Mentre nelle piazze giornalisti e gente comune protestano contro la legge bavaglio, parole severe sul ddl intercettazioni arrivano da Giorgio Napolitano. “I punti critici del testo approvato al senato sono chiari – dice il Presidente della Repubblica -. Non spetta al Quirinale indicare soluzioni da adottare. Valuteremo obiettivamente, nell’ambito delle nostre prerogative, se verranno apportate modifiche adeguate alla problematicità di questi punti che sono già stati messi in evidenza”. Il Capo dello Stato sottolinea di avere già condiviso le sue preoccupazioni con esponenti della maggioranza e del Governo. Napolitano ha anche sottolineato come nel decidere la calendarizzazione del provvedimento alla Camera per fine luglio non si sia tenuto conto del suo monito sulla necessita’ per le forze politiche di concentrarsi innanzitutto sulla manovra economica.

”Se il ddl intercettazioni – spiega Schifani – viene esitato dalla Camera nella prima settimana di agosto, a palazzo Madama deve andare in Commissione e poi in Aula, per cui non vedo spazi” per un esame del testo a palazzo Madama prima dello stop per le vacanze. “Non posso che confermare – dice poi Schifani – il calendario con i suoi tempi tecnici. Del resto, non trattandosi di un decreto, un minimo di giacenza in commissione il testo deve averlo, se pure esso sia alla quarta lettura”.

Gianfranco Fini ribadisce la sua richiesta di rivedere il ddl sulle intercettazioni. “Non ho intenzione di fare il controcanto, ma su alcune questioni nemmeno far finta di non vedere – dice il Presidente della Camera ricordando l’allarme lanciato ieri dal procuratore antimafia Piero Grasso -. Se si è in buona fede le soluzioni si trovano, sennò non accetto che non si possa contestare una decisione già presa. Vogliamo fermarci a riflettere?”.

“Io sono a favore di un ritiro del ddl intercettazioni perche’ una legge del genere andrebbe riformulata da capo”, ha spiegato Bersani promettendo che “in ogni caso, combatteremo in Parlamento punto per punto”. La maggioranza ha voluto forzare calendarizzando il ddl a fine luglio. Evidentemente, Napolitano si aspettava delle modifiche e, francamente, ce le aspettavamo tutti”.    Infine, l’appello al presidente della Camera, Gianfranco Fini, e a chi, nella maggioranza, ha mostrato piu’ di qualche dubbio sulla bonta’ del provvedimento: “ad un certo punto si arriva al dunque, ci sono le parole e poi i voti. Se arriviamo al momento del voto – conclude Bersani – penso che sia giusto chiedere coerenza anche a chi nella maggioranza ha sollevato perplessita’ sul testo senza ottenere risultati”.

“Prima c’era l’associazione a delinquere di stampo mafioso, ora stiamo andando verso l’associazione a delinquere di tipo parlamentare, che ne e’ l’evoluzione”, dice il leader Idv, Antonio Di Pietro.

Il ministro delle Riforme, Umberto Bossi, fa intravedere una apertura: “Si deve trovare la mediazione e la troveremo” fra le esigenze della gente di non essere intercettata e quelle della magistratura di indagare. Il leader della Lega aggiunge: “La gente non ci tiene ad essere intercettata mentre in alcuni casi è chiaro che la magistratura deve poter intercettare ma non su tutto e su tutti”.

Il ddl intercettazione dovrebbe iniziare a essere discusso a Montecitorio il 29 luglio, una volta completato l’iter in Commissione Giustizia della Camera. Sulla sua eventuale approvazione entro l’estate frena però Italo Bocchino, vice presidente dei Deputati del Pdl, che sul sito di Generazione Italia scrive: “La scelta del Pdl di imporre alla Camera la calendarizzazione delle intercettazioni entro il mese di luglio non è stata un’idea geniale. In questi giorni l’opinione pubblica è presa dalla crisi economica e dalla manovra e tende a dare molto peso ad alcune questioni che riguardano la politica, a partire dalla legalità”. Secondo Bocchino la legge sull e intercettazioni “pur essendo giusta perché punta a colpire gli abusi a cui abbiamo assistito, presenta al momento alcune gravi lacune”.

Il presidente dell’Anm Luca Palamara ha espresso solidarietà alla Fsni e sostegno alla manifestazione di oggi. “I magistrati uniti ai giornalisti nella difesa dei fondamentali principi della liberta’ d’informazione e della legalita’ messi a rischio dal ddl sulle intercettazioni” – scrive Palmara in una lettera inviata al presidente e al segretario generale della Fnsi.  “Questa riforma – prosegue – limita drasticamente la possibilita’ per le forze dell’ordine e per la magistratura di individuare gli autori di reati di particolare allarme sociale e pregiudica in modo inaccettabile il diritto dei cittadini di essere informati su fatti di interesse pubblico”.

”A me colpisce molto questo appellocontinuo allo sciopero della gente nei confronti dei giornali che fa il presidente del Consiglio”. Lo ha detto a Sky Tg24 Mattina il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini

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