Il Fatto di domani. Malapolitica in Puglia: 72 indagati, si dimette assessora della giunta Emiliano. Primarie a Bari, Conte (M5S): “Non ci sono più le condizioni”

Di FQ EXTRA
4 Aprile 2024

CORRUZIONE ELETTORALE IN PUGLIA, 72 PERSONE SOTTO INCHIESTA E 10 ARRESTI: SI DIMETTE L’ASSESSORA REGIONALE MAURODINOIA (PD). UNO DEGLI INDAGATI: “MI PREPARO PER LE COMUNALI A BARI”. Dopo gli arresti di 130 persone a fine febbraio, ora arriva la seconda scossa del terremoto pugliese. L’inchiesta della procura di Bari coinvolge 72 persone (10 hanno ricevuto ordinanze di custodia cautelare) e arriva fino alla giunta di Michele Emiliano: si è dimessa l’assessora regionale ai Trasporti Anita Maurodinoia (Pd) dopo aver saputo di essere indagata. Il marito Sandro Cataldo è agli arresti domiciliari con il sindaco di Triggiano (Bari) Antonio Donatelli. Gli inquirenti sospettano una compravendita di voti per le elezioni regionali del 2020, le comunali di Triggiano del 2021 e di Grumo Appula l’anno prima. Il reato contestato è la corruzione elettorale. La pistola fumante sarebbe stata trovata in un cassonetto dell’immondizia nel quartiere San Giorgio a Bari: fotocopie di documenti d’identità e codici fiscali, stracciate e cestinate. Sarebbero servite a stilare l’elenco dei nomi degli elettori “comprati”, per la somma di 50 euro. Non è l’unico indizio: nelle mani degli inquirenti ci sarebbero due fogli con un elenco di elettori, alcuni segnati con “ok”. Sarebbero i nomi di chi aveva già incassato denaro in cambio del proprio voto. Secondo gli inquirenti, alcuni indagati disponevano di un “database con più di duemila nominativi”. Il Giudice per le indagini preliminari ha ordinato i 10 arresti per via del “rischio di reiterazione del reato”. Il pericolo, insomma, era che la compravendita dei voti proseguisse con le indagini in corso. Il marito dell’assessora, Sandro Cataldo, sarebbe uno degli artefici del “suk” elettorale, anche per portare voti al suo partito (Sud al centro) e alla moglie. L’assessora Maurodinoia ha ricevuto un ordine di perquisizione. Era già citata nelle carte dell’inchiesta di Bari – con 130 arresti – per i suoi presunti colloqui con esponenti del clan Parisi. L’esponente del Pd era già sotto inchiesta dal 2019 per voto di scambio politico-mafioso. Secondo gli inquirenti, alcuni indagati coltivavano da tempo la mèsse di voti in vista delle elezioni comunali di Bari, l’8 e il 9 giugno prossimo. Nel 2021 in un messaggio audio Armando De Francesco (indagato, ritenuto il braccio destro di Sandro Cataldo) diceva: “Mancano tre anni ma io sto già in campagna elettorale”. Sul Fatto di domani vi racconteremo le cronaca dell’inchiesta di Bari.


