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Il rimpallo di responsabilità del branco per il pestaggio del 22enne a Milano. Uno degli arrestati: “Non c’ho visto più”

“Io non volevo colpire così” e “sono profondamente dispiaciuto” dicono gli indagati che si dichiarano pentiti, mentre le difese chiedono attenuazioni delle misure cautelari. Nelle intercettazioni si auguravano la morte
Il rimpallo di responsabilità del branco per il pestaggio del 22enne a Milano. Uno degli arrestati: “Non c’ho visto più”
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C’è chi dice che è “distrutto“, chi di essere “preoccupato” per la vittima, chi che aveva il coltello – che reso invalido un ragazzo poco più grande di loro – perché “sono stato aggredito in passato”. Si sono svolti gli interrogatori di garanzia per i cinque giovani arrestati per la rapina e il tentato omicidio di uno studente di 22 anni, avvenuta il 12 ottobre a Milano. Gli interrogatori, tra carcere di San Vittore e carcere minorile Beccaria, sembrano evidenziare una sorta di rimpallo di responsabilità tra i due maggiorenni e i tre minorenni coinvolti nell’aggressione. Quel branco, che secondo i gip che hanno firmato le ordinanze di custodia cautelare, hanno agito con “modalità da braco” portando a termine “una feroce aggressione”. un “pestaggio brutale” con una “disumana indifferenza”-

Davanti alla giudice per le indagini preliminari Chiara Valori, l’avvocata Elena Patrucchi ha spiegato che il suo assistito, un 18enne accusato di aver fatto da “palo”, è “davvero preoccupatissimo e sconvolto” per le condizioni della vittima. Il giovane ha manifestato la volontà di scrivere una lettera di scuse allo studente e alla sua famiglia, ribadendo di non aver compreso inizialmente la gravità dell’episodio. La difesa ha chiesto alla giudice un’attenuazione della misura cautelare, proponendo gli arresti domiciliari, decisione che Valori dovrà valutare nei prossimi giorni. Secondo quanto emerso, il 18enne ha sostenuto di essere rimasto “lontano dagli altri” e di essere stato “assolutamente convinto che fosse solo una zuffa di poco conto”. Solo successivamente ha scoperto che era stato utilizzato un coltello, rimanendo “sconvolto” dalla violenza dell’aggressione.

L’altro maggiorenne interrogato a San Vittore, accusato di aver materialmente inferto le due coltellate che hanno provocato lesioni permanenti allo studente, ha raccontato di essere intervenuto solo quando la rissa era già in corso e di non essersi reso conto dell’entità del danno provocato. Difeso dall’avvocato Giovanni Giovanetti, anche lui ha dichiarato di essere “molto dispiaciuto” per la vittima. Le difese dei due maggiorenni puntano a dimostrare l’assenza di volontà di uccidere, tentando di ridurre l’accusa da tentato omicidio a responsabilità meno grave, e a far cadere il concorso morale nella vicenda per quanto riguarda gli altri giovani coinvolti. La vittima, aggredita anche a calci e pugni quanto era a terra “inerme”, ha subito danni permanenti ed rimasto paraplegico.

Gli altri tre ragazzi, tutti 17enni, interrogati nel carcere minorile Beccaria, hanno confermato il loro dispiacere per quanto accaduto. L’avvocato Gaetano Della Valle ha spiegato che uno dei minorenni era “distrutto, preoccupato e dispiaciuto” e ha risposto a tutte le domande del gip. Al momento non è stata avanzata alcuna istanza di modifica della misura cautelare per i minorenni. Gli elementi a carico dei cinque giovani sono supportati da telecamere di sorveglianza e da intercettazioni ambientali in Questura, ormai note, che riproducono quasi delle confessioni spontanee e anche l’augurio che la vittima muoia. Tra le frasi registrate: “Bro, io ho fatto così”, mimando il gesto delle coltellate, o “Non so se si vede il video dove lo scanniamo”.

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