Crime

Il caso Garlasco e come il pubblico si è diviso in colpevolisti e innocentisti. Numeri (altissimi) e dinamiche del dibattito online

La moltitudine di canali che trattano la vicenda giudiziaria stimola il dibattito pubblico, che si è polarizzato con prese di posizione sempre più marcate. E il confronto si concentra soprattutto sulle piattaforme social

di Claudio Savino
Il caso Garlasco e come il pubblico si è diviso in colpevolisti e innocentisti. Numeri (altissimi) e dinamiche del dibattito online

A distanza di 18 anni dai fatti, l’omicidio di Chiara Poggi è tornato al centro dell’attenzione mediatica. Oltre ai programmi televisivi, il dibattito ha trovato terreno fertile sui social media, dove gli utenti possono inserirsi nella discussione attraverso video, post e commenti. A partire dalla riapertura delle indagini da parte della Procura di Pavia, infatti, le diverse comunità online si sono progressivamente polarizzate con prese di posizione nette e narrazioni contrapposte, contribuendo così alla divisione del pubblico in due schieramenti distinti: gli innocentisti e i colpevolisti.

L’interesse suscitato dalla vicenda si può misurare innanzitutto attraverso i dati pubblicati da Google Trends, lo strumento che monitora le ricerche effettuate online dagli utenti su un determinato argomento. Le parole più cercate – come ad esempio “Garlasco News”, “Chiara Poggi”, “Alberto Stasi”, “Andrea Sempio” – mostrano un’attenzione mediatica costante e lineare nel corso degli ultimi nove mesi. Secondo uno dei grafici dell’interesse di Google, che misura su una scala da 0 a 100 la popolarità di un argomento in rapporto al suo picco massimo in un determinato arco temporale, le ricerche sul caso Garlasco iniziano a crescere a partire da marzo 2025, con l’iscrizione di Sempio nel registro degli indagati. Il picco massimo di pubblico si registra invece nel mese di maggio. Da quel momento in poi, la popolarità dell’argomento si mantiene su livelli stabili, oscillando tra il 60 e il 70% e senza quasi mai scendere al di sotto del 50%.

A rafforzare il coinvolgimento del pubblico è anche la moltitudine di canali che trattano l’argomento, in particolare sui social. In questo contesto, piattaforme come YouTube sembrano assumere un ruolo centrale: è qui che si registrano le interazioni più frequenti del pubblico. E di conseguenza anche gli youtuber scelgono di dedicare ampio spazio al caso Garlasco. La streamer “BugalallaCrime”, ad esempio, nota per essere stata la prima a divulgare le foto di Andrea Sempio davanti alla villetta Poggi poche ore dopo il ritrovamento del corpo della 26enne, ha pubblicato oltre 60 video sull’argomento negli ultimi due mesi.

Nello stesso periodo di tempo, la forbice di visualizzazioni tra questi contenuti e quelli dedicati ad altri casi di cronaca nera appare inoltre piuttosto ampia: mediamente, i video che riportano nel titolo la parola “Garlasco” registrano tra le 90mila e le 100mila visualizzazioni, con picchi che in certi casi superano le 200mila. Al contrario, altri casi di attualità si attestano generalmente in un range compreso tra le 30mila e le 60mila visualizzazioni.

E l’andamento di altri youtuber del settore sembra confermare questo trend. Dalla riapertura delle indagini sono inoltre comparsi diversi canali monotematici che sembrano occuparsi esclusivamente del delitto di Garlasco. Anche in questo caso si assiste a un fenomeno interessante: nonostante la loro creazione risalga a soli pochi mesi fa, molti video raggiungono diverse migliaia di visualizzazioni, con alcuni contenuti che superano anche la soglia delle 100mila.

È sui social media che statisticamente si concentra il maggior numero di menzioni al caso Garlasco. L’ambiente online, infatti, favorisce una partecipazione attiva degli utenti, che intervengono, prendono posizione, commentano ed esprimono opinioni più o meno nette, ampliando così il raggio d’azione del dibattito. Con la riapertura del caso, il pubblico del web sembra essersi diviso in due fazioni distinte: da un lato gli innocentisti, dall’altro i colpevolisti. C’è chi sostiene la presunta responsabilità di Sempio e chi, al contrario, ne rivendica la presunta innocenza, richiamandosi all’esito giudiziario che nel 2015 ha portato alla condanna definitiva di Stasi.

Il dibattito online appare così sempre più polarizzato, con un numero crescente di profili creati ad hoc per schierarsi apertamente. Vere e proprie fanbase che usano i social come spazio di scontro, spesso delegittimando le opinioni opposte. “La verità è che alla maggior parte delle persone che scrivono qua su X non interessa la ‘verità’ ma solo trovare qualcun altro da incolpare per l’omicidio di Chiara anche se innocente, pur di scagionare Stasi”, è la versione di un utente. Qualcun altro, al contrario, ha una posizione più netta: “Liberate e risarcite subito Stasi che ormai abbiamo capito non c’entra niente”, si legge in un commento su X. Per qualcuno è evidente che “Sempio racconta balle”, mentre per altri “le prove (a carico del 37enne, ndr) sono solo indiziarie”. E così via in un flusso quasi infinito di opinioni, spesso presentate come verità e tra loro apparentemente inconciliabili.

Non è possibile quantificare con esattezza il numero di menzioni al caso Garlasco sulle diverse piattaforme social, ma la portata del fenomeno risulta comunque evidente: è sufficiente scorrere su X, ad esempio, tra hashtag come “#Garlasco”, “#Sempio” e “#Stasi” per rendersi conto della quantità di commenti che vengono generati ogni minuto. Si tratta di decine di migliaia di post, visualizzati da un pubblico altrettanto ampio, che a sua volta produce nuovi contenuti secondo le logiche di visibilità e partecipazione proprie delle piattaforme digitali.

RIVOLUZIONE YOUTUBER

di Andrea Amato e Matteo Maffucci 14€ Acquista
Successivo
Successivo
Playlist

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione