Scholz: “Ci saranno solo perdenti”
Critiche all’imposizione di dazi da parte del presidente americano Donald Trump arrivano dal cancelliere tedesco Olaf Scholz, che definisce le misure varate dall’amministrazione Washington “fondamentalmente sbagliate”, oltre a rappresentare “un attacco a un ordine commerciale che ha creato prosperità in tutto il mondo”. “Ci saranno solo perdenti”, ha commentato Scholz.
Budapest: “I cittadini pagano l’incompetenza di Bruxelles”
“L’economia europea e i suoi cittadini stanno ancora una volta pagando il prezzo dell’incompetenza di Bruxelles. La decisione sui dazi di ieri degli Stati Uniti ha chiarito una cosa: la Commissione europea avrebbe dovuto negoziare. Hanno avuto due mesi e mezzo di tempo. Non hanno fatto nulla”. Lo scrive in un tweet il ministro degli Esteri ungherese, Péter Szijjártó. “Invece di lavorare con Washington per ridurre i dazi sulle auto dal 10% al 2,5% statunitense, non hanno fatto nulla. Hanno trasformato una questione economica in una questione ideologica e hanno comunque portato a casa migliaia di euro al mese…”, aggiunge.
JPMorgan: “Rischio di recessione per l’economia mondiale”
Se gli Usa manterranno gli ingenti dazi annunciati, c’è un rischio recessione per l’economia statunitense e mondiale nel 2025. Lo afferma JPMorgan in una nota agli investitori, riportata da Cnn. “Sottolineiamo che queste politiche, se mantenute, probabilmente spingerebbero l’economia statunitense e mondiale in recessione quest’anno”, hanno affermato gli analisti. JPMorgan ha osservato che le tariffe aumenterebbero le tasse per gli americani di 660 miliardi di dollari l’anno, il più grande aumento fiscale nella memoria recente. E aumenteranno anche i prezzi, aggiungendo il 2% all’indice dei prezzi al consumo, una misura dell’inflazione statunitense che ha fatto fatica a tornare con i piedi per terra negli ultimi anni. “L’impatto sull’inflazione sarà sostanziale”, hanno affermato gli analisti. “Consideriamo la piena attuazione di queste politiche come uno shock macroeconomico sostanziale”.
Starmer: “Ci sarà impatto economico, risponderemo con lucidità”
“Ieri sera il presidente degli Stati Uniti ha agito per il suo paese, e questo è il suo mandato. Oggi, con il mio, agirò negli interessi della Gran Bretagna”. Ad affermarlo, rivolto agli imprenditori che ha incontrato a Downing Street, è stato il premier britannico, Keir Starmer, commentando l’imposizione delle tariffe. “E’ chiaro che i dazi di Trump avranno un impatto economico, sia qui che a livello globale”. Il Regno Unito risponderà “con calma e lucidità”. Passeremo alla “prossima fase del nostro piano”, ha aggiunto. “Le decisioni che prenderemo nei prossimi giorni e nelle prossime settimane saranno guidate solo dal nostro interesse nazionale”, agiremo “nell’interesse della nostra economia, nell’interesse delle imprese che siedono a questo tavolo, con l’obiettivo di mettere i soldi nelle tasche dei lavoratori”. “Niente altro mi guiderà, questo è il mio obiettivo”, ha aggiunto. “È chiaro che le decisioni prese dagli Stati Uniti avranno un impatto economico, sia qui che a livello globale”, ha osservato. “Ma voglio essere chiaro: siamo preparati, anzi uno dei grandi punti di forza di questa nazione è la nostra capacità di mantenere il sangue freddo”.
Le Borse europee aprono in profondo rosso
Sui mercati torna un clima di forte preoccupazione per la guerra commerciale, con gli analisti che vendono aumentare i rischi di una recessione globale. In forte calo Francoforte (-2,4%), Parigi (-2,15%) e Londra (-1,43%).
Piazza Affari apre in forte calo
La Borsa di Milano apre in forte calo. Il primo indice Ftse Mib cede il 2,12% a 37.640 punti. A Piazza Affari scivola Prysmian (-4,4%), in flessione anche le banche. (ANSA).
Berlino: “Ue tratti sui dazi o ci sarà risposta decisa”
“La mania dei dazi da parte degli Usa può generare una spirale in grado di trascinare i Paesi in recessione e provocare enormi danni a livello mondiale. Con conseguenze molto negative per tante persone. Abbiamo sempre puntato sulle trattative e non sullo scontro. Questo resta l’atteggiamento giusto”. Lo ha detto il vicecancelliere e ministro dell’economia tedesca Robert Habeck, in una nota diffusa dal suo dicastero. “È giusto che la Commissione Ue continui ad avere come obiettivo una soluzione attraverso la trattativa con gli Usa. Per questo resta ancora un po’ di tempo – aggiunge il politico ecologista -. Ma se gli Usa non vorranno una soluzione ci sarà una risposta ponderata, chiara e decisa dall’Ue. A questo ci siamo preparati”. “Siamo il mercato unito più grande del mondo. E dobbiamo usare questa forza”, conclude Habeck.
I dazi del 20% al vino italiano ed europeo annunciati ieri sera dal presidente Trump non fermano gli operatori Usa in partenza per Verona: sono infatti oltre 3.000 i buyer americani confermati alla 57/a edizione di Vinitaly, dato che replica il primato dell’anno scorso. “La presenza degli operatori statunitensi – commenta Adolfo Rebughini, direttore generale di Veronafiere – è una notizia incoraggiante per le aziende e per Vinitaly. Si apre uno scenario incerto che impatterà sulla geografia del nostro export. Condividiamo le preoccupazioni del settore e per questo mettiamo a disposizione delle organizzazioni la piattaforma di Vinitaly per facilitare eventuali accordi diretti tra imprese, associazioni italiane e importatori-distributori del nostro primo mercato di destinazione extra Ue”. Nella delegazione dei tremila operatori Usa a Vinitaly sono presenti anche i 120 top buyer statunitensi (10% del contingente totale del piano di incoming 2025) selezionati, invitati e ospitati da Veronafiere e Ice, provenienti prevalentemente da Texas, Midwest, California, Florida e New York. Sul fronte del programma, oltre agli incontri b2b in fiera, gli operatori americani saranno protagonisti di una serata di networking a loro dedicata l’8 aprile al Palazzo della Gran Guardia, in cui sarà presentata anche la prossima edizione di Vinitaly Usa a Chicago, dal 5-6 ottobre.