveva rivelato il boss Nicola Mandalà: “Tranquillo, abbiamol’amicoesocio di mio padre Renato Schifani e il paesano di mio parrino Ciccio, Saverio Romano”.

Il governatore della Sicilia e il processo per quei voti del 2008
Secondo la Procura di Catania, traRaffaele Lombardo e la mafia c’era un rapporto elettorale. Il 6 febbraio si terràlasecondaudienzadelprocessoneiconfrontidel governatore siciliano e del fratello Angelo (deputato Mpa). Il processo riguarda la campagna elettorale del 2008 per fare eleggere Angelo Lombardo e quella per l’elezione del presidente della Regione siciliana. I due fratelli erano indagati anche per mafia: la Procura ha chiesto archiviazione, ora parola al Gip.

Ciancimino jr, le 3 inchieste e “il signor Franco”
Prosegue a Palermo l’inchiesta per calunnia dichiarativa e documentale e detenzione di esplosivo nei confronti del figlio di don Vito Ciancimino, arrestato il 22 aprile scorso (e poi scarcerato) dopo il ritrovamento di alcuni candelotti di dinamite nel giardino di casa. Ciancimino jr. è indagato per calunnia anche a Caltanissetta dopo avere accusato l’ex capo della polizia De Gennaro di essere il misterioso signor Franco/Carlo e di concorso in associazione mafiosa a Palermo per avere fatto da tramite tra suo padre e Provenzano nella trattativa.

Cammarata, due scandali a Palermo: i rifiuti e la barca
Prosegue l’inchiesta: il sindaco di Palermo è indagato, insieme ad altri 11 dirigenti ed ex amministratori dell’Amia, per disastro doloso, inquinamentodelleacquee del sottosuolo, truffa, gestione abusiva della discarica di Bellolampo, abuso di ufficio e abbandono dei rifiuti speciali. Si indaga sui rischi di inquinamento delle falde acquifere per il percolato prodotto dalla discarica. Peripm Cammarata avrebbe impartito gli ordini per gestire l’ex municipalizzata Amia e la discarica. Cammarata è imputato anche di abuso di ufficio nel processo che riprende il prossimo 18 gennaio: è accusato di avere utilizzato un dipendente della Gesip, una partecipata del comune, come guardiano e gestore della sua barca ancorata al porticciolo dell’Acquasanta.

Dai pentiti alla moglie: la decisione sul senatore D’Alì
Riprende il 3 febbraio l’udienza preliminare per decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa avanzata dalla Dda di Palermo nei confronti del presidente della Commissione Ambiente del Senato, Tonino D’Alì, sottosegretario all’Interno con Berlusconi tra il 2001 e il 2006. L’ultima udienza il pm Andrea Tarondo, che con il pm Paolo Guido e con il procuratore aggiunto Teresa Principato ha firmato la richiesta al gup per processare il senatore, ha prodotto nuove accuse, che si fondano sui pentiti, sulla documentazione societaria e sulle accuse della ex moglie di D’Alì.

Borzacchelli, le talpe in procura a Palermo e Cuffaro
Si attende la Cassazione dopo la condanna in appello ad otto anni per l’ex sottufficiale dei carabinieri Antonio Borzacchelli, ex deputato regionale del Biancofiore (Udc), indicato come una delle “talpe” della procura di Palermo, coinvolto nell’inchiesta su Cuffaro. In primo grado condanna a 10 anni, in appello a 8.

De Mauro, l’indagine parallela e il filo rosso con il delitto Pasolini
Entro la fine di gennaio sono attese le motivazioni dell’assoluzione di Totò Riina, accusato di avere deciso ed organizzato la “lupara bianca” del giornalista Mauro De Mauro, scomparso a Palermo la sera del 16 settembre 1970. La procura ha aperto un’indagine parallela sui mandanti occulti ed ha recentemente interrogato Dell’Utri, che dichiarò di avere avuto in mano, per pochi istanti, il dattiloscritto Appunto 21 di Pasolini, misteriosamente scomparso: una delle piste seguite lega, infatti, il delitto De Mauro a quello dell’intellettuale ucciso a Ostianel 1975, entrambi impegnati a scavare (DeMauro percontodelregistaRosi) sulleragionidell’assassiniodel presidente dell’Eni Enrico Mattei, nel contesto di una matrice terroristico-eversiva concepita per tutelare gli interessi della grande finanza e delle ”sette sorelle” petrolifere.

