Guerra, Ue, dazi e carbone: a Davos il primo discorso di Trump con una platea internazionale
Bisogna “mettere fine alla guerra orribile” in Ucraina. Donald Trump lo ribadisce intervenendo in videoconferenza al World Economic Forum di Davos, assicurando che anche Kiev “è pronta a un accordo“. Il presidente Usa si dice anche pronto a “incontrare Putin presto”. Dichiarazioni che arrivano poche ore dopo quelle del Cremlino che, tramite il portavoce Dmitry Peskov, ha fatto sapere che la Russia rimane pronta a “un dialogo paritario e reciprocamente rispettoso” con gli Usa, come quello che “ha avuto luogo durante la prima presidenza di Trump“. Ma “aspettiamo segnali, che ancora non sono stati ricevuti”, ha specificato il portavoce. Dall’altro fronte anche Volodymyr Zelensky apre affermando che potrebbe avere colloqui con il presidente russo se Trump fornirà all’Ucraina garanzie di sicurezza. Per il presidente Usa, comunque, “se il prezzo del petrolio calasse la guerra in Ucraina finirebbe immediatamente” e, per questo, intende chiedere all’Arabia Saudita e all’Opec di “abbassare il prezzo”.
Ma Trump non parla solo di guerra in quella che è la sua prima uscita da presidente su un palcoscenico internazionale. Accolto dagli applausi ribadisce che con lui “è iniziata l’età dell’oro” e attacca il predecessore Biden reo di avere lasciato “la più alta inflazione nella storia degli Stati Uniti”. Promettendo che fermerà “l’invasione” dei migranti, il neo presidente Usa annuncia anche “il più grande taglio delle tasse della storia degli Usa”. E subito si rivolge alle aziende: “Il mio messaggio per ogni business del mondo è chiaro: venite qui a produrre, e noi vi daremo tra le tasse più basse del mondo. Ma se non venite a produrre in America, che è un vostro diritto, allora, molto semplicemente, dovrete pagare dazi doganali che porteranno centinaia di miliardi di dollari nelle nostre casse, rinforzando la nostra economia”, ha rimarcato.
Poi punta il dito contro l’Unione europea che, a suo avviso, “tratta gli Stati Uniti molto male con le tasse che impone” e, per questo, dice di avere “grandi lamentele da fare” a Bruxelles: “Hanno una grande tassa e una tassa sull’Iva, ed è una tassa sostanziale – ha aggiunto – In sostanza, non accettano i nostri prodotti agricoli o le nostre auto. Mettono dazi sulle cose che vogliamo fare”.
A Davos Trump torna ad attaccare il Green Deal, da lui definito “il Green bluff“: “Lasceremo che le persone comprino le auto che desiderano”, ha ribadito. Non solo. Parla anche di carbone, “una buona risorsa di back-up”: “Costa poco e noi negli Stati Uniti ne abbiamo tantissimo, così come abbiamo tantissimo gas e petrolio”, ha sottolineato.
Infine apre una parentesi sulla Cina. Con loro “il rapporto commerciale ora è squilibrato e bisogna correggerlo”, ha detto Trump che però definisce “ottimi”, invece, i rapporti con il leader cinese Xi Jinping: “Vogliamo solo equità, un terreno di gioco equilibrato. Non vogliamo una relazione fenomenale, ma solo che sia giusta e ora non lo è – ha aggiunto – abbiamo deficit verso molti Paesi asiatici e non possiamo permetterci di continuare così”. Ma la Cina può essere di “aiuto“, secondo il presidente Usa, per “fermare la guerra tra Russia e Ucraina” grazie alle “leve” che Pechino ha a disposizione su quello scenario: “Ne ho parlato con Xi durante la nostra conversazione telefonica, e speriamo di poter lavorare insieme per fermarla”, ha concluso.