Giornalista, anzi reporter di guerra, dall’Ucraina all’Afghanistan, Israele e Cisgiordania ovviamente, autrice e voce del podcast Stories, Cecilia Sala è ospite de “La Confessione” di Peter Gomez alle 20.15 su Rai3. Impossibile non farsi raccontare l’esperienza vissuta nei 21 giorni di prigionia nel carcere di Evin, a nord di Teheran, durante l’ultimo viaggio in Iran. Sala viene rapita dalla stanza del suo albergo il 19 dicembre 2024. Nessuno le dirà mai di cosa è accusata esattamente né durante l’arresto, né dopo, quando finalmente, l’8 gennaio torna a Roma. “Lei cosa faceva in cella tutto il giorno ?”, ha domandato il conduttore. “Quando non venivo interrogata, ero in cella da sola, senza niente, senza nulla con cui puoi provare a distrarti, quindi ti perdi nella paura che hai, nella paura che ti hanno messo all’ultimo interrogatorio”, ha spiegato la firma del Foglio, che poi ha isolato dalla lunga serie di terribili ricordi di quel periodo, tutti ripercorsi nel suo ultimo libro per Mondadori “I figli dell’odio”, uno degli episodi più duri: “Ogni tanto sentivo una ragazza in un’altra cella di isolamento, che prendeva la rincorsa – queste celle sono lunghe più o meno due metri – per andare a sbattere la testa contro la porta blindata – ha proseguito – Era il suo modo, privata di tutto, di cercare di svenire, di farsi del male e di non pensare”. Gomez le ha poi chiesto come viva oggi la sua quotidianità a distanza di quasi un anno da quell’inferno: “Adesso? Ci ripensa ancora? Incubi… E’ una cosa che torna?”. “Incubi sì. Di giorno mi aiuta a lavorare, mi aiuta a fare le cose perché mi concentro su quello che devo fare – ha detto – Di notte fa capolino“, ha concluso Sala.
Televisione
Cecilia Sala a La Confessione di Gomez (Rai 3): “In cella a Teheran sentivo la mia vicina sbattere la testa contro il muro. Ho ancora gli incubi”
Ospite in studio alle 20.15, la reporter di guerra rapita in Iran lo scorso anno. Racconterà non solo la prigionia, ma il suo percorso e da dove nasce la sua passione per il giornalismo