Via d’Amelio: la revisione, il depistaggio e l’ “agenda rossa”
Si attendono entro febbraio i nuovi provvedimenti già chiesti al gip dalla procura di Caltanissetta nei confronti deinuoviesecutorimaterialidopolerivelazionideipentiti Gaspare Spatuzza, che ha riscritto la dinamica della strage auto attribuendosi il furto della 126, e Fabio Tranchina, che ha aggiunto inediti dettagli. Entro giugno è attesa anche la definizione dell’inchiesta nei confronti dei tre funzionari di polizia (Mario Bo, Salvatore LaBarbera e Vincenzo Ricciardi) indagati per calunnia aggravata per avere indotto le false confessioni di Salvatore Candura, Vincenzo ScarantinoeFrancesco Andriotta sulla dinamica della strage. Infine, sulla base di un maxi-collage di immagini video, che ricostruisce nei dettagli lo scenario della strage, la procura di Caltanissetta ha riaperto l’inchiesta sulla sparizione dell’agenda rossa del giudice.

Trapani, l’uccisione di Rostagno e le nuove audizioni
Riprende l’11 gennaio con l’audizione in aula dei pentiti del trapanese Vincenzo Calcara e Rosario Spatola il processo per il delitto di Mauro Rostagno, ucciso a Lenzila sera del 26 settembre 1988. Sono imputati due boss mafiosi: Vincenzo Virga, indicato come il mandante, e Vito Mazzara, ritenuto uno dei killer.

Cosentino (Pdl): favori e soldi nelle terre di Gomorra
Iniziato nell’aprile scorso, procede a passo d’uomo il processopercamorraaldeputato-coordinatoreregionaledelPdl, impigliatositranumeroseeccezioni, perlopiù sull’utilizzo delle intercettazioni indirette. Difficilmente il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere emetterà la sentenza entro l’anno. Intanto a Napoli si attende a breve il deposito dell’avviso concluse indagini dell’inchiesta condotta dai pm Curcio, Woodcock e Ardituro e coordinata dall’aggiunto Cafiero de Raho che vede Cosentino indagato e con nuova richiesta di arresto con l’accusa di aver esercitato illecite pressioni per far ottenere un finanziamento bancario in favore di un’impresa vicina ai clan.

’Ndrangheta, da Reggio al Nord: la nuova potenza criminale
Milano e Reggio Calabria collegate dalla ‘ndrangheta. Gli arresti, le condanne, le intercettazioni e gli atti intimidatori, lo confermano. L’ultima operazione (a fine novembre) dei magistrati antimafia di Milano e di Reggio, riguarda il clan Lampada, ben insediato in Lombardia. In carcere sono finiti anche un giudice di Reggio Calabria, Vincenzo Giglio, un consigliere regionale calabrese del Pdl, Francesco Morelli e Vincenzo Minasi, avvocato di Palmi, con studio a Milano e Como. Dopo le inchieste delle Procure di Imperia, Sanremo e Torino, invece, la Commissione di accesso sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta ha presentato le proprie conclusioni sull’ipotesi di scioglimento del Comune di Ventimiglia. La decisione del Prefetto di Imperia è attesa per i prossimi giorni. Sarebbe la seconda amministrazione del Ponente ligure travolta dalle inchieste sulla criminalità organizzata, dopo quella di Bordighera. Vassallo, tutta in salita l’inchiesta sul sindaco anticamorra ucciso La Dda di Salerno prosegue con la massima discrezione le indagini sull’omicidio del sindaco di Pollica, avvenuto nelsettembredel 2010. Il radicamento dell’inchiesta nella Procura capoluogo di distretto conferma che la matrice camorristica del delitto resta una delle ipotesi più battute.

Malafinanza

Ipotesi di frode fiscale da 245 milioni: Profumo indagato
L’ex ad di Unicredit, Alessandro Profumoe 15 dirigenti bancari sono indagati per una presunta frode fiscale da 245 milioni, architettata con 3 dirigenti della Barclays. I 245 erano stati dapprima sequestrati, poi dissequestrati dal Riesame, ora il procuratore aggiunto, AlfredoRobledo, ha presentato ricorso in Cassazione che potrebbe decidere nelle prossime settimane.

Scalata Bnl: Consorte, Caltagirone e Fazio verso l’Appello
Scalata Bnl: il tribunale di Milano ha inflitto a Consorte treanniediecimesidireclusioneeunmilionee 300 mila euro di multa. Condannati anche – tra gli altri – l’allora governatore della Banca d’Italia, Antonio Fazio e il costruttore-editore, Francesco Gaetano Caltagirone. Dovrebbero presentare appello nelle prossime settimane.

