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‘Ndrangheta, 200 politici finiti sotto inchiesta in 15 anni. E non solo in Calabria. L’inchiesta di MillenniuM

Il mensile diretto da Peter Gomez ricostruisce le storie di parlamentari, sindaci, assessori e consiglieri finiti sotto indagine per rapporti con la mafia calabrese, con gli esiti dei processi. Ma racconta anche il deserto fuori dai tribunali: in 23 anni, la Commissione antimafia della Regione Calabria non ha prodotto neppure una relazione. Avviso ai lettori: da questo numero MillenniuM esce il venerdi di metà mese, invece del sabato, contemporaneamente nelle edicole, nelle librerie e negli store online
‘Ndrangheta, 200 politici finiti sotto inchiesta in 15 anni. E non solo in Calabria. L’inchiesta di MillenniuM
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Sono almeno 186 i politici nazionali e locali finiti sotto inchiesta per presunti rapporti con la ‘ndrangheta negli ultimi 15 anni, per reati come voto di scambio, concorso esterno, associazione mafiosa… I casi che riguardano la Calabria sono naturalmente la stragrande maggioranza, 124. Ma non sono pochi nel resto d’Italia: 62, concentrati prevalentemente nel Nord, dall’Emilia alla Lombardia, dalla Valle d’Aosta al Trentino. Li ha contati Millennium, nel numero in uscita venerdì 17 ottobre nelle edicole, nelle librerie (trova qui il punto vendita più comodo per te) e negli store online, come Amazon, con il titolo “’Ndrangheta e politica”.

Il mensile diretto da Peter Gomez ricostruisce le indagini e le vicende processuali, alcune di grande attualità, come i due processi per mafia in corso contro l’ex senatore di Forza Italia Giancarlo Pittelli (condannato in primo grado per concorso esterno in entrambi i casi), altre fagocitate dalla cronaca, come quella dell’ex consigliere provinciale socialista di Crotone, Rocco Agrippa, riconosciuto con sentenza definitiva come uno ‘ndranghetista, addirittura “santista”, uno dei massimi gradini gerarchici della mafia calabrese. Il radicamento mafioso al Nord non dovrebbe più sorprendere nessuno, ma fa ancora un certo effetto contare ben 26 politici coinvolti in indagini su ‘ndrangheta e politica in Lombardia dal 2011 a oggi, o i 9 della piccola Liguria.

Per tutte le storie che racconta, Millennium dà conto degli esiti processuali: condannati, assolti, prosciolti, prescritti... Dove possibile, sono evidenziate le motivazioni delle sentenze. Non sono rari in casi in cui il politico è assolto perché il suo rapporto con lo ‘ndranghetista è accertato, ma non ci sono prove di favori concessi come “scambio”. L’intento non è quello di fare una lista di impresentabili – anzi, in molti sono usciti completamente scagionati dai processi – ma di misurare la dimensione patologica di un fenomeno che mina le basi stesse della democrazia. Tanto che ormai, racconta Lucio Musolino in una lunga inchiesta, le indagini in Calabria (e non solo) dimostrano che sono i politici a cercare i mafiosi per ottenere un sostegno elettorale, non il contrario: segno che i rapporti di forza sono cambiati a favore dei boss. Mentre Davide Milosa ci racconta il volto inedito della provincia comasca, sulla scorta di un’importante indagine antimafia, con il coinvolgimento di politici locali: “Preferisco sedermi col peggior delinquente di questo mondo, ma di parola”, dice uno di loro, intercettato.

I numeri della cronaca giudiziaria appaiono patologici, dicevamo. Ma Millennium cerca di fare un passo in più: davvero si può delegare interamente la lotta alla ‘ndrangheta alla magistratura? Il primo a dire di no è il sostituto procuratore Stefano Musolino, che intervistato afferma: “La società deve chiedersi in che direzione andare. Se Pino Piromalli sconta la sua pena ed esce dal carcere e a ottant’anni si dedica all’orticello bene; ma se la società lo accoglie di nuovo come un capo, allora abbiamo un problema”. Ma intorno ai magistrati in Calabria c’è ancora troppo poco, come racconta Danilo Chirico, che è andato fra l’altro a vedere che cosa ha prodotto la Commissione regionale antimafia, istituita 23 anni fa. Il risultato è surreale: nessuna relazione, nessuna indagine, nessun approfondimento su ‘ndrangheta e politica. «Dovevamo fare un altro libro?», taglia corto Pietro Molinaro, il presidente leghista della Commissione eletto nella Lega e passato a Fratelli d’Italia. Ma va detto che fuori dal Palazzo un movimento antimafia, sul modello della Sicilia e persino della Lombardia, stenta a decollare.

Monta, invece, l’insofferenza verso alcuni strumenti di contrasto extra-giudiziario, a cominciare dallo scioglimento dei Comuni per condizionamento mafioso, un provvedimento forte a cui non segue un adeguato accompagnamento istituzionale alla rinascita. Lo racconta Anna Sergi, sociologa della devianza, studiosa della ‘ndrangheta e profonda conoscitrice della Calabria. San Luca, per esempio, è già stato sciolto tre volte. L’ultimo commissariamento per mafia si è sostituito a un precedente commissariamento per mancate elezioni. “Non esiste una vera scelta politica e le elezioni si fanno nella paura di venire commissariati, quando si fanno; anni di commissariamento non permettono il nascere di nuove formazioni politiche”, scrive Sergi, e così a crescere “è il numero di arrabbiati con lo Stato”.

“Bisogna essere più chirurgici e selettivi nel colpire”, è il commento di Enzo Ciconte, fra i più autorevoli storici delle mafie italiane, in un lungo colloquio con Roberto Casalini. La legge sullo scioglimento «fa di ogni erba un fascio, mettendo nello stesso mazzo i mafiosi e gli oppositori, e lasciando intatte le burocrazie comunali, che sono il trait d’union con gli interessi criminali». E se lo dice uno che da parlamentare, nel 1991, quella legge l’ha convintamente votata, forse è arrivato finalmente il momento di discutere di ‘ndrangheta e politica. Anche anche fuori dai tribunali.

Da questo numero in avanti, Millennium uscirà contemporaneamente su tutti i canali di vendita: edicole, librerie e store online. Il giorno di uscita sarà venerdì di metà mese, invece del tradizionale sabato. Di conseguenza, anche i MillenniuM Live, le dirette social in cui sono presentati i contenuti del numero in corso, si sposteranno dal venerdì al giovedì. Detto questo, il modo più semplice per leggere il mensile è abbonarsi alla versione cartacea o digitale. L’abbonamento dà diritto anche all’accesso alla versione navigabile, e all’archivio, del sito.

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