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“Con Zalone qualcosa si è rotto. È diventato ossessivo, molto attento ai soldi. Poi ha avuto bisogno del riconoscimento dell’intellighenzia di sinistra…”: parla Pietro Valsecchi

Il grande produttore ha rilasciato una lunga intervista al Corriere e ha parlato degli esordi ma anche del rapporto con l'attore comico: "Abbiamo fatto cinque film insieme. Gli abbiamo trasmesso l’amore per l’arte e per il collezionismo, e affinato il gusto per il vino..."

di Redazione FqMagazine
“Con Zalone qualcosa si è rotto. È diventato ossessivo, molto attento ai soldi. Poi ha avuto bisogno del riconoscimento dell’intellighenzia di sinistra…”: parla Pietro Valsecchi

È una lunga intervista quella che il produttore Pietro Valsecchi ha rilasciato al Corriere della Sera. Una chiacchierata nella quale parla di sui genitori (“Mio padre aveva nove fratelli, tre morti in guerra, lui deportato a Mauthausen. Si salvò cucinando. Mi ha trasmesso l’amore per la cucina. Quando finì la guerra tornò come tanti a piedi. Mia madre invece la persi quando avevo appena 9 anni”) e del cinema “come rifugio”: “Mi infilavo in sala e vedevo tre film di fila. Si girava col cappotto consumato e si stava in coda davanti alla cassa, pigiati l’uno contro l’altro, il primo che spingeva entrava per primo. Io ero sempre davanti a tutti”.

La breve parentesi da attore, l’amicizia con Michele Placido (“Col tempo le nostre strade si sono separate”) e poi i set con Maria Schneider: “Era instabile e imprevedibile, spesso ubriaca, soprattutto quando la raggiungeva Tina Aumont, con hashish e altre sostanze. Maria arrivava tardi, faceva scenate, si spogliava in pubblico. E il film non finiva mai”. L’amore per la moglie Camilla Nesbitt (“il motore della mia vita”) e il successo “vero” con Checco Zalone, conosciuto grazie al figlio che guardava Zelig. “Mi raggiungono, dalla Puglia a Cortina, lui e Gennaro Nunziante, il suo amico e regista. Loro portarono la mozzarella, io li accolsi col tartufo”. Il primo film Cado dalle Nubi, Valsecchi lo fa “contro tutti” e, spiega, “incassò 18 milioni. Poi le cose si complicarono. Tutti volevano rubarmi Zalone. Abbiamo fatto cinque film insieme. Gli abbiamo trasmesso l’amore per l’arte e per il collezionismo, e affinato il gusto per il vino. Abbiamo condiviso serate di musica, risate e leggerezza: momenti preziosi che porterò con me. Fino a quando qualcosa si ruppe”. Cosa? Che Zalone “è diventato ossessivo, vinto dall’ansia del primo posto. Ma nel cinema è normale, l’invidia è ovunque, tutti vogliono essere unici. E Luca lo era davvero. Il secondo film ha fatto 45 milioni, il terzo 52, quello che è andato ‘male’, Tolo Tolo, ne ha incassati 48. Il film più difficile. Luca e Nunziante non riuscivano a venire a capo della storia. Lo vedevo spaesato. ‘Non mettermi ansia, Pietro’ mi diceva. D’accordo, ma un’idea va trovata. Intanto Gennaro mi chiese una cifra assurda. ‘Stai scherzando?’. ‘No, sono serio’. ‘Ma tu non sei Zalone, tu sei il regista di Zalone’. La discussione degenerò. Lo cacciai dal mio ufficio in malo modo, urlandogli dietro fino in strada. Non l’ho più visto. A quel punto, ho lasciato Luca libero di fare il suo film”.

Parla di Tolo Tolo, Pietro Valsecchi, è fa una riflessione: “Luca non voleva più far ridere, ogni volta che gli mandavo un autore nuovo per affiancarlo lo snobbava. Aveva bisogno di essere accettato dall’intellighenzia di sinistra, che non l’aveva capito. È un democristiano fino al midollo, voleva il riconoscimento di quel mondo e quando l’ha avuto l’ha snobbato. Solo che a me questo suo riconoscimento è costato 24 milioni di euro. Mi disse, con tutti i soldi che ti ho fatto guadagnare, ora te li faccio spendere. Una sorta di vendetta poetica. Ma ero d’accordo con lui, dopo tutti i successi, aveva il diritto di prendersi la sua libertà”. Quando il giornalista Valerio Cappelli gli chiede cosa abbia inventato Checco Zalone, risponde: “Un nuovo linguaggio, restando sempre molto attento ai soldi. Mi diceva ridendo: ‘Se canto la terza canzone nel film voglio un cachet a parte’. Non scherzava. Ma abbiamo fatto un lungo viaggio insieme ed è stato indimenticabile”.

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