Un mini corteo, anche se non autorizzato: i lavoratori della Fiom si sono dati appuntamento questa mattina a porta Pinciana e da lì sono scesi lungo i viali di villa Borghese fino a piazza del Popolo, fulcro della manifestazione organizzata dal segretario generale Maurizio Landini, che oggi dice: “Occorre che Marchionne accetti di discuterte il piano (Fabbrica Italia, ndr), che si impegni davvero a fare gli investimenti che ha annunciato e che tenga aperti gli stabilimenti”. Soddisfatto della partecipazione dei lavoratori, Landini sostiene di trovare “folle che nel nostro Paese non ci sia nessuno, non dico la Fiom, ma nemmeno i sindacati che hanno firmato o il governo, che sappia esattamente cosa vuole fare Marchionne. Ed è davanti agli occhi di tutti che gli investimenti li sta facendo da un’altra parte, che la cassa integrazione aumenta e che c’è il rischio di chiusura degli stabilimenti”.

Nei giorni scorsi la questura di Roma, dopo un lungo tira e molla, aveva concesso al sindacato dei metalmeccanici della Cgil solo il permesso di fare un sit-in ma non di muoversi in corteo: la decisione era arrivata dopo gli scontri del 15 ottobre e  l’ordinanza del sindaco Gianni Alemanno che ha vietato per un mese cortei nel centro storico della città.

Nella giornata dello sciopero nazionale di otto ore, che ha raccolto un’adesione dell’11% negli stabilimenti Fiat e Industriale (secondo il Lingotto), oltre un migliaio di lavoratori sono arrivati in piazza del Popolo per il sit-in della Fiom. Secondo il sindacato i numeri sono maggiori: Francesca Redavid, responsabile dell’organizzazione “valuta che nella piazza ci siano dodici mila persone”. In piazza è stato allestito un palco, da cui campeggia lo striscione “Democrazia, contrasto, lavoro, no a chiusure e licenziamenti”. Una serie di interventi dei lavoratori, precederanno quello del leader del sindacato Landini. Intanto dal luogo della manifestazione, ha parlato il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, invitando il governo a dimettersi: “Il messaggio che inviamo al governo è che è necessario risolvere il problema del lavoro. Non si esce da questa situazione di crisi se non si danno prospettive ai lavoratori, ai grandi insediamenti industriali e all’unità tra nord e sud sul piano del lavoro”. Il segretario Cgil è stato anche fischiato da un gruppo di una ventina di manifestanti.

Dal palco Landini sottolinea la necessità di investire in ricerca e innovazione: “Dalla crisi non si esce se non c’è un nuovo intervento pubblico nell’economia”. Il segretario Fiom ha portato in piazza oggi sia gli operai di Fiat, che quelli di Fincantieri: tratto comune, la necessità di investire “in nuovi prodotti” e “nella mobilità sostenibile”. La manifestazione si è chiusa con una polemica con il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro che questa mattina aveva detto: “Roma è una città ferita. Non andava fatta un’altra manifestazione da parte di chi ha partecipato alla protesta di sabato. Teniamo conto che la Fiom ha aderito a quella manifestazione”. Parole che secondo Landini “sono offensive nei confronti delle 300mila persone che erano in Piazza San Giovanni democraticamente e che hanno subito atti di violenza”.

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