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“Se io sono innocente non ho bisogno di presentare un alibi, che tra l’altro non è neanche vero. Lo scontrino non è vero”: le parole dell’avvocato di Lovati contro Sempio

Intervenuto a Storie Italiane, il nuovo difensore di Lovati, Fabrizio Gallo, ha commentato le scelte difensive di Sempio contro le indagini della Procura di Pavia

di Claudio Savino
“Se io sono innocente non ho bisogno di presentare un alibi, che tra l’altro non è neanche vero. Lo scontrino non è vero”: le parole dell’avvocato di Lovati contro Sempio

“Il problema è lo scontrino. Se io sono innocente non ho bisogno di presentare un alibi, che tra l’altro non è neanche vero. Lo scontrino non è vero”. È con queste parole che, a Storie Italiane, l’avvocato Fabrizio Gallo commenta la strategia difensiva di Andrea Sempio dopo la decisione del 37enne di revocare il mandato a Massimo Lovati. Il legale, che rappresenta l’ex difensore di Sempio nelle indagini per presunta diffamazione aggravata ai danni del professor Angelo Giarda (avvocato di Alberto Stasi scomparso nel 2021), è intervenuto in merito a quelle che sono le ultime novità sul caso Garlasco.

In particolare, l’avvocato si è espresso sulla difesa scelta da Sempio, che vede appunto l’assenza di Lovati dal team legale. Uno stravolgimento che, secondo Gallo, comporterebbe un drastico cambio di atteggiamento verso il processo: “Quando togli un difensore da un procedimento cambia il suo atteggiamento verso il processo. Avete visto, rispetto a quando Lovati diceva che era tutta una fandonia e si sarebbe arrivati all’archiviazione, oggi già parla di rinvio a giudizio: ha cambiato idea e, stranamente, cambia quando si sente, a mio avviso, colpito dal fatto che Sempio lo liquida dopo nove anni in cui è stato vicino”, ha detto l’avvocato. Che poi ha aggiunto: “Da quando è arrivata la telefonata di Sempio, Lovati è cambiato”, spiega ancora, sottolineando come la presunta inopportunità della revoca del mandato derivi “dal fatto che (Lovati, ndr) conosce il tessuto sociale, conosce tutto il mondo che gira intorno all’omicidio di Chiara Poggi. Il Santuario, come dice lui, è un elemento importante”.

La contestazione di Gallo, invece, verterebbe in particolare su un elemento: lo scontrino presentato da Sempio come suo principale alibi e che quindi avrebbe dovuto confermare l’assenza dell’indagato dalla villetta dei Poggi quel 13 agosto 2007. L’avvocato, infatti, sostiene che sia stata la divergenza di opinioni tra Lovati e Sempio sulla validità dello scontrino a portare alla revoca del mandato: “Il problema non è nato perché Sempio è divergente dalla strategia di Lovati, che ha sempre sposato. Il problema si è creato dallo scontrino, che Lovati non voleva venisse presentato”, afferma il legale. Che, poi, approfondisce, sottolineando che “se io sono innocente non ho bisogno di presentare un alibi, che tra l’altro non è neanche vero. La strategia di Lovati si toglieva dallo scontrino, perché lo scontrino può essere uno degli elementi che può inchiodare Andrea Sempio”. Secondo Gallo, dunque, l’alibi presentato dall’indagato potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio: “Se lui continua a usare quello scontrino, va contro un muro: lo scontrino non è vero. Per Lovati è solo un indizio: se non si trova il riscontro esterno è solo carta straccia. Lo scontrino è falso”. Nel corso della trasmissione sono state mostrate anche alcune esternazioni di Lovati: “Sono contento di non far più parte della difesa di Sempio? No, mi dispiace, ci sarei voluto essere fino alla fine. Ma ne prendo atto. Non credo che verrò ascoltato come persona informata sui fatti”.

Non sono mancate, poi, negli scorsi giorni, alcune parole di riconoscenza verso Lovati da parte dall’attuale avvocato di Sempio, Angela Taccia, che si è espressa così sulla revoca del mandato nei confronti del collega: “È stata una decisione veramente sofferta. Però è il cliente che deve decidere e io non ho proferito parola su questo. Certo, sappiamo Andrea e io che l’avvocato Lovati è un genio nel suo campo. Però, ultimamente, ahimè, forse aveva altre priorità. La sua priorità non è sembrata più Andrea. Quindi, riunioni rinviate per magari partecipare a trasmissioni televisive o il fatto che non partecipasse a riunioni per la strategia difensiva. Questo ha minato la fiducia del cliente inevitabilmente. A Lovati sarò sempre grata per essere stato il mio dominus, avermi insegnato proprio lui per primo che decide il cliente”, ha spiegato la legale del 37enne, che intanto nomina un nuovo difensore: l’avvocato Liborio Cataliotti.

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