Nella patria dei sindaci sceriffi, delle ronde, delle campagne elettorali passate più a parlare di immigrati che di politica, la sicurezza non è più un problema. Almeno, non lo è per la Lega. Siamo in Veneto e, dopo l’approvazione di un bilancio “lacrime e sangue”, come l’ha definito il governatore (leghista) Luca Zaia, che assegna zero euro al tema della sicurezza, a dare l’annuncio di un problema che non esiste più è il capo del partito, la Liga Veneta, Gian Paolo Gobbo, ascoltato come un vate in Nordest e secondo per preferenze (quando c’erano) solo a Umberto Bossi.

“Soldi non ce ne sono”, ha detto Gobbo. “La madre di tutto è il federalismo e tutto il resto va da sé, per cui si cerca di fare il meglio con quello che si ha. Non so se verranno tempi migliori, ma oggi come oggi la situazione è questa. Per cui quello che si può fare, si fa. Per il resto invece, se non ce n’è, non ce n’è. Sociale e sanità sono stati salvaguardati e credo che già questo sia molto importante. Dopodiché evidentemente la sicurezza non è più un’emergenza in Veneto”.

Un cambio storico per la Lega. Difficile, nella prossima campagna elettorale, continuare a stuzzicare gli umori col problema della sicurezza, con questi immigrati che rubano e sono un peso per la società. E singolare è che a dirlo sia proprio Gobbo che, per colpa dei “ladri” venuti da lontano ha sulle spalle un’imputazione per banda armata. Ma Gobo non è il solo. Gobbo, a gennaio è stato rinviato a giudizio insieme a 36 militanti e esponenti della Lega Nord nell’inchiesta della procura della Repubblica di Verona riguardo le Camicie Verdi e la Guardia Nazionale Padana. L’inchiesta è stata avviata per indagare su fatti risalenti al periodo 1996/97, secondo l’accusa quella delle Camicie Verdi sarebbe stata un’associazione a carattere militare e quella cosa chiamata Guardia nazionale padana sarebbe stata istituita con il solo scopo di organizzare la secessione del Nord dal resto d’Italia”. Ma i 36 della Lega probabilmente non verranno mai condannati, visto che  dallo scorso 9 ottobre il reato di banda armata è stato depenalizzato. Se Gobbo lascia un piccolo margine d’interpretazione alle sue parole (“evidentemente non è più un problema”) è molto più esplicito Gianpaolo Vallardi, il leghista che i pattugliamenti dei cittadini se li è praticamente inventati: “La sicurezza per noi sarà sempre uno dei temi principali. Ma dopo due anni di governo Berlusconi possiamo dire che il Veneto adesso vive una situazione felice”.

Tutti parlano, nessuno presenta dati credibili. Ma è politica, of course. Sicuramente la Lega, “il partito della gente”, non ha fatto i conti con quello che ha detto l’Istat dieci giorni fa durante la presentazione del rapporto su “Reati, vittime e percezione della sicurezza”, secondo cui è diminuito negli ultimi anni il numero di italiani che si sentono “molto sicuri”, e le zone di maggiore criticità risultano Campania, Lazio e Puglia al sud e, appunto, il Veneto per le regioni del nord. “Nel territorio”, spiega l’Istat, “emergono alcuni luoghi di maggiore criticità: la Campania, il Lazio e la Puglia si posizionano sempre nei livelli più alti della graduatoria sia rispetto ai reati subiti, che al timore di subirli nonché in relazione alla percezione di insicurezza e al degrado della zona.

Tra le regioni del nord invece è il Veneto a mostrare i “livelli più elevati di paura tra i cittadini“. I reati per cui è cresciuta la preoccupazione sono rapine e aggressioni, scippi e borseggi, e soprattutto le violenze sessuali, di cui ha paura più del 50% delle donne. E’ cresciuta l’influenza della criminalità sulle abitudini di vita, salita dal 46,3% al 48,5%. Tra i cambiamenti di questi anni, il miglioramento del giudizio sul lavoro delle forze dell’ordine, apprezzate in egual misura da nord a sud. Di conseguenza, se ne deduce, che non siano le ronde a risolvere i problemi né Berlusconi con la bacchetta magica, ma forze qualche merito ce l’hanno le forze dell’ordine, nonostante anche loro siano alla canna del gas e in aperta contestazione di questo governo. E comunque la percezione della sicurezza in Veneto è un problema che rimane serio.

D’altronde Zaia è stato chiaro fin dall’inizio nel presentare il bilancio ai suoi alleati: “Soldi non ce ne sono, riduciamo tutto, ma la sanità non si tocca. La Sicurezza, che ha anche un assessorato, avrebbe dovuto prendere qualche fondo in meno, ma alla fine, con una coperta corta, è finita a zero euro. E come per magia si è risolto il problema.

di Emiliano Liuzzi

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