Dossier illegali e corruzione internazionale: i guai di Tronchetti
Il presidente di Pirelli ed expresidente di Telecom, Marco Tronchetti Provera, è indagato a Milano per la vicenda dei dossier illegali quando a capo della security di Telecom c’era Giuliano Tavaroli. Tronchetti è accusato, inoltre, di corruzione internazionale, in relazione a 26 milioni di euro che sarebbero stati pagati dalla Telecom tra il 2002 e il 2006 a un mediatore brasiliano per avere favori dall’autorithy locale. Interrogato, Tronchetti ha sostenuto che Telecom non è stata avvantaggiata. Il manager durante la prima inchiesta non era stato indagato.

San Raffaele, il buco da 1, 5 miliardi: da don Verzè a Formigoni
A Milano inchiesta per associazione a delinquere, concorso in bancarotta fraudolenta e false fatturazioni. A novembre è finito in carcere Pierangelo Daccò, il faccendiere vicino a Cl e amico di Formigoni. Sarebbe lui il manager ombra addetto allo “smistamento” di fondi neri, probabilmente anche a politici. A capo dell’associazione criminale ci sarebbe stato Mario Cal, vice presidente del San Raffaele, morto suicida nel luglio scorso. Ne facevano parte, tra gli altri, Mario Valsecchi (in carcere dal mese scorso), ex direttore finanziario, e gli imprenditori Pierino e Gianluca Zammarchi. Il dominus del SanRaffaele, don Luigi Verzè, morto il 31 dicembre, era indagato per concorso in bancarotta. A marzo scadono i termini dell’indagine ma i pm possono chiedere una proroga.

Ponzellini e i fondi concessi da Bpm alla Atlantis
Massimo Ponzellini, ex presidente della Popolare di Milano è indagato dalla procura milanese per ostacolo all’autorità di vigilanza e associazione a delinquere. Bpm ha concesso un prestito da 43 milioni alla società Atlantis-BplusdiFrancesco Corallosenzache, secondoipm, neavesseirequisiti. I magistrati hanno anche inviato alla Camera una richiesta di autorizzazione all’acquisizione del computer che il deputato Pdl Laboccetta si è portato via, facendosi scudo dell’immunità, durante la perquisizione della Gdf nell’ufficio romano di Corallo. La-boccetta è indagato per favoreggiamento mentre Corallo, che si era spacciato per ambasciatore della Fao, deve rispondere di falsa identità a pubblico ufficiale.

La bancarotta di Lele Mora: 4 volte “no” alla scarcerazione
Lele Mora a Milano è pieno di guai giudiziari. A giugno è stato arrestato per concorso in bancarotta. Ha distratto dalla sua (fallita) Lm managment 8, 5 milioni di euro. A novembre ha patteggiato una pena a 4 anni e 3 mesi. Resta indagato Emilio Fede. Per 4 volte giudici diversi, hanno confermato il carcere per Mora.

Telecom Sparkle e Fastweb, la megatruffa di Mokbel & co.
Tutto è nato da un’inchiesta del pm Capaldo sul maxi riciclaggio da 2 miliardi di euro, sottratti all’erario tra il 2004 e il 2010 con la truffa del 2 % dell’Iva messa in atto dalle società telefoniche Fastweb e Telecom Sparkle. Il processo è iniziato alla fine del 2010 ma non si concluderà che alla fine di quest’anno. Alla sbarra due gruppi di imputati: i sodali di Gennaro Mokbel, il faccendiere nero, sono una quindicina, e rispondono di associazione per delinquere, riciclaggio, falsificazione di schede elettorali. Sull’altro lato, i grandi manager dei colossi telefonici Telecom Sparkle e Fastweb. Su tutti l’ex presidente Silvio Scaglia, a lungo rimasto in carcere.

Sempre Lavitola: l’Avanti e i fondi dell’editoria
A Napoli indagine sempre intorno a Valter Lavitola, questa volta in veste di ex direttore ed editore del quotidiano l’Avanti: l’obiettivo è scoprire se, dietro i finanziamenti di Stato all’editoria, ottenuti da Lavitola, si nascondano operazioni illecite. Dal 2003 al 2009, L’Avantihaottenutocirca 21 milioni di euro che, secondo l’ipotesi investigativa, potrebbero essere stati usati per affari personali non inerenti alla gestione del quotidiano. Sui finanziamenti ottenuti da l’Avanti aperto un fascicolo anche a Pescara.

