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“Indizi insufficienti e racconto credibile”: ecco perché il giudice ha liberato David Stojanovic

Il 25enne è indagato per omicidio nel caso della morte di Leonardo Fiorini, caduto dalla finestra di un bed&breakfast giovedì sera a Roma
“Indizi insufficienti e racconto credibile”: ecco perché il giudice ha liberato David Stojanovic
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Molte dichiarazioni arrivate dai testimoni riguardo alla colluttazione prima del tragico volo sono contraddittorie, mentre il suo racconto è credibile. Insomma, al momento, non ci sono indizi sufficienti per disporre una misura cautelare nei confronti di David Stojanovic, accusato della morte di Leonardo Fiorini, il 27enne originario di Isola Liri, nel Frusinate, caduto dalla finestra di un bed&breakfast giovedì sera a Roma. Con questa motivazione il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma ha disposto la liberazione del 25enne che si trovava ai domiciliari.

“Allo stato gli indizi di colpevolezza emersi a carico dell’indagato per l’omicidio non sono sufficienti per l’applicazione di una misura cautelare”, ha sentenziato il gip. Nell’ordinanza si citano le testimonianze di alcuni vicini di casa che hanno assistito alle fasi precedenti il tragico volo di Fiorni: “Si tratta di fonti dichiarative, comunque tutte conformi nell’affermare che l’indagato ha trattenuto il Fiorini per una gamba per impedire la precipitazione”. Per il giudice appaiono, invece, “contraddittorie in ordine a quanto accaduto pochi minuti prima della caduta e, in particolare, in ordine alle modalità con cui” la vittima “è salito a cavallo del parapetto del balcone per poi precipitare al suolo, circostanza questa fondamentale per comprendere la precisa dinamica del fatto al fine della sua corretta qualificazione giuridica”.

Non solo, perché il giudice dà atto a Stojanovic, risultato positivo all’assunzione di cannabinoidi, di aver fornire una ricostruzione del fatto che “in attesa degli esiti degli accertamenti investigativi in corso”, prima fra tutte l’autopsia e gli esami tossicologici sulla vittima, “appare, allo stato, credibile, non potendosi escludere una reazione, quale quella descritta dall’indagato di tipo psicotico, conseguente all’uso di cannabinoidi da parte di una persona di giovane età che ne fa un uso solo occasionale”.

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