Sul bus come un buttafuori caccio le tribù di pendolari

Quei viaggi infernali sulla linea sovraffollata - Con i miei cento chili faccio da “tappo” all’ingresso. Una volta un poveretto rimane incastrato con la testa tra le porte, che si aprono e chiudono in rapidità, scompigliandogli il riporto - il racconto

Di Maurizio de Giovanni
12 Agosto 2017

Nel Settantasei il centoventotto non era un autobus: era una leggenda metropolitana. Il capolinea non ne era noto, molti ritenevano che fosse una vettura fantasma, come certe baleniere nel triangolo delle Bermude, visto che ce n’erano soltanto tre per un tragitto di diverse decine di chilometri. Fatto sta che negli anni successivi chi di noi […]

Per continuare a leggere questo articolo
Abbonati a Il Fatto Quotidiano

Abbonati a 15,99€ / mese

Ti potrebbero interessare

I commenti a questo articolo sono attualmente chiusi.