Privatizzazione dell’aeroporto, Mussari (Mps) indagato a Siena
Chiuse le indagini anche sulle procedure di privatizzazione del piccolo aeroporto di Ampugnano. Tra i 14 indagati anche il presidente di Mps Giuseppe Mussari. Secondo l’accusa la gara per la cessione delle quote di maggioranza della società aeroporto di Siena fu pilotata e condizionata.

Delitti e segreti

Rogo Thyssen, a breve fissato il processo d’Appello
Il processo di appello per la strage della Thyssen Krupp (sette operai morti nel rogo dell’acciaieria di Torino nella notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007) sarà calendarizzato abreve. Il processo di primo grado di fronte alla Corte di Assise di Torino si è concluso con sei condanne, la più alta delle quali (16 anni e sei mesi) inflitta all’ad Harald Espenhan, ritenuto colpevole di omicidio volontario con dolo eventuale.

Amianto a Casale Monferrato, verità e giustizia sul disastro
Si sta concludendo a Torino il maxiprocesso Eternit. La prossima udienza (l’ultima si è tenuta il 21 novembre) è fissata per il 13 febbraio. La sentenza potrebbe arrivare già quel giorno. I pm Raffaele Guariniello, Gianfranco Colace e Sara Panelli hanno chiesto la condanna a 20 anni per due imputati, il magnate svizzero Stephan Schmidheiny e il barone Belga Louis De Cartier (ultimi proprietari della multinazionale dell’amianto) con l’accusa di disastro doloso permanente. Secondo l’accusa i due, pur essendo a conoscenza della pericolosità dell’amianto, avrebbero deliberatamente omesso le misure necessarie affinché le polveri non fossero respirate da lavoratori e cittadini. Nell’elenco delle oltre seimila parti lese figurano quasi duemila vittime, 1. 700 circa nella sola Casale Monferrato.

Strage di Viareggio, indagati i vertici Trenitalia: verso chiusura inchiesta
Tra i 38 indagati per il disastro del 29 giugno del 2009 (32 morti), anche Mauro Moretti, amministratore delegato Fs, il suo successore alla guida di RFI Michele Mario Elia, l’ad di Trenitalia Vincenzo Soprano e altri membri della catena di comando delle Fs. Imminente l’avviso di conclusione indagini.

Diaz e Bolzaneto, per le lesioni si avvicina la vergogna della prescrizione
Dopo l’assoluzione in Cassazione per Gianni De Gennaro mancano soltanto le sentenze della Cassazione per Diaz e Bolzaneto. La quasi totalità dei reati – calunnia, lesioni non gravi, abusi vari – contestati ai poliziotti della Diaz così come agli imputati per le violenze nella caserma di Bolzaneto sono stati spazzati dalla prescrizione. Restano in piedi le lesioni gravi, che però vanno in prescrizionedopodieciannieseimesi (proprionelgennaio 2012) e i falsi che di anni ne prevedono dodici e mezzo (gennaio 2014).

Morire di carcere: Stefano Cucchi, le udienze proseguono
Tempi lunghi per la verità sulla morte di Stefano Cucchi, il geometra romano morto il 22 ottobre al Pertini dov’era stato ricoverato per le gravissime lesioni provocate dal pestaggio subito la notte dell’arresto. Il processo vede imputati 6 medici, 3 infermieri e 3 agenti di custodia ed è giunto alla sesta udienza. Alle prossime saranno ascoltati i periti che attribuiscono il decesso alla carenza di cure dei medici del Pertini. Tesi respinta dalla sorella Ila-ria: “Stefanoèstatouccisoincarcere, sperocheigiudici annullino le perizie e si riparta da zero”.

Trans, ricatto a Marrazzo: il 10 gennaio imputati in aula
Trans e coca, ricatto a Marrazzo: il 10 gennaio compariranno, di fronte al gup, i quattro imputati “sopravvissuti” all’inchiesta, i carabinieri Nicola Simeone, Carlo Tagliente e Nicola Testini-i primi due accusati di estorsione, il terzo rinviato a giudizio anche per la morte del pusher Gianguarino Cafasso, nonostante il perito Arcudi abbia escluso l’ipotesi di omicidio per overdose. Ci sarà anche Natalie, il trans che ospitava Marrazzo, imputata di detenzione e spaccio di coca. Il gup dovrà stabilire la connessione tra i due filoni d’indagine- estorsione e morte del pusher- prima che il vero processo abbiainizioindatadastabilire. Intantoèallaterzaudienza il processo parallelo sulla “falsa” perizia sul cadavere di Cafasso che, riesumato, risultava intatto.