LE CONSEGUENZE POLITICHE: NELLA BARI SOTTOSOPRA SALTANO LE PRIMARIE DEL CENTROSINISTRA. CONTE: “NON CI SONO PIÙ LE CONDIZIONI”. Gli arresti di oggi piombano su una città già terremotata politicamente. Dieci giorni fa tutti avevano sentito la gaffe del governatore Emiliano dal palco a sostegno del sindaco Decaro, dopo la decisione del Viminale di inviare gli ispettori in Comune. All’affermazione secondo cui Emiliano stesso avrebbe accompagnato l’allora assessore a casa della sorella di un boss, erano seguite congetture sui vantaggi politici di una simile bufera. Domenica prossima, infatti, gli elettori di centrosinistra sono chiamati a scegliere chi, tra Vito Leccese, delfino di Decaro, e l’avvocato penalista Michele Laforgia (sostenuto dai 5S) dovrà affrontare la sfida elettorale di giugno, quando si voterà per il rinnovo del Consiglio comunale. Ma a questo punto è tutto da vedere: da stamattina, in città, si rincorrono voci su un possibile slittamento – se non proprio annullamento – delle primarie di domenica. Nel tardo pomeriggio, Giuseppe Conte ha chiuso il discorso: “Non ci sono più le condizioni per svolgere seriamente le primarie, riteniamo che le ragioni che ci hanno spinto a sostenere il candidato Laforgia permangano immutate anzi si rafforzano”. Anche perché, con la commissione del Viminale al lavoro per verificare altre eventuali infiltrazioni nell’amministrazione comunale, non è affatto detto che a giugno si voti davvero. I tempi, infatti, coincidono: il commissariamento del Comune potrebbe arrivare proprio a ridosso delle urne. Sul banco degli imputati politici potrebbe finire ancora una volta Miche Emiliano: l’assessora Maurodinoia, che stamattina si è dimessa, era nella sua giunta. Stasera a Bari sono attesi Giuseppe Conte e Nichi Vendola, domani Elly Schlein. Il centrodestra ovviamente gongola, pur non avendo ancora un candidato ufficiale: sabato prossimo il senatore di Fratelli d’Italia Melchiorre potrebbe sciogliere la riserva, e non è un caso che domenica sbarchi in città il leader della Lega, Salvini, segno che la maggioranza di governo proprio compatta non è. Ma, in una città terremotata, di sicuro non è rimasto più nulla. Sul giornale di domani vedremo quali saranno le ripercussioni politiche di quest’altra inchiesta e quanto il capoluogo pugliese sia diventato dirimente per la partita nazionale che si gioca all’interno del Pd (una su tutte: fino a ieri Decaro era in lista per le Europee) e tra i dem e i 5Stelle.

GUERRA ISRAELE-HAMAS, LO STATO EBRAICO IN ALLARME PER POSSIBILI ATTACCHI IRANIANI. GLI ISLAMISTI DI GAZA: “NEGOZIATI A UN PUNTO MORTO”. Il gabinetto di sicurezza israeliano si è riunito oggi per discutere del rischio di un imminente attacco ad opera dell’Iran. Le minacce dell’ayatollah Khamenei di vendicare l’uccisione di Reza Zahedi, il generale dei Pasdaran colpito nel consolato di Teheran a Damasco, sono state esplicite. L’allarme è preso sul serio, tanto che l’ospedale Zedek di Gerusalemme ha svolto una esercitazione simulando un afflusso in massa di feriti. I fronti sono molteplici: l’Idf continua a preparare l’operazione militare a Rafah, nonostante la contrarietà degli Stati Uniti. Il premier Netanyahu ribadisce che i battaglioni dei fondamentalisti sono in quella zona e non dargli battaglia vanificherebbe tutta la campagna nella Striscia, scaturita dal massacro del 7 ottobre firmato da Hamas con 1.200 morti e centinaia di ostaggi. A proposito della loro sorte, le trattative sono “ad un punto morto” secondo i fondamentalisti, che premono per il ritiro dell’Idf e il ritorno degli sfollati a nord; due condizioni che Israele non assicura prima di riottenere i connazionali rapiti. I parenti degli ostaggi accusano Netanyahu di non fare abbastanza per salvarli. Sul Fatto di domani leggerete maggiori particolari sulla crisi del Medio Oriente: oggi c’è stata una telefonata tra Netanyahu e il presidente americano Biden, la seconda dall’inizio del conflitto. Molte critiche arrivano al governo israeliano dagli alleati occidentali,in seguito all’uccisione dei sette membri della Ong che si occupavano di distribuire i pasti nella Striscia. Alcuni di loro erano inglesi ed ora diversi ex giudici della Corte suprema britannica chiedono al governo di Londra di interrompere le forniture militari. Il Washington Post ha rivelato che proprio nel giorno in cui gli operatori Ong sono stati uccisi, gli Stati Uniti hanno dato il benestare ad un ulteriore vendita di bombe a Israele.


GUERRA RUSSIA-UCRAINA, LA NATO FESTEGGIA 75 ANNI E STOLTENBERG AMMONISCE: “PIU AIUTI A KIEV O MOSCA AVANZERÀ”. IL CREMLINO: “SIAMO A LIVELLO DI CONFRONTO DIRETTO”. Nel giorno in cui la Nato festeggia i 75 anni della sua nascita, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ribadisce la posizione di Mosca: le relazioni tra Russia e Nato “sono scivolate al livello di un confronto diretto”, l’Alleanza “è già coinvolta nel conflitto intorno all’Ucraina” e “continua il suo movimento e l’espansione delle sue infrastrutture militari verso i nostri confini”. Sono passati più di due anni dall’inizio del conflitto, con l’invasione delle truppe russe in territorio ucraino, e non si vedono spiragli per una soluzione. Il segretario della Nato, Stoltenberg, rinnova l’appello agli alleati: “Fondamentalmente gli scenari possibili sono due. Il primo è che la Nato sia in grado di mobilitare più sostegno e che l’Ucraina riconquisti più territorio. E l’altro scenario è che non siamo in grado di farlo. E allora c’è il rischio reale che la Russia avanzi ancora e la sua posizione diventi più pericolosa”. Sulla stessa linea il governo britannico, con il ministro Cameron, che da un lato nega l’ipotesi avanzata nelle settimane scorse dal presidente francese Emmanuel Macron di schierare militari sul terreno in Ucraina, dall’altro chiede agli alleati Nato di “incrementare il sostegno” a Kiev in termini di armi e forniture belliche. Sul Fatto di domani leggerete anche un appronfodimento sul tema del mercato delle armi che riguarda l’Italia. La Rete Italiana Pace e Disarmo ha lanciato l’allarme sulla “modifica della legge 185 che arriva dal Senato: è un attacco alla trasparenza” ed aggiunge: “Negli ultimi cinque anni l’industria militare italiana ha esportato l’86% in più rispetto al quinquennio precedente”.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Santanchè si salva, bocciata la mozione di sfiducia. La Camera dei deputati ha dato il suo responso: 213 No e 121 Sì e tre astenuti per il testo firmato dal M5s. I pentastellati chiedevano le dimissioni della ministra del Turismo per i guai giudiziari delle società del gruppo Visibilia, dopo la conclusione delle indagini per truffa aggravata all’Inps sulla cassa integrazione al tempo della pandemia. Un verdetto annunciato, dopo il salvataggio di Salvini.

Moglie e suocera di Soumahoro rinviate a giudizio per frode, bancarotta e autoriciclaggio. La decisione è del Giudice per l’udienza preliminare di Latina: il processo inizierà l’11 giugno. Alla sbarra andranno Liliane Murekatete e Marie Therese Mukamatsindo (moglie e suocera del deputato Aboubakar Soumahoro) e i cognati Michel Rukundo e Aline Mutesi. Secondo la procura, gli imputati avrebbero sperperato i soldi destinati all’accoglienza dei migranti in spese voluttuarie (alberghi, ristoranti, abbigliamenti di lusso e gioielli) oppure trasferendoli su conti esteri.

Baiardo, confermati i domiciliari per il “portavoce” dei boss Graviano. La Cassazione certifica il provvedimento del Tribunale del riesame: Salvatore Baiardo resta ai domiciliari. Secondo gli Ermellini, avrebbe mentito dicendo di non possedere le foto di Silvio Berlusconi con i boss Graviano. Baiardo è al centro delle indagini fiorentine sui mandanti occulti delle stragi del ’93-’94, come fiancheggiatore dei fratelli di Brancaccio. E’ anche accusato di calunnia nei confronti di Massimo Giletti. E’ l’ex conduttore di La7 (silurato da Cairo) ad aver parlato ai pm della foto mostratagli da Baiardo.

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