Arriva la legge contro chi “esalta” la mafia: è palese che sia dedicata ai soliti nemici
di Giovanni Muraca
A Castel Sant’Angelo si è conclusa la kermesse del partito di maggioranza del governo, Atreju. Manifestazione che ha visto Fratelli d’Italia mettere in pratica il famoso piano che posiziona Giorgia Meloni e tutta la compagine di partito in una posizione più “pop”. Una strategia che descriveva bene Giacomo Salvini prima dell’estate. Un rilancio che cancella gli “estremismi di partito” che ha l’intento di far entrare un partito – ormai a stelle e fiamma tricolore – digeribile anche a quella parte moderata di elettorato.
Spente le luci del palco romano, si ritorna alla normalità di un paese ormai al baratro. I conti sono in ordine, ma dietro a politiche di austerità che lasciano – ancora una volta – le persone a sopravvivere se non a morire di fame. Priorità di un governo che non sa dove girarsi. Tolto l’emendamento proposto sempre da Fd’I sull’innalzamento del contante a 10.000 euro con flat tax annessa e dietro a obbligo di fatturazione cartacea (dove sappiamo che anche le fatture possono essere tranquillamente fittizie), arriva un ddl contro chi “esalta” la mafia. Ddl a firma Maria Carolina Varchi depositato a ottobre.
Leggendo il disegno è palese quanto sia dedicato “ai soliti nemici” e non al vero e proprio atto. Il testo riporta: chi ripropone personaggi mafiosi con intento “apologetico”, chi “esalta fatti, metodi, princìpi” mafiosi , “serie televisive che mitizzano personaggi reali o immaginari delle varie associazioni criminali di stampo mafioso”. Se tanto mi dà tanto, allora questo si potrebbe tradurre e imputare ai libri di Saviano, dei Procuratori Gratteri e Di Matteo e alle serie TV come Gomorra e Mare Fuori.
L’ennesimo ddl che profuma di proibizionismo. Proposta che sembra più un ulteriore colpo alla “cancel culture” attivata da quando governi ultra conservatori sono saliti al potere. E fa specie quando a questo si allineano documenti che raccontano di piani eversivi che arrivano da oltre oceano per distruggere l’Europa – già debole grazie all’attuale Commissione – dall’interno, utilizzando paesi “amici” come Italia e Polonia per attuarli.
La sovranità tanto cara alla maggioranza attualmente si misura in un’infrastruttura di Telecom ormai di KKR – fondo americano, Stellantis che ormai è entità straniera, ITA Airways che per il 41% è di Lufthansa – compagnia di bandiera tedesca. Mancava solo che un gruppo editoriale come Gedi venisse venduto. Ma a chi? A un magnate con la foto di Donald Trump sulla scrivania. Una sorta di assist che mette a tacere un media di “opposizione”. Abbiamo passato una settimana a parlare della famiglia nel bosco, nel 2023 di Peppa Pig, di Frecciarossa che fanno fermate speciali per i ministri e di acqua che fa ammalare.
Mentre l’opposizione è occupata a parlare di leadership di questo campo largo anziché prendere l’attuale maggioranza in contropiede su temi come questi e facilitare una possibile vincita alle politiche del 2027, qual è realmente l’agenda di governo nei prossimi mesi? Cosa stiamo realmente facendo per la lotta alle mafie? Se non fosse per i procuratori – anch’essi isolati e presi di mira dal governo per il Referendum primaverile per la divisione delle carriere – del tema, non è che se ne sente molto parlare.
Gli unici in auge al momento sono sempre la difesa, il Rearm Europe (o Readiness – per indorarci la pillola), circondati da emendamenti come questo che trovano contraddizioni con l’immobilismo di questo esecutivo. Negli incontri che Salvatore Borsellino – fratello di Paolo, magistrato tanto menzionato e caro alla Premier – fa nelle scuole, una delle frasi di apertura degli stessi è sempre: “La Mafia non è solo quella che conosciamo, ma Mafia è anche fare i propri interessi a discapito degli altri”.
Se questa frase fosse una legge, saremmo un paese in salute in vari ambiti. Ma perché migliorarsi quando si potrebbe far ancora di più? Magari un altro decreto che cancelli determinate parole dal dizionario. Come si dice, tolta la parola, risolto il problema.