Concorsi truccati all’università di Messina: è l’anno della sentenza
In arrivo il verdetto contro il Rettore Franco Tomasello, imputatodiaverfattopressionisulpresidentedellacommissionechedovevaassegnareunpostodiassociatonell’ateneo messinese. Tomasello è anche indagato per un altro concorso truccato al Policlinico universitario.

Siena, il rosso di bilancio da 200 milioni dell’ateneo
Gli indagati sono 23, fra cui gli ex rettori Piero Tesi e Silvano Focardi: i reati ipotizzati sono falsità ideologica, abuso d’ufficio e peculato. Avviso di conclusione delle indagini anche per l’inchiesta sulle elezioni dell’attuale rettore Angelo Riccaboni.

Calciopoli, scommesse truccate: 3 procure al lavoro
Tre procure al lavoro – quelle di Napoli, Cremona e Bari, indagini preliminari – e 22 partite di serie A monitorate dagli inquirenti. Centinaia, invece, le partite sospette tra serie B e campionati minori. Tra i più noti calciatori coinvolti, oltre Beppe Signori, ci sono Cristiano Doni e Luigi Sartor. La procura di Cremona ha scoperto una centrale operativa che gestiva un giro di scommesse e truccava partite a livello internazionale: la base era a Singapore, ma le ramificazioni, attraverso gli uomini di mister Den, arrivavanoancheinItalia, attraversoilgruppodegli “zingari”, per esempio, o attraverso contatti con clan della mala barese, secondo l’ipotesi della procura di Bari. La procura di Napoli, invece, indaga sulle infiltrazione del clan d’Alessandro, di Castellamare di Stabia, nella società di scommesse Intralot.

Abusi di cemento

Crotone: la truffa della centrale a turbogas
Iniziata dal pm Pierpaolo Bruni, trasferitosi nel frattempo a Catanzaro, l’indagine è ora condotta dalla pm Luisiana Di Vittorio. Si tratta della presunta truffa sulla mancata realizzazione del Contratto di programma di Scandale, con conseguente installazione della centrale a turbogas, costruitadallaEurosviluppoindustriale, amministrata da Aldo Bonaldi, e poi venduta al gruppo Endesa. Un affare da 15 milioni di euro. Tra gli indagati, anche l’ex ad di Barclays Bank Italia, Vittorio Maria De Stasio.

La villa ad Anacapri di Luca di Montezemolo
È attesa per il 12 marzo la sentenza del giudice unico della sezione staccata di Capri del Tribunale di Napoli su Montezemolo, accusato di abuso edilizio e falso nell’ambito della ristrutturazione di Villa Caprile ad Anacapri.

Matteoli accusato di favoreggiamento all’Elba
Per la procura di Livorno, l’ex ministro toscano avvertì il prefettoVincenzo Gallitto che c’era un’indagine nei suoi confronti. Il giudice sta aspettando che la Corte costituzionale su pronunci sul conflitto di attribuzioni sollevato dal tribunale di Livorno nei confronti della Camera.

Il megaporticciolo da 150 milioni: c’è Scajola indagato
A Imperi l’inchiesta sulla realizzazione del mega-porticciolo turistico: con l’ex ministro indagato il costruttore Caltagirone. Nelle prossime settimane è prevista la decisione del gip con il deposito degli atti.

Bassolino e i rifiuti, la sentenza e il rischio prescrizione
Il 2012 potrebbe essere l’anno della sentenza per il processo al ciclo di gestione dei rifiuti in Campania. Ma la prescrizione incombe su gran parte dei reati. Alla sbarra da quattro anni ci sono Bassolino, gli ex vertici della Fibe-Impregilo e una folla di altri imputati, per un totale di 28 persone.

di Gianni Barbacetto, Stefano Caselli, Rita Di Giovacchino, Michela Gargiulo, Giuseppe Giustolisi, Vincenzo Iurillo, Giuseppe Lo Bianco, Antonella Mascali, Antonio Massari e Ferruccio Sansa

da Il Fatto Quotidiano del 7 gennaio 2012

Articolo Precedente

Un Paese alla sbarra: il calendario
delle indagini e dei processi del 2012

next
Articolo Successivo

Malinconico, quelle vacanze gratis
pagate dall’imprenditore della “cricca”

next